Argomento di discussione molto gettonato in questi giorni è il vantaggio, paradossale, di giocare in uno stadio vuoto e che non trasmetta le famose pressioni ai calciatori. In merito gli ex granata sono divisi: c'è chi crede che il pubblico possa essere comunque una componente determinante, chi ricorda le contestazioni estive e benedice la scelta del Governo di tenere chiusi i cancelli. La redazione di TuttoSalernitana ha chiesto un parere anche a Riccardo Colombo, doppio ex della sfida in programma lunedì sera contro la Reggina: "Non scopro certamente io quanto il pubblico possa dare alla Salernitana, anche le contestazioni celano un amore di fondo che ha pochi eguali in Italia. Io gioco con la Pro Patria, non abbiamo un grosso seguito eppure il pubblico ci manca da morire e lo stadio vuoto fa male. Figuriamoci quanto perda la Salernitana. Nella stagione 2014-15 siamo andati in svantaggio un sacco di volte, ma attaccando sotto la nostra curva siamo riusciti a portare a casa pareggi o vittorie incredibili. Ricordo anche la trasferta decisiva di Lecce, con il boato in sottofondo dopo il mio gol: è una tifoseria che incide molto e che trasmette emozioni uniche, sono convinto che con i tifosi sarebbe una Salernitana ancora più forte e competitiva".
Colombo parla proprio di quella esperienza ricordando il clima di tensione che si respirava in città dopo il caso Somma. Una situazione, in proporzione, paragonabile a quella di oggi: "Effettivamente non è mai facile per un calciatore vivere momenti del genere. Mi aveva scelto proprio il mister, dieci giorni dopo fu esonerato per dissidi con il direttore sportivo. E' il gruppo, in quei casi, a fare la differenza, i giocatori più esperti hanno l'obbligo di metterci la faccia e di assumersi responsabilità come ho sempre fatto in tutti gli spogliatoi in cui ho giocato. La superammo alla grande e, pian piano, riempimmo lo stadio. Alla fine i risultati sono l'unica ricetta, non credo che una Salernitana prima e seconda in classifica possa suscitare contestazioni nei 90 minuti se aprissero l'Arechi". Ancora sulla sua esperienza e su quanto si potesse costruire sull'ossatura della rosa 2015-16: "So che ci sono un po' di malumori in città, ma non si possono mettere in discussione gli investimenti della società. Nel primo anno effettivamente avevamo una squadra molto forte, con attaccanti come Coda e Donnarumma e gente di livello in tutti i reparti. Se, però, ti chiedono di andar via o arrivano offerte di categoria superiore è fisiologico quantomeno pensarci e fare delle valutazioni. Il calcio è così, il tifoso ovviamente ragiona con il cuore e certe dinamiche sono lontane dal loro pensiero dettato esclusivamente dal sentimento. Ma sono felicissimo di vedere i granata lassù, anche grazie al lavoro di un allenatore che conosciamo tutti e che, con questa identità ben precisa, riesce a fare risultato quasi ovunque a prescindere dal cosiddetto bel gioco".
Infine un messaggio alla piazza e un retroscena: "Andai via a malincuore, ma non ho rancore e sono comunque felice di aver giocato con la Salernitana. Avverto ogni giorno, anche sui social, l'affetto della piazza nei miei confronti ed è un sentimento totalmente ricambiato. Ho indossato anche la maglia della Reggina, ma lunedì tiferò granata perchè una vittoria sarebbe fondamentale. La mancata riconferma? Scelte societarie, decisero di puntare su Laverone. Fa parte del gioco, non è un problema. Chissà che un giorno non possa tornare sotto un'altra veste. Sarebbe un onore difendere ancora i vostri colori".
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