Sono settimane che sia da parte del tecnico Filippo Inzaghi che, diremmo finalmente, dal presidente Danilo Iervolino giungono segnali convergenti verso una compattezza da ritrovare e una categoria da preservare. Un unico mantra: gli interessi della Salernitana prevalgono su tutti i possibili tornaconti individuali. Per questo i ritiri lunghi in quel di Paestum prima delle esibizioni casalinghe della nostra Bersagliera e sempre per questo gli incontri tra il massimo dirigente, lo staff tecnico e il gruppo squadra. Segnali e sforzi importanti e soprattutto meritevoli di plauso in una fase difficile della stagione dove il mercato è ancora chiuso e i limiti tecnici e tattici rimangono inesorabili. Quando anche sul campo, sia pure in modo altalenante e con la batosta di Firenze sul groppone, qualche cenno di reazione e di orgoglio si torna ad intravedere e quando ti azzardi a pensare che forse le varie componenti si stanno adoperando per remare tutte nella medesima direzione, ecco che torna un violento acquazzone fatto, più che da gocce di pioggia, da lacrime di chi ha a cuore le sorti granata.
Se la comunicazione difficile, e a volte finanche burrascosa, è stata tra le più incidenti cause di problemi in casa Salernitana e se le striscianti contrapposizioni interne hanno minato la serenità di un gruppo già fragile e incompleto, cosa si va a fare? Un'intervista, o meglio un assolo concesso ad una importante testata nazionale, dove si seguita a parlare del passato e di singoli elementi che tuttora vestono la casacca con il cavalluccio marino sul petto. Caro direttore sportivo era proprio necessario parlare ora alla vigilia di un trittico di partite già di per sé tale da fare accapponare la pelle e con un Bologna nella sua migliore stagione da innumerevoli anni che sta per bussare alla nostra porta? Bisognerebbe avere l'accortezza di scegliere bene i momenti e quanto a intempestività qui davvero si rischia di avere infranto tutti i record del buon guinness dei primati. Per quanto dei fondamenti di verità potessero esserci in quanto affermato, bisognava nutrire più rispetto per un calciatore di indubbio valore, per l'elemento migliore della rosa e per un atleta che può essere, sebbene non al top, sempre decisivo soprattutto qui all'Arechi.
Dia deve domenica rispondere da par suo sul campo di gioco, come i migliori calciatori sanno fare e come si conviene a un professionista serio e orgoglioso, che, nonostante abbia commesso degli errori quest'anno, non meritava certamente la nuova gogna nel momento in cui sta cercando di ritrovarsi e tornare determinante come nel nostro recentissimo passato. Forza Boulaye allora, per questa stoccata e soprattutto per il bene di una Salernitana che ha bisogno del suo bomber, delle sue reti e dei suoi assist, nonché della sua capacità di trascinare i compagni quando si esprime al meglio. Ci sono punti decisivi da conquistare e mister Inzaghi lo sa bene, cercando come sta di isolare tutti e di costruire il clima e la concentrazione giusta nel ritiro della piana del Sele. Superpippo ci sta provando a prendersi la Salernitana e a difendere la propria panchina da voci incalzanti di ribaltoni tecnici pre natalizi o pre veglione di Capodanno. Pippo il panettone vuole mangiarlo a Salerno e così pure qui vorrebbe fare il brindisi di saluto al nuovo anno, ma, soprattutto, pur tra qualche formazione iniziale discutibile e qualche cambio non proprio indovinatissimo, si sta comportando da professionista profondendo ogni sforzo per risollevare i suoi ragazzi nel morale e in classifica.
I tifosi si augurano che domenica il trainer ritorni a proporre una linea difensiva a quattro elementi, un centrocampo a tre dove Bohinen si trova meglio e dove un Coulibaly, più protetto, può meglio secondare i suoi istinti lanciandosi in strappi e percussioni offensive, assai utili in una mediana povera di incursioni e marcature. Si confida in un Candreva collocato sulla trequarti e in un Dia giusto terminale offensivo del gioco granata. Al di là, tuttavia, di quali saranno le scelte della guida tecnica e del risultato finale, Inzaghi andrebbe applaudito domenica sera, diversamente da altri che hanno soltanto dimostrato di anteporre riscatti individuali e interessi di parte al bene della Salernitana, che su tutti e tutto dovrebbe, invece, prevalere.
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