Cominciamo col dire che non è una critica all'operato della società e del diesse Morgan De Sanctis. Si tratta di una semplice constatazione della realtà alla luce di quattro partite ufficiali, tra coppa Italia e campionato. Quattro reti, tre di Candreva con tre gioielli, e una di Dia, figlia del suo istinto da goleador. Una vittoria, stentata quanto sofferta, contro una squadra più che modesta e di categoria inferiore, che occupa gli ultimi posti del campionato cadetto, un pareggio contro una squadra, la Roma, ferma ad un punto e in piena emergenza tra squalifiche e infortuni, ed un altro contro una squadra fermata in casa sullo 0a0 anche dal Frosinone, neopromossa e con tutti giovani di belle speranze, capace di segnare un solo gol in tre partite proprio contro la Salernitana.. E poi la sconfitta con il Lecce, partito bene ma sicuramente non destinato ai piani alti della classifica. Un po' poco per alzare l'asticella e migliorare quel quindicesimo posto della scorsa stagione. Oltretutto con una squadra sulla carta meno competitiva, con un Piatek e un Vilhena in meno in campo.

La piazza è preoccupata e divisa tra chi manifesta apertamente il suo malcontento e la sua preoccupazione in vista del futuro e chi invece si cela ancora dietro un cauto ottimismo, professano calma e prendendo quanto di buono, seppur poco, farro vedere in questo primo scorcio di campionato. L'unica certezza per tutti resta Paulo Sousa: il vero big o top player della Salernitana chiamato a fare un miracolo almeno fino a Gennaio, quando la società sarà costretta ad intervenire sul mercato, molto probabilmente, per raddrizzare il tiro.

I risultati sono lo specchio del mercato svolto, con tante incognite e poche certezze: tra posizioni scoperte come l'out mancino, a posizioni coperte con vere e proprie scommesse, come Legowski e Martegani, senza parlare dei due attaccanti di cui si fatica anche a pronunciare i nomi, figuriamoci a scriverli. I risultanti sono un'incognita così come lo è il mercato e il tutto lascia l'amaro in bocca per quello che poteva essere e che non è stato, ovvero un mercato giocato d'anticipo vista la salvezza conquista prima del tempo e figlio di una posizione sempre più solida sia della squadra, che della società. Se poi si vedono Zapata e Nzola andare via a meno di dieci milioni di euro, o svincolati di lusso come Sansone, Soriano e Pereyra, la delusione aumenta ancora di più. Anche perché l'asticella si è alzata, ma per le altre: il Lecce di Corvino ha costruito una squadra giovane e scoppiettante, il Frosinone ha rivoluzionato la rosa, il Verona ha giocato d'esperienza, il Cagliari si è mosso sotto l'occhio attento di Ranieri. Insomma le altre si sono rinforzate e non poco, con la sensazione che la quota salvezza si sia alzata ancor di più.

Non ci resta che affidarci a lui, a Paulo Sousa, il vero fuoriclasse della Salernitana: i primi due punti sono soprattutto merito suo e delle sue scelte, che per poco non si sono ripetute anche in quel di Lecce. Al portoghese si chiede un piccolo miracolo per tenere a galla questa barca e condurla o acque sicure almeno fino a gennaio dove poi, la società, dovrà per forza fare qualcosa. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 07 settembre 2023 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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