Trovare il giusto equilibrio tra sana ambizione ed umiltà. Più che sotto l'aspetto tecnico-tattico, la Salernitana ha bisogno di lavorare su quello psicologico al fine di creare una mentalità condivisa che possa consentire all'ambiente e ai calciatori di vivere questo campionato nel miglior modo possibile. Pur essendo ancora rammaricati per un successo sfumato in extremis e con un gol rocambolesco e fortunoso (ma al 92' l'Empoli stava quasi per giocarci un brutto scherzo e sarebbe stato un ko dolorosissimo), riteniamo che il 2-2 maturato lunedì scorso all'Arechi possa essere quasi salutare. A tratti abbiamo visto una squadra un pochino leziosa, eccessivamente sicura dei propri mezzi, che in alcune fasi determinanti del match ha preferito la "rabona" al passaggio semplice o anche al pallone spazzato in tribuna che non è mai vergogna se sei in vantaggio e le forze vengono meno. In attesa di capire se effettivamente la panchina di quest'anno sia più lunga di quella della passata stagione (ad ora Bradaric, Pirola, Sambia e Valencia sono stati presi pochissimo in considerazione, Capezzi è ultimo nelle gerarchie e Ribery è disponibile una volta su dieci) e sperando che quanto prima Bohinen e Lovato possano essere a disposizione, è fondamentale che ogni componente segua la squadra e la sostenga con la stessa forza del bimestre marzo-maggio, quando si doveva compiere un'impresa e tutti fecero la differenza.
L'auspicio, ovviamente, è quello di non rivivere la notte da brividi del 22 maggio, ma potremo davvero goderci la stagione, divertirci e toglierci altri sassolini dalle scarpe (consentiteci: che bello vedere Vicario raccogliere un pallone alle sue spalle sotto la Sud in estasi) solo quando saremo virtualmente salvi. La Salernitana, nell'undici titolare e nelle principali alternative, è senza dubbio una mina vagante per tutti, in grado anche di ben figurare allo Stadium contro una Juventus che gioca malissimo e che potrebbe subire la spensieratezza e l'aggressività degli uomini di Nicola. Ma, già da oggi, approcciamoci alla gara del 16 settembre come uno scontro diretto a tutti gli effetti contro un Lecce che sciorina un buon calcio e che ha fermato il Napoli al "Maradona". Nel girone di ritorno le gare "abbordabili" saranno quasi tutte in campo esterno, mentre all'Arechi sarà passerella di campioni con nutrito seguito al fianco: sarà decisivo arrivare alla lunga sosta di novembre già con un buon margine sulla zona salvezza, ricordando che questa pausa di 60 giorni è incognita per tutti e che da gennaio inizierà per davvero un campionato completamente diverso e clamorosamente imprevedibile. Intendiamoci: nessuno vuole sminuire la forza della rosa nè mettere le mani avanti accontentandosi. Iervolino ha testimoniato in appena 9 mesi di essere imprenditore serio, capace, che ha investito 45 milioni di euro garantendo un progetto che a Salerno non si era mai visto. Siamo convintissimi possa aprirsi un ciclo straordinariamente interessante, che potrebbe consentire alla nostra squadra del cuore di consolidarsi a vita nella zona sinistra della classifica del massimo campionato italiano. E capiamo anche le ambizioni e la fame di calcio di una tifoseria che ha garantito già 80000 presenze in 4 gare casalinghe ufficiali, con numeri da big in campo esterno e una spinta costante che, a tratti, è davvero il dodicesimo uomo.
Dopo un anno di A fatto da trust, trustee, generali, minacce federali, ultimo posto e sfottò a ripetizione, è giusto sognare e spingere al massimo senza porsi limiti. Ma tutto questo sarà possibile se si procederà per gradi, sapendo che non si passa da una salvezza all'ultima giornata dopo uno 0-4 in casa all'Europa con uno schioccare di dita. Solo così potremo davvero essere tutti determinanti, senza mugugni eccessivi per un pareggio casalingo con l'Empoli che è già enorme passo avanti rispetto all'umiliante 0-4 dopo 35 minuti dell'anno scorso, con tanto di cucchiaio di Pinamonti sotto la Sud. Riflessione infine sulla formazione. Sta a Nicola capire se il 3-5-2 sia l'abito adatto per la Salernitana, da addetto ai lavori e tifoso auspico tre cose: che Bonazzoli sia più continuo e completi il suo processo di maturazione, che Candreva non venga sfiancato in fase difensiva e che i nuovi difensori vengano inseriti a scapito di Fazio e non di Gyomber. Non ce ne voglia il "Comandante" che, se in forma, è comunque un leader per la retroguardia, ma da febbraio a oggi sono stati commessi errori decisivi e spesso in fotocopia. Gyomber, invece, è stato tra i protagonisti principali della promozione e, nello scorso girone di ritorno, si è fatto trovare pronto quando chiamato in causa mostrando personalità, attaccamento alla maglia e concretezza. Forse manca qualcosa dal punto di vista tecnico, ma avesse avuto anche classe nell'impostazione del gioco probabilmente affiancherebbe Skriniar non solo in Nazionale. Parola a Nicola, comunque. Ma guai a dimenticare chi, con sacrificio e grandi prestazioni, ha consentito alla Salernitana di restare in A e di avviare questo progetto così bello.
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