Ospite del sedicesimo appuntamento della rubrica Instagram “Due chiacchere con” di TuttoSalernitana, Riccardo Colombo. Difensore ex. Salernitana, tra il 2014 e il 2016, protagonista della promozione in Serie B della stagione 2014/15. Con lui abbiamo avuto modo di parlare di questo, ma anche di tantissimo altro. Per esempio di come sta vivendo il momento di stop forzato, causa Coronavirus, della sua attuale esperienza alla Pro Patria, delle sue esperienze passate in Serie A con Udinese e Torino, fino ad arrivare a commentare la Salernitana di Giampiero Ventura. Ecco alcune delle sue dichiarazioni:

Come sta e come sta vivendo questa situazione di stop forzato, senza potersi allenare?

“Io sto bene, anche se è molto dura osservare tutte le regole e le restrizioni che ci hanno imposto. Mi manca la quotidianità del campo, stare nello spogliatoio, allenarsi con i compagni. Però dai facciamo un altro piccolo sforzo che si vede la luce. Noi comunque siamo in costante contatto con il preparatore atletico, che ogni tre quattro giorni ci manda dei cicli di lavoro da svolgere a casa per mantenerci in forma”.

In caso di ripresa dei campionati, quanto pensa possa influire, dal punto di vista mentale e fisico, questa pausa così lunga e insolita nel bel mezzo della stagione?

“È davvero insolito fermarsi completamente stando a casa tutto Marzo e Aprile. Peserà molto dal punto di vista mentale, ma soprattutto da quello fisico. Non sarà per nulla semplice trovare il giusto ritmo partita, soprattutto perché bisognerà abituarsi a giocare ogni tre giorni. È uno sforzo molto diverso rispetto a quello a cui siamo abituati, quindi chi avrà la rosa più lunga sarà sicuramente avvantaggiato”.

Per riprendere i campionati sappiamo tutti come ci dovranno essere dei controlli e delle regole da rispettare molto importanti. Per esempio tamponi costanti sugli atleti, misurazione della temperatura corporea, sanificazione degli spogliatoi, rispetto della distanza tra calciatori di due metri, disponibilità di avere sempre un medico sul campo ecc. Pensa tutto ciò possa essere fattibile in Serie C, dove ci sono molte società che non dispongono di strutture idonee e anche di fondi sufficienti per garantire tutto ciò?

“Non sarà assolutamente facile, io sono anche rappresentante AIC e stiamo ragionando proprio su questo tema appena citato nella domanda. La volontà è quello di tornare a giocare, certo bisogna proprio accertarsi sul quante società di Serie C possano essere attrezzate per garantire tutti i protocolli di sicurezza da seguire. Sono protocolli molto severi, come è giusto che sia perché la salute è importantissima, però in molte realtà di Serie C, ma già anche di B, non sarà per nulla semplice gestire la situazione. Anche dal punto di economico non sarà facile per i presidenti, con molti costi aggiuntivi da sostenere ma con sponsor che non so quanto davvero possano dare una mano. Le aziende sono ferme e guadagnano poco, non avendo molti guadagni di conseguenza gli sponsor non possono neanche investire nel calcio. In più tutte le partite saranno a porte chiuse, quindi mancheranno anche le entrate da botteghino per le società”.

Parlando ora invece della sua attuale esperienza alla Pro Patria, come si sta trovando e come giudica il cammino della sua squadra fino ad ora? Il ricordo più bello di questa esperienza?

“Io sono cresciuto qui, ho iniziato la mia carriera qui e sono contento di essere tornato. Mi sento assolutamente a casa e mi trovo benissimo. Per quanto riguarda il campionato, stiamo facendo quello che ci eravamo prefissati all’inizio della stagione. Ovvero una salvezza tranquilla e una volta acquisita, magari provando ad inserirci nella lotta play-off. Noi, come tante altre società di C, vogliamo lanciare tanti giovani e lo stiamo facendo, abbiamo infatti anche tre/ quattro ragazzi in prima squadra provenienti dal vivaio. Per il ricordo più bello, direi sicuramente l’esordio di quasi vent’anni fa e il gol che ho segnato nel giorno del centenario della Pro Patria”.

Passando ora alla sua esperienza a Salerno, che ricordo ha della squadra, della città, dei tifosi? E se le dicessi Salernitana Barletta?

