Torna a parlare l'ex presidente della Salernitana Marco Mezzaroma. Lo fa in esclusiva ai nostri microfoni ripercorrendo le fasi salienti di un'estate intensa e complessa, in cui l'iscrizione sembrava in bilico. Quanto al futuro, si cercherà in ogni modo di evitare qualsivoglia braccio di ferro, ma la sensazione è che si resti vigili. se si dovesse cedere ad un prezzo non ritenuto congruo, presumibilmente gli ex patron farebbero valere le proprie ragioni in sede diversa da quella sportiva. Con risvolti che potrebbero essere clamorosi. Ma, ad ora, la volontà è quella di chiudere la questione in modo chiaro, sereno e trasparente entro il 31 dicembre. Ecco le sue dichiarazioni:
Come mai avete deciso di affidarvi ad un trust rischiando di perdere tutto in caso di mancata cessione nei tempi stabiliti?
"Ricordo bene tutto quello che è accaduto dopo la vittoria del campionato. In quel periodo si erano fatti avanti in tanti, ma quando si trattava di concretizzare si tiravano indietro. Va detto che erano stati imposti tempi troppo brevi, anche per questo le trattative non sono andate in porto. In trenta giorni è difficile vendere qualunque bene, figuriamoci una società di calcio partita da zero e arrivata in A con notevole dispendio economico. Proprio per questo abbiamo deciso di percorrere la via del trust".
Ci sono novità sulla cessione?
"Faccio una premessa: vi ringrazio di avermi contattato e mi fa sempre piacere parlare della Salernitana in veste di ex presidente, ma sul tema non posso esprimermi più di tanto perchè non sono a conoscenza di quello che succede. Sono ex proprietario, beneficiario dell'incasso derivante dalla vendita, ma non abbiamo nessuna informazione a riguardo. Le trattative eventualmente in essere sono coperte dal segreto professionale, i trustee non comunicano nulla nemmeno ai diretti interessati così come sottoscritto all'interno del trust. Il nostro compito è quello di attendere che si materializzi la cessione, non possiamo in alcun modo interferire. Spero che i trustee possano lavorare al meglio, cedendo il club ad un congruo valore di mercato. Il termine del 31 dicembre? Le proroghe non dipendono da me, il dominus di tutto è la Federazione".
Ma se entro il 31 dicembre non dovesse accadere nulla si andrà alla battaglia con la FIGC?
"Non voglio nemmeno pensare a questa eventualità. Al di là della passione sportiva e del tifo per i colori granata, io e mio cognato abbiamo fatto un investimento durato dieci anni e ci aspettiamo di avere un ritorno importante. Con la promozione in serie A è normale che il valore della Salernitana sia aumentato esponenzialmente. se non ci è consentito di proseguire il percorso sportivo, si tuteli l'imprenditore e ciò che ha fatto nell'arco del tempo. Non sono abituato a fasciarmi la testa prima di rompermela, aspetterò di capire cosa succederà. Se accadesse l'imprevedibile, metterò in campo le iniziative adeguate. Ma sono convinto che il problema non si porrà, ho letto i vari comunicati dei trustee e stanno mettendo in atto un processo tale da salvaguardare il valore patrimoniale della Salernitana. Stiamo parlando di una squadra che, in serie A e in un periodo difficile per l'economia mondiale, può contare su bilanci sani anche grazie alla nostra gestione aziendale che riterrei ottimale".
Parlando di calcio che pensa del cambio Castori-Colantuono?
"Sono abituato a parlare delle cose che conosco direttamente. Non avendo possibilità di vivere in prima persona quello che succede all'interno della società non me la sento di esprimere giudizi in nessuna direzione. La Salernitana sta affrontando un campionato difficile, non lo scopro certo io. L'impatto non è stato propriamente positivo, ma tutte le neopromosse hanno bisogno di un periodo di adattamento. La classifica dice che la squadra è penultima con sette punti, ma contro il Napoli ho visto un'ottima prestazione e ci sono tutti i presupposti per salvarsi. Il mio appello è sempre lo stesso: spero che la tifoseria resti sempre vicino ai calciatori, l'apporto del pubblico può fare la differenza".
