I comunicati ufficiali con cui le società calcistiche esonerano un allenatore si presentano quasi tutti uguali ed alquanto scontati nella forma adottata, prevedendo per il tecnico sollevato dall'incarico un ringraziamento per il lavoro svolto oltre agli auguri per il suo futuro percorso professionale e per quello dei suoi collaboratori. Non sono sempre altrettanto scontate le parole ufficiali di addio con le quali il mister uscente sceglie di congedarsi dalla piazza dove ha fino a pochi giorni prima allenato, anzi queste ultime sovente solo molto attese e possono fornire elementi utili a meglio comprendere ex post le cause della mancata prosecuzione del rapporto. Paulo Sousa ha scelto parole al miele per la tifoseria granata, per lo staff, per i calciatori allenati e per gli altri collaboratori societari ma non ha fatto alcun riferimento alla società, al presidente e al direttore sportivo. Fatti e circostanze di un rapporto oramai irrimediabilmente incrinato tra guida tecnica dirigenza e proprietà erano sotto gli occhi tutti e non necessitavano di attendere il mancato saluto e ringraziamento del tecnico lusitano, che tuttavia finisce per costituirne una sorta di certificazione finale. Divergenze di mercato e di gestione di delicate vicende di spogliatoio emerse durante la stagione corrente hanno determinato la separazione con il trainer di Viseu, scelta, a questo punto, inevitabile.
L'arrivo di Inzaghi ha segnato da subito a livello di atteggiamenti e comunicazioni la più totale discontinuità con la gestione tecnica precedente, dispensando a iosa il piacentino attestazioni di fiducia nella rosa e nella risalita in classifica della Salernitana, con l'effetto benefico di restituire entusiasmo e serenità al gruppo squadra e all'ambiente tutto. I primi allenamenti dei granata sotto la guida di Superpippo sembrerebbero palesare un clima davvero nuovo ed un ritrovato spirito pugnace che appariva purtroppo smarrito e tutti si attendono che già nei prossimi delicati match contro Cagliari e Genoa possano giungere dal campo conferme in merito alla svolta intercorsa a Salerno. In questo momento appare ripristinata una piena sintonia tra tutte le componenti della Bersagliera e dal presidente al magazziniere si remerebbe finalmente nella medesima direzione. Nulla di particolare ma semplicemente una sana normalità di cui purtroppo si avvertiva nostalgia tra coloro che hanno a cuore le sorti dell'amato cavalluccio marino. Dalle parti dell'Arechi ci si augura che ancora una volta possa funzionare e rivelarsi vincente la politica del ribaltone tecnico che conferirebbe la scossa giusta ai calciatori, trasformandoli da interpreti molli e sfiduciati in intrepidi guerrieri del rettangolo verde.
Così avvenne con il cambio da Colantuono a Nicola e dallo stesso tecnico torinese a Paulo Sousa, nel primo caso con un importante ausilio del mercato di riparazione e nel secondo rivitalizzando i medesimi uomini. Si spera fortemente nel medesimo felice esito stagionale e nella capacità di Filippo Inzaghi di firmare, insieme agli eroi del campo, l'ennesima cavalcata vincente, ricca di ricordi positivi ed emozioni forti per gli aficionados granata. L'impressione è però, che stavolta occorra, più che nelle altre occasioni, la mano del nuovo allenatore, il quale dovrà da subito e senza indugi compiere scelte chiare e decise, sia dal punto di vista tattico che sul piano delle scelte tecniche. Pippo sarà chiamato ad individuare prontamente il migliore assetto tattico possibile per la sua creatura, scegliendo un modulo il più adatto possibile alle caratteristiche della rosa che guida e che tenga conto delle condizioni psicofisiche dei suoi ragazzi. Uno schieramento base che restituisca riferimenti e fiducia alla squadra e ai singoli interpreti è basilare e costituirà il punto di partenza per poi perfezionare l'orchestra granata con il proseguire del campionato e in attesa di qualche buono innesto a gennaio. Non è tempo di prove ed alchimie eccessive ma di scelte convinte e queste ultime dovranno essere anche squisitamente tecniche, valutando doti e potenzialità dei calciatori in organico, la loro attitudine a ricoprire determinati ruoli e soprattutto ad assolvere dati compiti durante le partite, con particolare attenzione alle soluzioni possibili per cambiare volto al team a gare in corso e per indirizzare o ribaltare l'esito di una sfida.