“Il ricordo che ho è bellissimo, sinceramente sono stato benissimo e il giorno in cui abbiamo vinto il campionato penso sia stato uno dei più belli della mia vita. È stata una gioia incredibile, vedere tanta gente così passionale e calorosa è stato fantastico. Salernitana Barletta è solo uno dei tanti ricordi di quella stagione incredibile, sento ancora moltissimi compagni di quel gruppo. Tutto ciò testimonia quanto in quella annata si sia fatto molto bene e una grandissima cavalcata. La città poi è bellissima, ha dei paesaggi e degli scorci stupendi come la costiera amalfitana. Inoltre ho avuto la possibilità di conoscere molte persone, con cui sono rimasto in contatto e ancora oggi sento spesso”.

Dovesse indicarci un momento della stagione della promozione che considera decisivo e in cui, come squadra, capiste davvero di poter vincere il campionato, quale sceglierebbe?

“Guarda ti dico un ricordo legato a me personalmente ma anche alla squadra, ovvero il gol che segnai di testa a Lecce. Una rete che ci permise di conquistare i tre punti e mi fa sempre piacere rivedere. Infatti ho salvato sul telefono un video di un tifoso della curva, che un attimo prima del mio colpo di testa predice il gol. È stato davvero un bel momento, molto emozionante”.

Quella stagione però non iniziò nel migliore dei modi, con il mister Mario Somma che abbandonò la squadra ad Agosto e subentrò Menechini. Come visse lei e tutta la squadra quel momento?

“Io e il mister abbiamo avuto sempre una storia un po’ sfortunata. Quando lui era sulla panchina della Triestina, io ero a Torino, mi volle a tutti costi. Così andai a Trieste per lui, ma dopo una settimana lo esonerarono. A Salerno accadde la stessa cosa, arrivai grazie a lui e poco dopo fu esonerato. Però comunque lo ringrazierò sempre, perché anche grazie a lui sono venuto a giocare a Salerno. È un uomo che sa tanto di calcio, molto preparato e con delle idee di gioco molto interessanti. Sicuramente ho ricordi molto positivi di lui e mi dispiacque molto qualche andò via da Salerno, non so bene i motivi forse qualche frizione con il direttore sportivo”.

Arrivando ora alla sua esperienza in Serie A, ci racconta l’emozione dell’esordio e del primo gol nella massima serie italiana?

“Ho esordito al San Paolo di Napoli con la maglia dell’ Udinese, c’erano 50mila persone allo stadio. È stato un momento bellissimo, perché ho coronato il sogno che avevo fin da bambino. Inoltre esordire in uno stadio così importante è stato emozionante, un po’ mi sono tremate le gambe ma è un bellissimo ricordo. Per quanto riguarda il primo gol in A, è un altro dei momenti clou della mia carriera. Segnai a Catania con la maglia del Torino con un gol un po’ fortunoso, ma fui bravo a credere in quel pallone che arrivò dalle mie parti. Quella stagione in A con il Torino fu molto formativa per me, mi confrontai con moltissimi campioni e fu l’apice della mia carriera”.

Un pensiero sulla Salernitana di Ventura, dove può arrivare secondo lei la squadra?

“Secondo me la squadra è forte, Cerci stava tornando in forma, Djuric stava facendo benissimo e sono contento perché è davvero un bravissimo ragazzo. Sugli esterni ci sono giocatori importanti, come Lombardi che ha un’ottima gamba ed è un grande calciatore. Peccato ci sia stato questo stop forzato, anche perché la squadra stava viaggiando ad un buon ritmo e aveva tutte le carte in regola per giocarsela ai play-off. Ora dopo questo lungo stop e giocando ogni tre giorni non sarà facile, bisogna avere la rosa lunga ed essere fortunati con gli infortuni. Comunque la Salernitana la vedo come un’assoluta protagonista del finale di campionato”.

Obbiettivi futuri, ha già qualche idea dopo il ritiro da calciatore?

“Non so ancora benissimo, nei miei piani volevo giocare un altro anno. Infatti con il direttore della Pro Patria, prima del virus, avevo già un accordo, ora vedremo un po’. Comunque in futuro vorrei rimanere nel mondo del calcio, perché è quello che ho fatto tutta la vita. Mi piacerebbe fare l’allenatore, perché ho già il patentino e sono molto curioso, mi informo e studio spesso sul calcio. Non so ancora se farlo con i ragazzi o con gli adulti, questo lo si vedrà in futuro”.

Tutta la redazione ringrazia Riccardo Colombo e la Pro Patria.

Sezione: Esclusive TS / Data: Mer 15 aprile 2020 alle 17:00
Autore: Simone Caravano
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