La Salernitana di Colantuono ha conquistato gli stessi punti di quella di Castori, 4, dopo le stesse giornate disputate, 8. Goal fatto più goal fatto meno, goal subito più o goal subito meno, sta di fatto che la situazione non è affatto cambiata. L'unica cosa che è cambiata è il tempo e le giornate a disposizione per risalire la china: 22 con la salvezza a sole quattro lunghezze, al momento, più per demeriti altrui che per meriti del tecnico romano. E' cosi, dopo 720 minuti di Colantuono, gli stessi che furono fatali a Castori dopo la disfatta di La Spezia, ci si interroga sulla sua scelta, una scelta di un allenatore fermo da tempo e soprattutto reduce da un ultima esperienza alquanto insufficiente. Quattro sconfitte interne in altrettante partite sono davvero tante, se si considera che due sono avvenute con squadre ampiamente alla portata, quali Empoli e Sampdoria. La vittoria esterna di Venezia e il pareggio di Cagliari, entrambi avvenuti in extremis ed al fotofinish, sono stati solo fumo negli occhi di una devoluzione della squadra granata, ormai incapace non solo di difendere, ma anche di offendere i propri avversari. Infortuni, calendario, episodi: le attenuanti ci sono ma non sono abbastanza per decretare un ultimo posto in classifica solitario, che poteva essere ancora più desolante se le altre avessero raccolto un pò di più di quanto seminato. 

Ed allora è giusto continuare ad oltranza con il tecnico romano? Magari in attesa del famigerato e tanto atteso avvicendamento societario? La domanda è sicuramente pretestuosa: magari nessuno avrebbe accettato di venire in una situazione del genere, con l'incertezza più totale sul futuro e con la possibilità, speriamo remota, di ritrovarsi estromessi al termine di questa telenovela? Magari l'unico che avrebbe accettato questo salto nel vuoto è  il solo Castori, pronto, come da voci di corridoio, a ritornare alla guida tecnica della compagine granata già all'indomani dell'eventuale sconfitta di Cagliari, poi non concretizzatasi? Cambiare un tecnico ora, con la situazione poco trasparente nei vertici alti e soprattutto con un calendario terrificante alle porte, può rappresentare un suicidio vero e proprio ed allora, la decisione più saggia, e forse meno destabilizzante, è continuare con il tecnico romano, pur consapevoli che lo stesso, più di fare quello che ha fatto finora, non potrà mai fare, in attesa di una "scossa" dall'alto e di un mercato fondamentale come l'aria nei polmoni. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 09 dicembre 2021 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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