Senso d'appartenenza, orgoglio, passione, amore per la città, amicizia, fratellanza. Ogni volta che la Salernitana festeggia il suo compleanno, ecco che la tifoseria granata scende in campo in massa per onorare la propria squadra del cuore abbinando eventi legati alla storia della Bersagliera ad una serie di iniziative che valorizzano le bellezze del territorio e tanti artisti locali che, con la loro competenza e professionalità, portano in giro per l'Italia e per l'Europa il nome di Salerno. Lo scorso 19 giugno non è stata solo l'occasione per applaudire le vecchie glorie e commuoversi allo scoccare della mezzanotte, ma anche per conoscere meglio un ragazzo dalle enormi potenzialità che, siamo certi, è destinato ad una carriera luminosa. Parlare con lui ci ha emozionato. Perchè, solitamente, se a 21 anni ti esibisci in uno stadio di serie A dinanzi a 10mila persone c'è sempre il rischio di montarsi un pochino la testa. Lui no, tutt'altro. La chiacchiera con Henry Santan ci ha permesso di conoscere meglio non solo un musicista di alto livello, ma anche e soprattutto la storia di un ragazzo che sta raccogliendo con merito il frutto di tantissimi sacrifici. E persone del genere meriteranno sempre sostegno, spazio e stima incondizionata. Ai nostri microfoni, Henry si è espresso così...
Partiamo dalla serata di domenica. Cosa hai provato quando ti hanno chiesto di esibirti all'Arechi?
"Naturalmente è stata una emozione fortissima. Frequento lo stadio costantemente, sono un grande tifoso della Salernitana e, per un ragazzo di Mariconda, è il top esibirsi dinanzi a 10mila spettatori. Ancora adesso faccio fatica a realizzare appieno cosa sia successo. Originariamente ero stato contattato dagli organizzatori per esibirmi nel corso del torneo di Santa Teresa, una delle manifestazioni più importanti della nostra città e senza dubbio la più gettonata dell'estate. Il mio brano è piaciuto molto, parlare di Salerno e della Salernitana in una canzone è stato un grande onore per me. Peppe Liguori mi ha proposto di prendere parte alla grande festa del 19 giugno, ho accettato senza pensarci neppure un secondo".
Sicuramente all'inizio un po' le gambe tremavano...
"Certo che sì. Quello stadio, i tifosi della Salernitana, il 19 giugno e io sul manto erboso dell'Arechi per la prima volta. Fantastico. Come capita in tutte le mie esibizioni, però, non appena è partita la base musicale mi sono sciolto. Ero consapevole che canzone e video fossero piaciuti agli organizzatori e a tanti tifosi che avevano ascoltato il brano, è quel classico treno che passa una sola volta nella vita. Non potevo sbagliare, ho dato tutto me stesso per regalare un'emozione al pubblico presente".
Qual è stato il complimento più bello che hai ricevuto?
"Devo dire che ci sono stati tanti attestati di stima e questo mi ha riempito d'orgoglio, mi ha fatto grande piacere esibirmi a cospetto di tanti campioni della musica italiana. Ci sono stati i complimenti di Ciro De Cesare, di Mariconda come me. E' una sorta di zio acquisito, mi ha visto crescere e mi ha sempre sostenuto. Custodisco con orgoglio ogni singolo messaggio ricevuto, in particolare quello di una ragazza che mi ringraziava per aver emozionato lei, 19 anni, e il padre di 50. Non è una cosa scontata che due generazioni diverse, con gusti musicali differenti, possano apprezzare quel tipo di brano. Sono quelle cose che ti danno ulteriore spinta per andare avanti e migliorarti giorno dopo giorno".
Come nasce la tua passione per la musica?
"E' stata una sorta di venerazione, sin da piccolissimo. Quando avevo sei anni indossavo le cuffie e ascoltavo gli Articolo 31, gli 833, i Club Dogo. Il RAP è un genere che mi ha sempre affascinato, è un modo per esprimere sè stessi e per arrivare al cuore della gente perchè affronta tanti argomenti con originalità ed ironia. A 10 anni ho prodotto il mio primo video amatoriale, pubblicato su youtube. A 16 anni ecco il primo pezzo ufficiale, in un vero e proprio studio di registrazione. Ero consapevole da subito mi stessi approcciando in una realtà complessa e in un ambiente difficile, ma quando ami ciò che fai riesci sempre a gettare il cuore oltre l'ostacolo".
