Sono passate due settimane dall'inizio del calciomercato e la Salernitana si sta muovendo abbastanza bene pur con la spada di Damocle sulle spalle rappresentata da quei giocatori che De Sanctis ci propinò a peso d'oro qualche tempo fa appesantendo i bilanci in modo quasi irreversibile. Basti pensare che Daniliuc e Bradaric, virtualmente fuori rosa, costarono alla società oltre 10 milioni di euro, calciatori che non hanno mai fatto la differenza e per i quali non c'è certo la fila davanti la porta. Ad ogni modo Faggiano sta lavorando discretamente. Considerando che siamo in serie C e che in A ci siamo presentati con Ikwuemesi, Stewart, Martegani, Legowski, Weismann e Pasalidis, possiamo dire che l'attacco Inglese-Ferrari merita rispetto e considerazione. Una coppia potenzialmente da 20-25 gol che dovrà necessariamente trascinare una Salernitana che, da due anni, non ha attaccanti degni di tal nome. Basti pensare che ci ha dovuto pensare il bistrattato Simy a cercare di evitare la retrocessione diretta, facendo meglio di Cerri, Wlodarczyk, Torregrossa e Raimondo messi assieme. E poi la difesa. Coppolaro ha esperienza, Matino è buona alternativa ai titolari, Anastasio è abituato alle piazze calde e Villa è reduce da un ottimo campionato con la maglia del Padova.

Certo, con Capuano e Casasola ci sarebbe stato un salto di qualità non indifferente, purtroppo tanti duelli di mercato sono stati persi quando c'era da allargare i cordoni della borsa o da battagliare con altre società altrettanto ambiziose. Ma condividiamo la politica del ds: a Salerno solo chi lotta e suda la maglia, non chi prima si propone e poi si tira indietro per qualche manciata di euro in più. Di gente che pensa solo ai soldi o all'apparenza ne abbiamo piene le tasche, negli ultimi due terribili anni abbiamo visto giocatori tirare indietro la gamba, fingere infortuni, avere mal di pancia o chiedere la cessione dopo aver baciato la maglia sotto la curva e dunque meglio un Cabianca che ci mette cuore e polmoni che il grande nome di turno che viene qui per svernare e per garantirsi l'ultimo stipendio della carriera. E' ovvio che manchi ancora tanto per essere realmente competitivi. Si sta aspettando questo Capomaggio come fosse Pirlo, ma Salerno non è Cerignola e la spina dorsale dovrebbe essere formata da gente di categoria superiore. Il portiere deve dare garanzie (Sepe le darebbe?) e Bardi sarebbe un top anche in B, in difesa manca un centrale alla Ferrari che sia bravo anche con i piedi e pericoloso sulle palle inattive a favore, in mediana si attendono un regista e una mezzala di quantità che si giochi il posto con Varone e De Boer, in avanti siamo certi che alla fine arriverà il "Di Napoli" della situazione, quel giocatore dal palmares importante che possa ridestare anche una piazza che sta vivendo tutto con totale disinteresse e freddezza come testimoniato dagli striscioni di protesta e dall'assenza in ritiro di club e  gruppi ultras. Zero tifosi in due giorni: è ancora presto, ma è già dato emblematico se rapportato a quanto accadeva in passato e in categorie addirittura inferiori.

E ad acuire il malcontento popolare anche le continue bocciature in sede giudiziaria. Il TAR lascia intendere che il rigetto nasca anzitutto da errori procedurali. Se fosse realmente così, lecito chiedersi come sia possibile che una società che era in A due anni fa possa incappare in un tale autogol. Pensare che il mancato ripescaggio scaturisca non dal contenuto, ma dalla forma è un qualcosa che fa accapponare la pelle. Preferiamo pensare, pur con rabbia, che avremmo fatto la C a prescindere in qualità di vittima sacrificale per salvare una Sampdoria che naviga in cattive acque e che non è riuscita ad iscrivere nemmeno la squadra femminile per motivi economici. Gravina, Bedin, Abodi, Doveri e tutti gli attori di questo spettacolo poco edificante per il calcio italiano non dicono nulla ora? E' questo il rispetto delle regole? La multiproprietà era il male del calcio italiano? Fessi noi, scusateci il termine, che continuiamo a seguire questo sport. Fa male, molto male. Ma, tra gli orrori targati Iervolino, Milan, Sabatini, Petrachi, De Sanctis, Valentini, Liverani, Colantuono, Nicola, Breda e Marino e un bimestre di torti, soprusi e regolamenti interpretati ad arte (senza dimenticare i vari biscottifici e il Grosso favore del Sassuolo al Frosinone) nessuno si meravigli se gente come me, profondamente legata alla Salernitana, a stento seguirà le partite per tv tra un mese. La ferita è profonda, così come il senso di impotenza. E farci venire un malore per un qualcosa di preconfezionato proprio non ci va. Soprattutto per una società che ci ha portato dalla A alla C confermando indirettamente quanto Salerno abbia sbagliato a criticare i romani...
 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 16 luglio 2025 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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