Gli assenti hanno sempre ragione, non all'Arechi però. Salernitana e Fiorentina si affrontano falcidiate entrambe dalle defezioni di diversi presunti titolari, ma le vere assenze, quelle che fanno più rumore, sono da ricercarsi in tribuna autorità, dove spiccano i sediolini vuoti della famiglia Iervolino, e dell'ad Milan, dirottato altrove da impegni di lavoro. Più comprensibili, invece, le mancate presenze, in vari settori, di diversi abbonati, che hanno preferito restare a casa e non recarsi nel principe degli stadi, nonostante il meteo ritornato clemente. Il silenzio della società granata e, in primis, del suo massimo esponente Danilo Iervolino fa davvero specie e lascia campo libero ad una ridda di voci ed interpretazioni che bene non fanno all'ambiente nel momento del dolore per una retrocessione a cui manca davvero. soltanto il sigillo dell'aritmetica.
Zero dichiarazioni sul prossimo futuro del cavalluccio marino, per non parlare di programmi e di scelte, per i quali realmente nulla si scorgerebbe scrutando l'orizzonte. Silenzio che fa altrettanto parlare di sé e che potrebbe rivestire valenza significativa sarebbe pure quello della curva sud siberiano, non nel senso della voce e dei cori, anche stavolta non mancati, bensì riguardo all'aver la tifoseria più calda totalmente ignorato il presidente Iervolino e la società tutta. Silenzio e scena muta in campo della Salernitana invece di rumore non ne fa e nemmeno notizia, per una angosciante e avvilente assuefazione alla sconfitta casalinga in quello che una volta era un tempio quasi invitto. Gli unici cori di contestazione della curva vanno nella direzione di prendere di mira i calciatori campani, nuovamente, non è la prima volta, tacciati di scarso attaccamento e poca professionalità.
Attenzione, però, non si fa di tutta l'erba un unico fascio a Salerno, con la platea che esenta Antonio Candreva da ogni manifestazione di dissenso, tributandogli anzi un convinto applauso al momento del suo avvicendamento a metà ripresa. Fantantonio gli applausi se li merita tutti, non per la prestazione di ieri, più opaca ed abulica del solito, ma per la carriera e per le due stagioni in granata, con il suo essere stato esempio e ultimo a mollare sempre sul rettangolo verde. L'atteggiamento, però, un po' più passivo e distaccato del consueto da parte dell'ex nazionale azzurro fa pensare e farebbe quasi propendere per un intendimento di lasciare il club a fine stagione, con una stagione di anticipo rispetto alla naturale scadenza del contratto, prevista per il 2025. Candreva è parso incupito e molto contrariato, oltre che, come altre volte, alquanto mortificato per l'andamento stagionale e per l'ennesima resa casalinga, e ciò anche quando usciva a testa bassa dal campo, pur rispondendo agli applausi della tribuna senza alzare lo sguardo neppure allora.
Il trentasettenne romano sta benissimo a Salerno e non lo ha mai nascosto ma probabilmente sta soffrendo la mancanza di chiarezza sui programmi futuri e sta percependo un'aria di smobilitazione più che brame di riscatto e di rilancio. La sensazione era, e resta, che qualora il club granata avesse da subito manifestato l'intenzione di mettere Candreva al centro di un progetto importante volto al ritorno immediato in serie A, l"ex Inter e Lazio avrebbe potuto seriamente pensarci, magari allettato dalla possibilità di ricambiare in modo tangibile l'amore e la stima della piazza nei suoi confronti. La possibilità che ciò avvenga sembrerebbe allontanarsi dopo l'ultima settimana silente di chi invece potrebbe e dovrebbe fare sentire la propria voce, sebbene vi possa essere ancora margine di invertire il triste trend e iniziare a fare scelte concrete con le relative assunzioni di responsabilità.
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