Quella uscita vittoriosa dal "Tonino D'Angelo" non è certo la miglior versione della Salernitana per fluidità e pulizia nelle uscite (il primo tempo soffre le ripartenze dell'Altamura), ma una prova di spessore emotivo e tattico. Decisivi il coraggio di Raffaele nel cambiare modulo, la continuità di spinta sulle corsie e la freddezza dal dischetto: Liguori riapre, Golemic la chiude. Achik e Ferrari entrano con impatto, Capomaggio tiene insieme le due fasi. La squadra di Mangia, organizzata e verticale, paga i dettagli: il palo di Lepore e il secondo rigore subito nel finale, ma conferma gamba e idee. Classifica alla mano, però, il messaggio è chiaro: la Bersagliera torna capolista.

Primo tempo macchinoso, troppo campo concesso alle ripartenze, poca chiarezza negli smarcamenti preventivi. Nella ripresa, però, la lettura arriva: cambi mirati e passaggio al 4-4-2 rianimano intensità e pressione sulla loro ultima linea. Gli episodi sorridono, ma la mano c’è. Restano cantieri aperti: pulizia della prima costruzione e gestione delle transizioni difensive. La vittoria di Altamura vale doppio: spezza la mini-flessione realizzativa seguita ai due 0-0 con Latina e Crotone e restituisce il primato. Il messaggio di Raffaele è chiaro: continuità, compattezza e fiducia nei propri attaccanti.

"Non dobbiamo fermarci" è il sottotesto di una squadra che, tra emergenza e personalità, vuole restare davanti fino all’ultima curva. Prossima tappa: il Potenza. Altamura resta alle spalle, la vetta torna granata. La Salernitana esce con un messaggio forte e chiaro: concretezza, unità e fame. Il resto - come ripetono i protagonisti - lo farà la continuità. Perchè, appunto, vincere porta a vincere.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 19 novembre 2025 alle 00:00
Autore: Davide Maddaluno / Twitter: @DavideMaddalun1
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