Patron Iervolino, il calcio d'agosto è fatto di speranze e progetti, ma anche di scelte coraggiose che determinano il destino di una stagione intera. La Salernitana che ha preso forma sotto la sapiente regia del direttore sportivo Faggiano presenta già i lineamenti di una squadra solida, costruita con intelligenza e criterio. Eppure, come ogni opera d'arte che si rispetti, anche questa necessita degli ultimi, decisivi ritocchi per essere davvero completa.
Il lavoro svolto finora merita riconoscimento: Faggiano ha saputo assemblare un gruppo con caratteristiche tecniche e umane importanti, pescando principalmente dal mercato degli svincolati con quella maestria che solo l'esperienza può dare. Ma proprio perché l'architettura della squadra è solida, sarebbe un peccato non completarla con quei profili che potrebbero fare la differenza tra una stagione dignitosa e una cavalcata trionfale verso la Serie B.
I tasselli mancanti hanno nomi e cognomi
Nel calcio moderno, come lei sa meglio di chiunque altro, i dettagli fanno la differenza. E oggi quei dettagli si chiamano Capuano in difesa e Tumminiello in attacco. Non stiamo parlando di operazioni faraoniche, ma di investimenti mirati e sostenibili che completerebbero un puzzle quasi perfetto. Due profili che il direttore sportivo ha individuato con precisione chirurgica, calciatori che conoscono la categoria e potrebbero rappresentare quel plus qualitativo necessario per ambire al salto di categoria.
Il paradosso è che questi stessi giocatori, se non dovessero vestire granata, finirebbero inevitabilmente a rinforzare una concorrente diretta. Nel calcio, come negli affari, spesso non basta non perdere: bisogna impedire che siano gli altri a vincere.
La lezione del passato parla chiaro
La storia recente della Salernitana ci ha insegnato una lezione preziosa, seppur dolorosa. La strategia del "prima vendere, poi acquistare" - che quest'anno ha portato a puntare quasi esclusivamente su svincolati, fatta eccezione per Capomaggio - ci ha condotti a due retrocessioni consecutive che hanno devastato non solo l'aspetto sportivo, ma anche quello finanziario del club.
I costi di quella doppia caduta, Presidente, sono stati infinitamente superiori ai risparmi operati sui mercati. Perdita di sponsor, diminuzione degli incassi, svalutazione del brand: un disastro economico che supera di gran lunga qualsiasi investimento oculato sul mercato. È matematica pura, quella che lei conosce perfettamente dai suoi successi imprenditoriali.
La trappola del mercato delle cessioni
Oggi ci troviamo in una posizione particolare: le squadre interessate ai nostri esuberi - Maggiore, Lovato e gli altri - sanno perfettamente della nostra necessità di cedere. È la legge della domanda e dell'offerta applicata al calcio, e in questo momento il rapporto di forza non ci è favorevole. Stanno aspettando, consapevoli che il tempo gioca dalla loro parte.
Ma c'è un'alternativa intelligente: aspettare gli ultimi giorni di mercato, quando anche loro avranno fretta di chiudere e non potranno più permettersi di temporeggiare. E se qualche cessione non dovesse concretizzarsi? A gennaio si riapre tutto, i valori dei cartellini potrebbero persino aumentare, e vendere a quel punto potrebbe rivelarsi più conveniente di quanto non lo sia oggi.
L'occasione per dimostrare la vision
Lei, patron Iervolino, ha dimostrato in ogni suo business di saper cogliere il momento giusto per l'investimento decisivo. Ha costruito un impero partendo dalla visione che gli altri non avevano, dal coraggio di credere quando era il momento di credere. La Salernitana oggi ha bisogno di questo: della sua capacità di vedere oltre il presente, di investire sul futuro.
Non si tratta di scommettere alla cieca, ma di completare un progetto già solido con gli elementi che possono fare la differenza. Faggiano ha dimostrato di saper lavorare anche con budget limitati, ma dargli gli strumenti per l'ultimo miglio significherebbe permettergli di esprimere tutto il suo potenziale.
Il momento della verità per la Salernitana
La Serie C, lo sappiamo entrambi, non è il palcoscenico naturale della Salernitana. Deve assolutamente essere una tappa di passaggio, non una destinazione. Ma per essere tale davvero, questo passaggio deve essere il più breve possibile. E per accorciarlo, servono scelte coraggiose proprio ora, in questi giorni che determineranno i prossimi dieci mesi.
Iervolino, la sua Salernitana è a un passo dall'avere tutto quello che serve per tornare immediatamente dove merita di stare. Un piccolo, ultimo sforzo per coronare un'opera che ha già basi solide. Perché nel calcio, come negli altri sport, è spesso l'ultimo chilometro quello che separa il successo dal rimpianto.
La città granata aspetta, Faggiano è pronto, la squadra ha fame di rivincita. Mancano solo quegli ultimi tasselli che potrebbero trasformare una buona stagione in una stagione indimenticabile.
Il momento è questo, l'opportunità è davanti a noi. Cogliamola insieme.
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