L'era Sabatini è entrata nel vivo. In meno di dieci giorni la Salernitana sta cambiando pelle, secondo le linee guida del nuovo direttore generale che non ci ha messo molto a dare il suo imprinting alla squadra granata. La vittoria di Verona non è stato solo un caso, ma la conferma che la squadra, se unita e concentrata, può fare risultato sempre e ovunque, esprimendo anche un buon calcio. Ma facciamo un passo indietro e torniamo alla conferenza stampa di Walter Sabatini che senza essere nemmeno troppo velato aveva lasciato intendere quale sarebbe stato il suo dictat per aumentare quel 5%. E come in ogni buona ricetta che si rispetti non devono mancare i giusti ingredienti, mescolati a dovere dalla chef, con precisione e tempismo, monitorando tutti i minimi dettagli.

Primo ingrediente: la pulizia. Una pulizia su di una rosa ricca di gente scontenta, con la mente altrove e non dedita al sacrificio ed alla abnegazione per la maglia granata. Pulire insomma da quello che non serve è che può rovinare il gusto. Quindi via Mazzocchi subito, via probabilmente Dia a breve, e via qualcunaltro che rende grigio e cupo lo spogliatoio. Secondo ingrediente: l'ordine. Mettere ordine tra i calciatori, parlare con loro, chiarire loro idee, progetti e soprattutto cosa sono chiamati a fare per questa maglia. Ordine mentale in un gruppo che sembrava una polveriera pronta ad esplodere e che oggi pare stia ritrovano la giusta compattezza.

Terzo ingrediente: i soldi. Sanare le casse societarie, incassare da qualche cessione per far rientrare le perdite e avere budget per un mercato fondamentale da portare avanti con attenzione e in maniera oculata, ottimizzando gli investimenti. 20/25 milioni il minimo da portare a casa per poterne rispendere meno delle metà per consegnare a Inzaghi qualche valida alternativa in più. Quarto ingrediente: i volti nuovi. Un po' come le spezie o gli aromi a fine cottura, qualche volto nuovo pronto a dare un sapore diverso a tutto l'ambiente, con freschezza, entusiasmo e voglia di fare bene, gettando il cuore oltre l'ostacolo, come spesso è mancato in questo periodo.

Già nell'affare Mazzocchi si è vista la differenza tra Sabatini e il passato: una trattativa quasi chiusa sotto i due milioni prima del suo arrivo, portata a tre milioni in poche ore. Ed è solo l'inizio. Anche con Dia potrebbe andare essere lo stesso: quindici milioni sono pochi, venticinque sono tanti, venti la giusta cifra che il dg granata potrebbe chiudere raggiungendo quasi quel budget di cash stabilito con il presidente. E poi via agli acquisti, tra prestiti e occasioni, anche last minute, con un occhio all'estero ed alla lista svincolati. Gli ingredienti per un campionato diverso ci sono tutti, la cottura è iniziata, e il primo assaggio è stato già più che gustoso. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 04 gennaio 2024 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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