Chi legge i nostri articoli sa perfettamente che non siamo stati mai tenerissimi nei confronti di Roberto Breda. Una colonna della storia granata, un ottimo professionista e un simbolo dello sport salernitano che, però, ha avuto delle battute a vuoto in questa sua seconda esperienza alla guida dei granata. Al punto che, dopo Carrara e Frosinone, avevamo ipotizzato un ribaltone tecnico invitando l'ambiente a rivalutare Martusciello.
In questi giorni, però, non condividiamo critiche fatte più di pancia che di testa e che sfociano in un'analisi in tanti casi superficiale. Anzitutto pareggiare a Bari, contro 20mila persone e con un avversario che dieci giorni fa dominava in casa del Sassuolo, fa morale e aiuta ad accorciare in classifica. Ricordiamo che Breda ha ereditato la Salernitana in caduta libera dopo le prove pessime con Juve Stabia, Brescia, Frosinone e Catanzaro, a - 5 dalla salvezza e con uno spogliatoio spento e con qualche crepa.
La nostra sensazione è che, al netto dei limiti e del fatto che bisognerebbe comunque trasmettere maggiore grinta dalla panchina, Breda abbia comunque capito che questa squadra ha enormi problemi e che, forse, giocando diversamente si esporrebbe a brutte figure. Prendiamo la partita di sabato sera: sbilanciarsi, con un centrocampo macchinoso come quello della Salernitana e una difesa lenta, fa semplicemente il gioco dell'avversario. E il Bari, di fatto, ha concluso verso la porta soltanto in un'occasione sfruttando un errore di Ruggeri e non su un'azione costruita.
E poi il tormentone dell' "osare". Lo abbiamo detto in passato: tenere cinque difensori sempre e comunque, anche quando si gioca in 11 contro 10 e in casa, è un eccesso di prudenza. E a volte sarebbe bello vedere Verde, Soriano e due punte in campo contemporaneamente, senza aspettare per forza di andare in svantaggio. Tuttavia, quando si chiede al mister di attaccare, ci dicessero anche con chi bisogna osare? Con Simy, Wlodarczyk, Braaf e Raimondo? Calciatori che ad oggi hanno dato poco o nulla? O con Tongya che "vive di rendita" per 2-3 partite discrete a settembre?
La verità, come sempre, sta nel mezzo. Con Breda la Salernitana ha perso punti per strada contro avversari abbordabili e talvolta rinunciando ad attaccare. Allo stesso tempo, però, questa rosa non ha forza, caratteristiche, qualità e freschezza mentale per esprimersi in modo diverso. Non è un finale per gli amanti dell'estetica: è anche da questi punti contro avversari superiori che si può costruire la salvezza. 4 gare nell'ultimo mese e mezzo senza subire gol, 12 punti conquistati e un distacco più che dimezzato dalla sestultima. E se proprio bisogna muovere delle critiche, ci si ricordi che tutto parte dalla proprietà e che il ds non ha rinforzato la rosa a gennaio.
Già, perchè la caccia al colpevole deresponsabilizza chi, invece, dovrebbe essere chiamato a rispondere alle domande dei giornalisti locali,e dei tifosi per capire una volta per tutte da cosa derivi questo ridimensionamento totale, con la Salernitana di Iervolino di fatto in zona retrocessione da due anni. In queste ore c'è stato l'annuncio dell'addio al calcio di Candreva, con annesso messaggio toccante di Sousa.
Se pensiamo che avevamo Ochoa, Ribery, Candreva, Sousa .(il miglior allenatore della storia granata), Dia e Piatek e che, dopo aver disputato un ottimo campionato di A dominando contro tutte le big, c'erano davvero presupposti economici, societari, tecnici e ambientali per avviare un progetto incredibile e che oggi al massimo festeggeremo per aver sopravanzato Cittadella e Carrarese per non retrocedere, allora possiamo renderci conto di quanto grande sia stata l'illusione alimentata da chi sognava Cavani e ci ha propinato Stewart con l'algoritmo.
Rivedere le immagini di uno dei più grandi giocatori della storia granata (e chi dice il contrario non capisce nulla di calcio, del resto qui hanno intitolato club o battuto le mani a chi destabilizzava gli spogliatoi o baciava la maglia per poi chiedere la cessione) fa male al cuore. Perchè sembra passata una vita, invece stiamo parlando di appena due anni fa. E che errore è stato, anche da parte di Petrachi, non fare di tutto per costruire attorno a lui la Salernitana versione 2024-25. Uno come Candreva meritava di chiudere la carriera in modo diverso, con una proprietà che non macchiasse il suo curriculum con una retrocessione e con una tifoseria che lo applaudisse. Ma, per qualcuno, è sempre colpa degli altri. Ora tocca a Breda.
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