Eccoci qua, dove ogni parola del presidente Gravina è diventata ormai materia di culto e discussione. Stavolta, il nostro amato presidente FIGC ci ha regalato l’ennesima chicca su cui crogiolarci. La tanto attesa rivoluzione delle promozioni e retrocessioni nel calcio professionistico italiano è stata gettata sul tavolo, con numeri che sfidano la tradizione: due retrocessioni in Serie A invece di tre, Serie C: due promozioni in Serie B (rispetto alle quattro attuali) e dieci retrocessioni in Serie D (rispetto alle nove attuali). in un balletto di modifiche che pare scritto da un autore teatrale in vena di colpi di scena.

Gravina, con quella sua retorica di chi vuol salvare il calcio italiano dal baratro, ha spiegato che “la riforma non è più rimandabile” e che bisogna fare piazza pulita perché “le 100 squadre professionistiche sono troppe”, senza peraltro dimenticare di citare il decreto legislativo 36, una specie di bacchetta magica che consente passaggi al semiprofessionismo con sgravi fiscali, come se fosse una pozione miracolosa di una qualche fata comasca pronta a salvarci dalla crisi.

Ma qui, a Salerno, tutto questo fa rima con impazienza e dubbi. La città che ha respirato aria di Serie A, che sa di sangue, passione e sudore sotto il sole cocente dell’Arechi, si chiede se questa rivoluzione sarà davvero la cura o un nuovo rebus da risolvere con l’antico proverbio: “Fai presto”.

E’ come se Gravina ci stesse dicendo che il calcio italiano deve ridimensionarsi perché sta diventando un gigante dai piedi di argilla, e noi tifosi granata ci sentiamo un po’ gli alchimisti di questo calcio che muta pelle ogni giorno. Un cambiamento che in teoria dovrebbe puntellare la sostenibilità economica ma che sa anche di giro di valzer dove 10 retrocessioni dalla Serie C a livello dilettantistico suonano come una mannaia non proprio tranquilla.

Se la Salernitana quest'anno non riuscirà a strappare la promozione, il futuro si farà davvero in salita. Con la riforma delle promozioni e retrocessioni che si appresta a cambiare le regole del gioco, le possibilità di risalire in Serie B si ridurranno drasticamente. Lo scenario non è solo un enigma tattico, ma una vera sfida societaria che richiede decisioni coraggiose e investimenti con i fiocchi.

È il momento che il patron Iervolino capisca che, ora più che mai, servono sagacia e consistenza nelle mosse di mercato. A gennaio non si può più sbagliare: serve un piano rinforzato, uno scatto d’orgoglio economico e strategico per blindare la rosa e darle quella qualità che fa la differenza in un campionato dove ogni dettaglio conta.

La città di Salerno, che ha già sofferto amaramente due campionati in cui il sogno si è inchinato alle difficoltà, guarda al futuro con l’occhio di chi sa che la posta in gioco è altissima. L’Arechi non aspetta, i tifosi granata non si accontentano di ripartire da zero anno dopo anno; chiedono quel salto in avanti che può cambiare la storia della loro squadra e riportare l’ippocampo laddove merita di stare: nella massima serie.

A Iervolino dunque il compito di mettere in campo quella mossa audace che farà la differenza, dimostrando che il matrimonio tra passione e strategia non è solo un gioco di parole, ma la chiave per evitare che questa rivoluzione delle promozioni diventi l’ennesima bocciatura per il sogno granata. Il futuro bussa già alla porta e non è più tempo di lasciarlo fuori.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 22 novembre 2025 alle 21:00
Autore: Giovanni Santaniello
vedi letture
Giovanni Santaniello
autore
Giovanni Santaniello
Collaboratore
Print