Si potrebbero spendere fiumi di parole per descrivere quanto accaduto in questi giorni. Il sottoscritto, che ama e segue la Salernitana da decenni, ha assistito a fallimenti, retrocessioni, annate anonime, sconfitte clamorose e ora anche a esonero allenatore e dietrofront. Ce n’è per dispiacersi e preoccuparsi, soprattutto se si fanno ulteriori considerazioni: De Sanctis non è mai stato messo in discussione nonostante una campagna acquisti estiva poco convincente, un ex anche modesto come Zortea realizza l'ottavo gol ed esulta come avesse siglato al 90’ il gol della vittoria e zero acquisti dopo una debacle del genere. E' vero che siamo a +9 ma, tra noi e la terzultima, c'è solo il Sassuolo e diventerebbe un dramma sportivo andare tra tre settimane a Verona con una distanza dimezzata per una squadra e una società non mentalizzate alla salvezza come invece accadde l'anno scorso.

C'è una cosa che dovrebbe far riflettere Iervolino. In passato bastava una sua dichiarazione, sempre dai toni garbati e signorili, a tranquillizzare e rasserenare la piazza. Oggi, invece, la gente aspetta i fatti. Lo striscione esposto al Mary Rosy dagli ultras certifica, per la prima volta, la sfiducia dell'ambiente. Che, dopo aver accolto alla grande chi comunque ha salvato la Salernitana due volte in sei mesi, si sente "tradito". Siamo certi che Iervolino, abile imprenditore e presidente ad oggi vincente e che ha investito tanto, saprà rispondere con i fatti mettendo a disposizione dell'allenatore le risorse giuste per salvarsi senza patemi d'animo. Intanto arriva il Napoli. Sulla carta non c'è storia, ma avrebbe fatto senza dubbio piacere affrontare la capolista con Mazzocchi al suo posto, Maggiore nel ruolo naturale, Fazio al 100% e una maggior serenità. L'anno scorso, con Belec, Gagliolo, Obi, Gondo, Simy, Di Tacchio, Schiavone e Capezzi fu una sconfitta a testa altissima, immeritata, frutto di un errore individuale e di tanta sfortuna. In uno stadio che seppe colmare il gap tecnico.

Ecco, ora mettiamo tutti da parte quanto successo e proviamo a ricreare lo stesso clima. Certo, teoricamente non c'è storia e ci fa paura pensare Kvara o Oshimen a cospetto di Lovato e Pirola. Magari l'idea Gyomber esterno per contenere i rapidi calciatori in maglia azzurra poteva essere rispolverata con una rosa al completo. Tuttavia andare allo stadio già rassegnati o col pallottoliere proprio non ci va. Chiediamo ai ragazzi "l'occhio della tigre" di Stalloniana memoria: orgoglio, dignità sportiva, rispetto per chi li paga e chi li segue. In fondo l'Arechi, tante volte, è stato l'uomo in più e può essere un fattore. Ma stavolta deve essere la squadra a trascinare il pubblico. Perchè "non è obbligatorio fare punti con il Napoli", come ha detto Iervolino, ma è "necessario fare di tutto per crederci fino alla fine".

Sezione: Editoriale / Data: Ven 20 gennaio 2023 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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