La partita da ultima spiaggia. Ancora una volta. Perchè, vincendo sabato, in fondo si potrebbero giocare i tre scontri diretti di fila con un pizzico di motivazione in più e con la speranza di restare aggrappati a un sogno che inizia con la prima lettera dell'alfabeto. La tifoseria, come sempre, farà la propria parte: saranno quasi in 20mila, numeri super quando c'è una classifica così deficitaria. La società e la dirigenza hanno garantito vicinanza.

Ora tocca ai giocatori, ovviamente i principali responsabili di questo disastro sportivo. Sono cambiati tre allenatori, due direttori sportivi, eppure gli atteggiamenti sono rimasti gli stessi. Talvolta irrispettosi nei confronti di una società che, al netto degli errori, garantisce stipendi importanti con puntualità svizzera utilizzando più la carota che il bastone proprio per non rendere ulteriormente teso il clima all'interno dello spogliatoio.

Salerno si sente tradita, c'è poco da fare. Prima della gara con l'Empoli, ciascun tifoso è sceso idealmente al fianco della squadra trasformando un allenamento a porte aperte in una festa a tinte granata. E che tifo, la sera successiva, nell'arco dei 90 minuti. Tutto inutile, purtroppo. Perchè quando un gruppo non sente la maglia e non ama la Salernitana, una spinta del genere non si trasformerà mai in carica agonistica.

Vogliamo sperare almeno in uno scatto d'orgoglio per salvaguardare la dignità sportiva. Propria e della tifoseria. Dopo il 4-0 di San Siro, tante testate nazionali hanno metaforicamente sparato sulla croce rossa riprendendo il tormentone della A a 18. Nei salotti tv abbondavano commenti ironici, critici, durissimi. Li avranno ascoltati, coloro che hanno avuto il coraggio di mandare a quel paese l'allenatore dopo una performance imbarazzante, scambiando sorridendo la maglia con un avversario e arrivando in ritardo all'allenamento di domenica? 

Prima uomini, poi calciatori. Fu questo il diktat di Iervolino nella conferenza stampa di dicembre. E non può avere colpa la società se ognuno va per conto suo, se Salerno viene vista come un ripiego visto che in estate presunti campioni aspettavano chissà quali offerte, se gente che fa calcio da 20 anni non ha l'autorevolezza di alzare la voce all'interno dello spogliatoio. Sabato ultima chance per salvare la faccia, nel senso sportivo del termine. La società e il pubblico non meritano spettacoli indegni come quello di venerdì.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 21 febbraio 2024 alle 14:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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