Manca più di una settimana al big match tra Lecce e Salernitana, in programma il prossimo 2 aprile, ma l’attesa è di quelle che consumano. Giallorossi secondi a quota 52, granata sul terzo gradino del podio ad una sola lunghezza di distanza. Entrambe avranno la possibilità di battere un colpo importante a questa Serie B, entrambe respirano aria di Serie A. Ma come arriverà il Lecce a questo incontro ad alta quota? Lo abbiamo chiesto a Matteo Bottazzo, giornalista di Canale 85.
Inutile dire che il Lecce si presenterà alla sfida con la Salernitana col morale al mille, dopo nove risultati utili di fila: te lo aspettavi un mese e mezzo fa, quando il Lecce procedeva per alti e bassi?
“I bassi sono stati toccati nelle due settimane in cui il Lecce ha pareggiato contro due squadre che lottano per la salvezza, ovvero Pescara ed Entella. In quell’occasione la posizione di Corini sembrava quasi in bilico. Sembrava l’inizio di una fase calante, invece è stato il momento della svolta: la squadra ha ritrovato energia e convinzione”.
Rispetto a quel periodo si può dire che gli obiettivi della squadra siano cambiati totalmente? Oggi è seconda a sette punti dalla capolista…
“Ora, rispetto a prima, Corini non si nasconde più: se prima una terza o quarta posizione poteva essere soddisfacente, ora il Lecce vuole conservare il secondo posto. Oggi, come mai prima d’ora, i giallorossi hanno tra le mani il proprio destino. Ci sono da giocare altri cinque scontri diretti, vincerli vorrebbe dire Serie A”.
Pensi si arriverà a lottare fino all’ultima giornata?
“Credo che lo spartiacque del campionato sia la sfida della terzultima giornata contro il Monza, bisognerà capire come ci arriveranno le due squadre. Con la Salernitana sarà una delle tappe più importanti: il Lecce ci arriverà dopo la sosta e con quattro successi di fila alle spalle. Vincere contro una delle migliori difese del campionato sarebbe molto incoraggiante, oltre alla possibilità di ampliare quel margine con le inseguitrici”.
Questo break può fare bene o male ad una squadra, come il Lecce, che aveva trovato una condizione sia fisica che mentale ottimale?
“Il presidente (Sticchi Damiani, ndr) ha detto che questa sosta arriva nel momento giusto. Io appoggio il suo pensiero, questo break servirà a recuperare la condizione di alcuni giocatori che oggi non sono al meglio. Mancosu affronterà un’operazione ed avrà il tempo di recuperare, pur essendo in forte dubbio per il match con i granata. È importante fermarsi per ricaricare le batterie dopo 20 giorni di grandi sforzi”.
Veniamo alla sfida del prossimo due aprile: dove può vincerla il Lecce? E viceversa, dove può colpire la Salernitana?
“Il Lecce può vincerla in attacco: il reparto offensivo giallorosso ha tanta qualità, a partire da Coda ma non solo. Pettinari nelle ultime quattro è stato un protagonista assoluto, e Castori lo conosce bene. L’attuale allenatore granata lo ha voluto a tutti i costi, ma il Lecce ha preferito non cederlo ad una diretta avversaria. Sarebbe partito solo per giocare in una squadra in lotta per la salvezza – Cremonese o Cosenza – ma alla fine non sono stati trovati accordi. La Salernitana l’offerta l’aveva anche formulata, ma il giocatore è rimasto qui ed è diventato la seconda scelta al fianco di Coda. La Salernitana questa sfida può portarsela a casa con la difesa: viene da sette gare con la porta inviolata. E poi c’è quel Tutino che il Lecce, in estate, aveva desiderato: con la sua velocità può dare fastidio alla coppia centrale giallorossa”.
Assenza pesante quella di Hjulmand, convocato in Nazionale?
“Io tenderei a non inserirlo tra gli indisponibili: con la sua Nazionale giocherà nella serata di mercoledì, due giorni prima della sfida di venerdì 2 aprile. Prendendo il primo volo disponibile la mattina dopo il suo match, dovrebbe riuscire ad essere presente. È stata una bella sorpresa, a Lecce lo chiamano ‘il polipo’ perché sembra essere ovunque. È tentacolare, recupera un gran numero di palloni. Si presentò in Puglia dicendo di essere un centrocampista ‘box-to-box’, a tutto campo: è la migliore definizione possibile per quelli come lui”.
Nel complesso, sei soddisfatto del lavoro svolto fin qui da Eugenio Corini?
“Oggi Corini sta facendo vedere un bel calcio, ha dovuto lavorare molto su questa squadra ma è riuscito in tempo a trovare l’equilibrio giusto per il Lecce. C’è da dire una cosa, ad inizio stagione voleva imporre il suo 4-3-3, poi ha fatto un passo indietro ed ha ripristinato il 4-3-1-2 col quale il Lecce giocava a memoria. Infine è uno che tende a chiudere in crescendo le proprie stagioni: se questa è la strada intrapresa, il Lecce può pensare di sognare”.
Autore: Ferdinando Gagliotti / Twitter: @Ferdinandogagl3
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