"Giornata drammatica. Ero al corrente della malattia di Carlo, già da un annetto aveva iniziato questa battaglia e purtroppo la situazione è peggiorata progressivamente. Un paio di mesi fa ci siamo sentiti, le notizie non erano buone. Non mi sarei aspettato un epilogo del genere e così rapido, fa male. Mi aveva promesso che avremmo proseguito il nostro percorso lavorativo insieme. Ci eravamo però resi conto che era impossibile tornare sui campi. La speranza era sempre presente nel mio cuore, ma era debilitato e dalla voce non avevo avuto una buona impressione". E' questo il ricordo di Mirko Cudini che, alla redazione del quotidiano La Città, ha parlato della scomparsa di Carlo Ricchetti, stroncato da una brutta malattia.

L'ex difensore granata apre l'angolo dei ricordi con un pizzico di commozione e tanta tristezza: "Siamo stati tre anni insieme a Salerno, con risultati buoni e meno buoni. Ho il ricordo di un uomo vero, di una persona perbene e reale. Un punto di riferimento. E poi il calciatore, per il quale non ci sono parole. Poi è stato il mio vice allenatore, un segno del destino. Lui era a Foggia e si sono create tutte le combinazioni per riprendere un percorso lavorativo insieme. Ho avuto conferma di quello che già sapevo: grande persona, tecnico competente. Il calcio perde moltissimo, sono sempre di meno gli uomini di tale spessore e che si sono approcciati nel modo più intelligente a questo sport. Ci sarebbe bisogno di tanti Ricchetti per rimettere in pista questo sistema".

C'è spazio per un aneddoto e per l'elogio di un gruppo che incarnava per davvero i valori dei tifosi salernitani: "E' sempre stato riservato e schivo, ma allo stesso tempo sapeva scherzare ed essere generoso. Nello spogliatoio ne capitavano tante, soprattutto ai tempi di Claudio Grimaudo. C'era sempre un po' di sfottò, aveva una maturità incredibile pur essendo un calciatore giovane. Qualcuno diceva che era il nonno della situazione. E quando la squadra era in difficoltà era un valore aggiunto".Infine sul cuore enorme di una tifoseria che vuol bene a chi onore la maglia come fosse gente di famiglia: "Lo avverto e fa piacere. Carlo rispecchiava tanti valori, Salerno lo ama come uomo prima ancora che come atleta. Ha fatto innamorare i salernitani, in quel 4-3-3 che esaltava le sue caratteristiche".

Sezione: News / Data: Mer 29 ottobre 2025 alle 16:30 / Fonte: La Città
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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Caporedattore dal 2024
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