E sicuramente hai fatto moltissimi sacrifici...
"E' vero. Ricordo ancora le tante ore di lavoro per mettere da parte i soldi necessari per le spese quotidiane. Sin dall'età di 15 anni ho capito che non la carriera passa dal sacrificio, non mi sono mai tirato indietro. Ho deciso di investire su me stesso. E' stata una scelta coraggiosa ma oggi sto raccogliendo i frutti e sono orgoglioso di camminare a testa alta. Durante la pandemia ho avuto tanto tempo per riflettere, per ragionare, per capire davvero quali fossero gli obiettivi della mia vita. Contestualmente ho creato il mio studio di registrazione e mi circondo di professionisti validi che reputo anzitutto amici e fratelli maggiori. So che sono solo all'inizio e che la strada è in salita, resto con i piedi ben saldi a terra. Mettiamola così: sono partito da sotto zero, ora sono a zero".
Cantare dopo la discussa esibizione di Tony Colombo poteva incidere negativamente, invece hai mantenuto lucidità e freddezza. Cosa pensi delle polemiche che ci sono state in queste ore?
"Considerando che abbiamo tutti sposato una nobile causa, ritengo che non fosse il momento di fischiare. Il pubblico va sempre rispettato e chi paga il biglietto è libero di esprimere approvazione o dissenso, ci mancherebbe, ma stiamo parlando di un artista che ha parlato con grande rispetto di Salerno e che ha dato un contributo in una serata dedicata alla beneficenza. Lui ha aderito subito, a differenza di altri".
Parlaci un po' di te...
"Ho 21 anni, sono fidanzato e nel tempo libero mi diletto con il basket e con qualche partita di calcetto. Sono piuttosto scarso, devo ammetterlo. La musica è la mia più grande passione, assieme ovviamente alla Salernitana".
Che futuro immagini per la nostra squadra del cuore?
"Non sono uno che fa voli pindarici. Sento parlare di Europa League, ma a ma basterebbe raggiungere una salvezza tranquilla e di vivere le stesse emozioni del mese scorso. Magari soffrendo un po' di meno. Voglio fare un paragone tra la Salernitana e il mio modo di approcciarmi alla carriera musicale. Secondo me le cose fatte di fretta non portano mai a nulla di buono: la fortuna può aiutarti la prima volta, se sei bravo puoi anche toglierti qualche soddisfazione ma a lungo andare rischi di pagarne le conseguenze. Gavetta e duro lavoro sono basilari, devi costruire le fondamenta per poterti affermare a certi livelli. Apprezzo quello che dice la società: programmazione a medio-lungo termine con investimenti mirati. Non c'è fretta: siamo ancora in serie A, step by step potremo competere per altri obiettivi senza correre e agendo con umiltà e intelligenza. Per me è lo stesso: se avessi cantato tre anni fa all'Arechi, probabilmente non avrei offerto una buona performance. Oggi Henry Santan si esibisce in uno stadio di serie A davanti a 10mila persone perchè ha fatto sacrifici, è partito dal basso e ci ha messo la stessa passione anche quando, come in una serata a Giffoni, c'erano meno di dieci persone ad ascoltarlo".
C'è qualcuno a cui vuoi dedicare questo momento così bello?
"Anzitutto ringrazio Peppe Liguori, Luca Scafuri e tutto lo staff per aver avuto fiducia in me. Non posso non menzionare con gratitudine e immenso affetto il mio team "Sons of Salerno": il mio manager Nicolas Mazzeo, il produttore "Junior" e il regista Davide Gatto. Da soli non si va da nessuna parte, per usare una metafora calcistica sono il mio dodicesimo uomo. E infine un pensiero ai tifosi che non ci sono più, il brano è dedicato anche a loro. Enzo, Ciro, Peppe, Simone, Matteo, Loris. Purtroppo ci hanno lasciato tantissime persone, è doveroso da parte nostra custodire il ricordo giorno dopo giorno".
Una storia che meritava di essere raccontata, un ragazzo di Salerno che può essere da esempio per tanti coetanei che hanno paura di coltivare i propri sogni. Henry Santan ha reso orgogliosa la città di Salerno, la sua famiglia, la sua ragazza e una tifoseria che, chissà, un giorno potrà ascoltare allo stadio un suo inno ufficiale mentre la Salernitana scende in campo. Un grosso in bocca al lupo a lui per un futuro ricco di successi
Si ringrazia per la foto Davide Gatto
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