Massimo Cellino, contattato telefonicamente dal il Corriere di Brescia, continua a ritenersi truffato (off records le parole sono più pesanti) e vittima di una "trappola mortale" ma è al tempo stesso pronto a giocare tutte le carte a disposizione: "Era una sentenza scritta - dice - e per questo non mi sono neanche presentato, ma ora andremo avanti con i ricorsi. Sono stanco, il calcio è morto da tempo, ma c’è un limite a tutto".

Pensieri che ricalcano quelli, più crudi, espressi ieri alla Gazzetta dello Sport: "Avrei preferito morire sotto una macchina che subire una cosa del genere". La difesa ufficiale del club, tramite un comunicato, è stata la seguente: "Esamineremo le motivazioni, anche con riguardo a tutte le articolate difese che sono state portate all’attenzione dei Giudici federali, e ci riserviamo sin d’ora di presentare reclamo alla Corte Federale d’Appello".

L’avvocato Giorgio Altieri ha raccontato in modo lucido e sereno la giornata: "Devo dire che il presidente del Tfn (Carlo Sica, ndr) ci ha lasciato esporre tutte le nostre argomentazioni: l’udienza è stata serrata, noi abbiamo portato il nostro lavoro e andremo avanti in tutte le sedi. Ottimista? Io lo sono di natura - spiega - e in questo caso, da avvocato, ritengo di avere dei motivi per credere che i miei assistiti possano avere giustizia. Lotteremo per questo". Il Brescia è in svantaggio, ma non siamo nemmeno alla fine del primo tempo.

Sezione: News / Data: Ven 30 maggio 2025 alle 10:00 / Fonte: Corriere di Brescia
Autore: Lorenzo Portanova
vedi letture
Print