Occorre molta farina del sacco di Inzaghi, un tecnico carismatico e appassionato, generoso nel lavoro e abituato ad avere una buona comunicazione con dirigenza e proprietà, ma un allenatore che dovrà anche dimostrare di essere bravo e determinante anche in serie A, dopo diverse esperienze poco fortunate sotto il profilo professionale. Il trainer di Piacenza sarà immediatamente chiamato a scegliere gli uomini del gruppo base da mandare in campo e su cui puntare principalmente, a cominciare dalla linea difensiva, che con molta probabilità, in base a quanto si sta provando, passerà già contro il Cagliari da tre a quattro elementi e dovrebbe prevedere Mazzocchi a destra e Bradaric a sinistra sulle due corsie laterali, esterni bravi ad offendere e a supportare l'azione offensiva della Salernitana in una gara dove si ha un solo risultato a disposizione, la vittoria. Pippo dovrà lavorare sulla fase difensiva in generale, curando marcature e coperture, in particolare il modo di marcare gli avversari in area di rigore e sulle palle inattive e il modo di difendere sul campo, che non dovrà essere passivo e privo dei giusti equilibri. La coppia centrale inizialmente titolare va individuata con attenzione e decisione, tra le varie opzioni che si offrono all'ex bomber di Juventus e Milan. Gyomber e Fazio garantirebbero tanta esperienza, fisico e centimetri per presidiare la propria area e mettere la museruola agli avanti avversari, Daniliuc scalpita per trovare stabilmente impiego, mentre Pirola e Lovato, che sono partiti male quest'anno, potrebbero gettare in campo tanta voglia di riscatto e fame di emergere.
Inzaghi, tuttavia, dovrà essere bravo a non fare sentire escluso dal gruppo alcun elemento, trasmettendo la sensazione che non vi siano preclusioni alcune e che chiunque, facendo bene in allenamento, potrà scendere in campo e avere la propria chance. In questa ottica calciatori come il centrale tunisino Bronn e il terzino destro Sambia, del tutto ai margini con Sousa, potranno beneficiare del cambio di guida tecnica e ritrovare oltre che spazio anche fiducia nelle proprie capacità. Al momento il probabile quartetto difensivo, a presidio del confermato Ochoa e da opporre agli isolani, dovrebbe essere composto da destra a sinistra da Mazzocchi, Daniliuc, Gyomber e Bradaric. A centrocampo la matassa da sbrogliare per Filippo Inzaghi sarebbe ancora più intricata e il tecnico, che intenderebbe prendere il predominio della zona nevralgica del campo, propenderebbe deciso per una mediana a tre, laddove, in base alle ultime indicazioni, più Bohinen che Kastanos dovrebbe agire in cabina di regia, supportato da due mezzali di gamba e di incursione quali il maliano Lassana Coulibaly e proprio il cipriota, favoriti su Maggiore e Legowski. Attenzione però all'ex Spezia, che potrebbe risorgere e tornare ad incidere nel ruolo di mezzala di inserimento e guadagnarsi varie chance dal primo minuto, qualora ritrovi continuità e intensità sul piano fisico-atletico.
Per quanto riguarda l'attacco, Inzaghi senior, esperto in materia, starebbe meditando di scegliere un assetto offensivo forte di una sola punta pura con due trequartisti, dotati di qualità e senso del goal, a giostrarvi alle spalle. Il nuovo tecnico della Salernitana avrebbe abbondanza di scelte per la sua prima linea, potendo puntare su classici centravanti fisici e su punte più brave a svariare, ripiegare e duettare tecnicamente con mediani e trequartisti. Superpippo ha esaltato Dia, chiedendogli di tornare il bomber implacabile dello scorso campionato e di essere decisivo per le sorti del cavalluccio marino con almeno quindici marcature. Il senegalese è stato eletto da Inzaghi uomo di riferimento per l'attacco della Salernitana, ma come il mister intenderà metterlo nelle migliori condizioni di fare male agli avversari? La scelta è tra lo schierarlo prima punta con alle spalle due rifinitori quali Candreva e Cabral, oppure impiegarlo nella batteria di trequartisti, magari al posto del capoverdiano, e dietro a un centravanti boa, più Trivante Stewart che Ikwuemesi. La sensazione è che contro il Cagliari potremmo vedere applicata la seconda soluzione, con davanti Trivante Stewart e Dia alle sue spalle in compagnia dell"irrinunciabile leader Candreva. In trasferta, e in gare dal più alto quoziente di difficoltà, potrebbe invece prevalere il primo schieramento, dove Dia agirebbe da terminale unico offensivo e Cabral troverebbe spazio a fianco del trentaseienne romano.
Attenzione, però, a Augustin Martegani, che con il nuovo trainer potrebbe trovare spazio più tra i trequartisti che in mediana, in alternativa a Cabral o ad una delle due mezzali qualora vi fosse necessità di farle rifiatare o di innalzare ulteriormente la qualità tecnica della squadra. In quest'ultimo caso la Salernitana, a gara in corso, potrebbe virare dallo schieramento iniziale ad albero di Natale ad un 4-2-3-1, con la doppia diga davanti alla difesa e una batteria di tre mezzepunte a supportare il centravanti. Dietro nelle gerarchie di Inzaghi sembrerebbero essere al momento il norvegese Botheim e il giovane francese Tchaouna, dal momento che il primo non convince come centravanti e ha concorrenza superiore da trequartista, mentre il secondo sarebbe visto come un'attaccante più da 4-3-3 o come carta di emergenza per rimontare da una situazione di svantaggio. A cinque giorni dall'importante sfida salvezza con il Cagliari gli interrogativi resterebbero diversi e si profilerebbe, oltre ai tanti bracci di ferro sull'erba dell'Arechi, anche un avvincente duello tra Inzaghi e Ranieri, per vincere la partita a scacchi della panchina ed indirizzare dalla propria parte l'incontro.
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