Un giudizio sulla sconfitta contro il Napoli? I più ritengono sia totalmente immeritata...
"Ribadisco quanto detto prima: ottima prestazione, pur con qualche assenza di troppo e con la consapevolezza di affrontare la capolista. Spesso i risultati non rispecchiano l'andamento della gara, ma guai a perdere la fiducia che si sta acquisendo partita dopo partita. Contro il Napoli ho visto una buonissima Salernitana, la difesa mi è piaciuta tanto e voglio fare una menzione particolare per Gyomber. Bisogna continuare su questa strada, senza demoralizzarsi".
Torniamo al discorso societario: in un calcio in piena crisi economica che senso impedire ad un imprenditore facoltoso di investire in una squadra solo perchè un parente di quarto grado è proprietario di un altro club? Sembra una grossa contraddizione, in fondo la A la Salernitana la sta facendo con i soldi degli ex proprietari...
"A quanto sapevo, una riflessione nel merito c'era stata. Poi però gli atti ufficiali sono andati in una direzione differente e nessuno ha capito perchè. Addirittura, qualche mese fa, hanno inasprito le regole in essere abolendo in modo definitivo la doppia proprietà. Fino a quando la limitazione riguarda una persona che ha due squadre nella medesima categoria nulla quaestio, ma se il no viene esteso a parenti e affini mi pare una forzatura. E questo ormai a prescindere che sia partecipazione diretta o controllo. Fosse anche con una quota dell'1%. Non bisogna dimenticare che quello dell'impresa è un diritto costituzionalmente garantito: ad oggi se volessi essere presidente di una società professionistica non potrei. Sono sicuro che, al vaglio di giudizi di merito, questa limitazione non resisterebbe. La Costituzione parla chiaro. Ci sono tante contraddizioni, è palese. Ma le regole non le scrivo io".
La regola, però, esiste e ne eravate a conoscenza già dieci anni fa. Qualcuno ricorda un'intervista in cui Lotito disse che, in caso di A, l'avrebbe ceduta ad un euro...
"Un detto dice che sono tutti buoni a ragionare con i soldi degli altri. Il bello di internet è che ognuno può dire la sua".
Come mai si dà tanto credito a personaggi che, in estate, hanno attratto le folle con fake news a ripetizione? Tra Della Valle, Rainone, penali da pagare e pensieri maliziosi su una vostra presenza occulta si sono lette veramente tante cose, eppure parte della tifoseria dà spazio a chi scrive spesso cose non vere...
"Non lo so. E' un grosso limite di una città e di una piazza che amo profondamente. In una delle ultime interviste che feci, quando ancora potevo entrare nel merito, dissi che finalmente i famosi romani erano fuori dalla Salernitana e che la promozione in A dovesse essere l'occasione per prendere coscienza che operatori dell'informazione distorcono la realtà lanciando segnali volutamente sbagliati. Le informazioni dovrebbero essere corrette, non tanto per salvaguardare Lotito e Mezzaroma ma per il bene della Salernitana. E' gente che crea disturbo, polemiche inutili e vuole destabilizzare ad arte. Magari qualcuno è anche in buona fede, ma non si aiuta la crescita del club dando per certe notizie che non sono assolutamente veritiere. Era nell'interesse di tutti cedere la Salernitana, davvero eravamo così sprovveduti da rifiutare proposte reali e concrete affidandoci ad un trust?"
Se in sede civile si riconoscesse che il regolamento sportivo sulle multiproprietà è anticostituzionale, lei rientrerebbe nel calcio?
"Al di là della passione, del tifo e dell'attaccamento ho sempre detto che considero il calcio un settore di investimento molto interessante. Il nostro percorso ci ha portato, in dieci anni, a gestire una società che valeva zero e oggi vale decine e decine di milioni. Mi piacerebbe restare nel mondo dello sport, ad oggi mi è vietato. Ma vedremo cosa succederà in futuro".
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