Anche i grandi possono sbagliare. E ci riferiamo questa volta al mago Walter Sabatini. Fabio Liverani non si sta dimostrando affatto la scelta giusta, sia dal punto di vista personale che tecnico-professionale. Tre partite, un punto e tanto rammarico per la gara di Udine dove seppur in superiorità numerica per oltre mezz'ora la squadra granata non è stata capace di capitalizzare il vantaggio in mezzo al campo portando a casa solo un modesto punticino. Prima di Udine due gare invece che dal punto di vista squisitamente tattico hanno fatto registrare un deciso passo indietro rispetto alla gestione Inzaghi e Paulo Sousa.

Per non parlare poi dell'aspetto personale: uno spogliatoio sempre più diviso e spaccato all'interno con la grana del caso Dia scoppiata tra la mani proprio in quel di Udine. Spaccature palesi anche in mezzo al campo con calciatori che a volte appaiono svogliati e poco inclini al lavoro di squadra. Dettagli questi che fanno pensare e non poco sulla posizione e la scelta del tecnico ex Lecce, arrivato tra lo scetticismo generale e accettato solo perché portato da Walter Sabatini, del quale la piazza non ha mai nascosto stima e amore. 

Tutti possono sbagliare e la scelta di Liverani ne è la conferma anche per chi, come  Walter Sabatini, sembra invincibile e di difficile sostituzione. Liverani non ha fatto molto, per non dire nulla, per farsi amare dalla folla insistendo con una difesa a tre di cui la piazza ne aveva le scatole piene. Al di la dei risultati, proibitivi come nel caso dell'Inter ma ampiamente alla portata come nel caso di Monza e Udinese, la squadra non ha mai impressionato ne per gioco ne per spirito combattivo, che sembra venire meno gara dopo gara. L'inversione di rotta, di tendenza, il boost emotivo che in genere ci sia aspetta nel caso di un cambio tecnico, non c'è stato, tanto da parlare già subito di possibili nuovi avvicendamenti e ritorni in panchina. 

A questo punto veramente viene da pensare seriamente se avrebbe avuto senso, più senso, continuare con Pippo Inzaghi fino alla fine, con il quale qualche miglioramento si era visto, soprattutto a livello tattico e nella tenuta fisica dei calciatori. Miglioramenti del tutto azzerati dal nuovo tecnico granata che rendono ancora più amara l'ultima posizione in classifica. Molti se lo aspettavano, tanti non se lo auguravano, ma alla fine sta accadendo proprio quello che nessuno voleva: una lenta discesa verso il baratro, in un campionato che poteva e doveva rappresentare la consacrazione nell'olimpo calcistico di Iervolino & C, e invece ne sta decretando la lenta caduta verso scenari ben meno interessanti.

La colpa non è di Liverani o Sabatini, lungi da me un pensiero del genere, ma di scelte scellerate iniziate lo scorso Giugno e terminate poi proprio con l'arrivo di Liverani, a testimonianza di una esperienza limitata nella gestione di situazioni in un mondo, quello del calcio, ben diverso dall'imprenditoria editoriale, formativa e dello spettacolo. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 07 marzo 2024 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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