Le espressioni del tipo "momento della verità" oppure "fase decisiva per la stagione" ed altre simili sono sovente un po' abusate, soprattutto quando giungono a settembre o ad ottobre. Il caso della Salernitana, tuttavia, sarebbe, a mio avviso, alquanto differente e in quanto tale potrebbe essere destinatario di una siffatta frase forte, vuoi perché i granata sono partiti con un carico di dubbi e di incognite ben superiore alla media, vuoi perché non vi sarebbe molta concordia riguardo gli obiettivi stagionali alla effettiva portata degli uomini di Martusciello. Dopo un ritiro svolto con un'altra squadra e il grande reset del calciomercato e dopo l'aver puntato su alcuni grossi nomi di svincolati o reduci da infortuni multipli o lungodegenze varie è normale che alla Salernitana serva più tempo e più rodaggio che alle avversarie e di ciò è logica conseguenza che per esprimere giudizi più compiuti ed attendibili sul valore della rosa e sugli obiettivi perseguibili sarebbero necessari più verifiche e, quindi, più incontri. Le prime giornate hanno evidenziato pregi e difetti della Salernitana di Martusciello, formazione che è parsa da subito dotata di classe e tecnica mediamente elevata e di spirito di gruppo, ma anche poco equilibrata in campo ed eccessivamente vulnerabile in fase difensiva, tanto a livello di errori individuali che di intero reparti.
Si sa che anche le migliori retroguardie non potrebbero prescindere dalla giusta copertura offerta dal centrocampo e, infatti, proprio la mediana era il reparto più bisognevole di trovare il giusto assetto grazie agli opportuni correttivi del tecnico ischitano. La gara pareggiata a reti bianche dalla Bersagliera contro la Reggiana può essere considerabile, in attesa di imminenti riprove e conferme, un potenziale spartiacque grazie all'ingresso nell'undici titolare di Reine-Adelaide e al rientro di Maggiore, oltre alla riconferma iniziale anche di Hrustic, elemento fisico oltre che di qualità, con il compito di fluttuare tra corsie esterne e trequarti in fase di possesso offensivo nonché di rientrare ad infoltire la mediana nelle situazioni di non possesso. Il nuovo assetto, al netto di un valore globale non proprio eccelso del team di Viali, avrebbe fornito un buon riscontro, garantendo al cavalluccio marino una ricca produzione in attacco e meno rischi dietro, sebbene qui abbia concorso il contributo di un leader della difesa quale Gian Marco Ferrari. Gli innesti a centrocampo e quelli nel reparto arretrato, oltre alla possibilità di recuperare elementi validi attualmente ai box come Soriano e Tongya, indurrebbero a intravedere più rosei scenari per il club caro al neo presidente Busso, ma ecco che all'orizzonte si staglia una gara molto importante come la sfida al Catanzaro, seguita da un trittico terribile (Palermo e Cremonese in trasferta e Spezia all' Arechi) e con una sosta in mezzo tra i rosanero e i liguri.
Perché questa quaterna secca di match di campionato rappresenterebbe un potenziale momento chiave? Perché contro i calabresi occorrerà confermare anche all'Arechi il più equilibrato assetto tattico raggiunto e puntare, altresì, sulla riconferma, imprevisti permettendo, dell'undici base dell'ultima trasferta in terra emiliana, dal momento che tra le prime azioni di un allenatore vi deve essere l' individuazione di un undici base reputato al momento più affidabile. I tre punti contro i giallorossi serviranno come il pane, non solo e non tanto per una classifica corta e ancora poco determinante, quanto per il processo di crescita dei granata, a livello di fiducia ed entusiasmo e a livello di carica ambientale attorno alla squadra. Tornare a rendere indigesto l' Arechi per i team ospiti porterebbe indubbi benefici per affrontare meglio le tre successive gare, contro avversarie che allo stato sembrerebbero possedere numeri e mezzi per contendere ai campani le prime posizioni in graduatoria. Il Palermo al momento starebbe procedendo in modo altalenante mostrando solo a sprazzi il valore del proprio roster, mentre Cremonese e Spezia starebbero confermando una buona continuità e una buona condizione psicofisica, importanti presupposti per fare bene in cadetteria.
Le quattro prossime contese ci diranno molto di più sul reale valore di un gruppo che a livello di nomi e di rosa pare poter competere per le zone medio alte della classifica di serie B e peseranno le possibili ambizioni (nascoste) della società e dello staff tecnico di inserirsi in una lotta per conquistare qualcosa di affascinante. Questo sviluppo però non è giustamente percepito come un peso né tanto meno un obbligo, ed il procedere a fari spenti potrebbe rivelarsi vantaggioso per il cavalluccio marino. La Bersagliera, infatti, pur consapevole del mese di fuoco in arrivo, dovrà essere brava a guardare ad una sfida alla volta, senza abbandonarsi a prospettive più lunghe, né ovviamente a calcoli e tabelle varie. La testa leggera unitamente alla fiducia nei propri mezzi potrebbe costituire il cocktail ideale per ottenere risultati buoni e magari pure non del tutto pronosticabili alla vigilia della partenza del torneo. Mister Martusciello sta iniziando ad avere sempre più giorni di lavoro per conoscere meglio ciascun elemento della rosa e per provare e riprovare assetti e soluzioni, tanto per presentarsi dal primo minuto e tanto per intervenire a gara in corso. La scelta di un undici iniziale, insieme alla selezione di quei tre o quattro cambi abituali da adottare nelle situazioni di vantaggio o svantaggio, o per provare a mutare una gara bloccata, sarebbero le prime bandierine da posizionare per mister Martusciello ed il suo valido staff. Le soluzioni, squalifiche ed infermeria permettendo, inizierebbero ad abbondare, tra cui soprattutto quelle tali da consentire mutamenti nel reparto offensivo e nel modo di attaccare le difese rivali: la soluzione due punte di peso con dietro un trequartista puro ad innescarle o, in alternativa, la disposizione ad albero di natale con due mezze punte alle spalle di un centravanti fisico.
Essere imprevedibili dalla cintola in sù, una volta conseguita una certa solidità nel pacchetto arretrato, rappresenterebbe un fattore per alzare l'indice di pericolosità di una Salernitana che, grazie alle sue bocche di fuoco, potrebbe monetizzare una presumibile gran mole di occasioni da rete prodotta dai suoi interpreti di qualità e creatività. Palermo e Cremonese fuori casa e Spezia a Salerno saranno i primi veri banchi di prova per avere risposte sulle possibilità reali della Martusciello band di inserirsi nella lotta play-off o persino alle posizioni migliori della griglia post season. Avversari di valore e che possono vantare carattere e sia tecnici che calciatori esperti sapranno certamente misurare le ambizioni stagionali della nostra Bersagliera, anche e specialmente dal punto di vista della capacità granata di reggere l'urto e di non avere timori reverenziali, nonché testeranno la bontà dell'assetto campano e la tenuta fisico atletica di diversi suoi giocatori. Torregrossa, Wlodarczyk e Simy riusciranno a farsi valere in queste sfide difficili e accese? La nuova retroguardia terrà botta contro punte rivali pericolose e determinate a fare male? La Salernitana confermerà anche in trasferte toste e contro dirette concorrenti la sua attitudine a fare gioco e a tenere il pallino in mano a centrocampo? Questi ed altri interrogativi potranno essere soddisfatti da qui ad un mese, arrivando a fine ottobre contro il neo promosso Cesena con una dimensione più definita e più compiuta e con la possibilità di capire cosa si potrà e si vorrà fare da grandi. In chiusura, sebbene ora il protagonista debba essere il rettangolo verde, proviamo a portarci avanti e a dirottare il nostro focus sul calciomercato di riparazione di gennaio, cercando di immaginare i probabili scenari attuabili per il club del patron Iervolino, nonché sulla possibile evoluzione della partita aperta per la probabile cessione societaria ad altri imprenditori.
Quanto al mercato invernale è fuori discussione che a determinarlo in un senso più incidente o meno significativo saranno due ben precisi fattori: la posizione in classifica che la Salernitana occuperà a fine anno e a fine girone di andata in classifica e la possibilità che sia o meno avvenuto il passaggio di proprietà del club di via Allende. Una Bersagliera collocata nei quartieri nobili del torneo cadetto darebbe una indubbia spinta a rinforzare la squadra con almeno un innesto di primo livello per reparto, con Bronn, Maggiore e Simy indiziati ad oggi di uscita verso altri lidi e con possibili acquisti di spessore a surrogarli per un girone di ritorno da possibili protagonisti. Questo scenario Petrachi si augura si possa verificare in modo da poter il dirigente fare leva sia sull'attuale proprietà sia sulla eventuale nuova governance che, spinta dai buoni risultati e dal conseguenziale entusiasmo ambientale, vorrà presentarsi bene alla piazza inseguendo un colpaccio imprenditoriale quale sarebbe il ritrovarsi in A l' anno prossimo. Iervolino sembrerebbe ad ora volere cedere ed uscire dal calcio a prescindere da possibili buoni riscontri sportivi della sua creatura, ed in nome di ciò parrebbe più augurarsi successi per monetizzare prima e meglio il suo investimento che per riscattarsi e provare a ritornare nell'Olimpo del calcio italiano. Qualunque sia il timoniere la Salernitana merita gratificazione e così soprattutto il lavoro certosino e lodevole svolto dal direttore sportivo Petrachi in condizioni difficili, come pure gli sforzi di un trainer in grado di dare già un' impronta riconoscibile alla sua formazione e una coesione di gruppo ben visibile ed apprezzabile.
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