Paradosso Salernitana. Se nelle prime 5 giornate i granata avevano raccolto più di quanto meritassero facendo valere il maggior tasso tecnico rispetto alle avversarie, negli ultimi 180 minuti appena un punto pur avendo espresso un gioco interessante e che raramente si vede in questa categoria. Fraseggi, inserimenti delle mezz'ali, sovrapposizioni, braccetti che impostano e 7-8 calciatori di movimento nella metà campo avversaria: proprio quello che chiedeva mister Raffaele sin dal primo giorno di ritiro. E l'ultima mezz'ora di grande spessore sul campo dell'ostico Casarano ha una valenza doppia.

Non solo per la capacità di agguantare il pareggio al 95' con un'azione manovrata e ragionata (visto Quirini quanto può incidere se gioca da quinto e non mezzala?), ma anche per aver corso fino all'ultimo secondo in emergenza e con 5 gare in due settimane. Il Casarano, inoltre, in casa non aveva ancora subito gol. Ci sono poi le prove incoraggianti dei singoli. Villa, ad esempio, è una garanzia assoluta: fatta eccezione per l'esordio col Siracusa, l'ex pendolino del Padova ha preso parte ad almeno un'azione decisiva in tutte le altre sei partite. Partito mezzala, il "Di Marco granata" ha disegnato un assist perfetto per Quirini non appena è tornato nel ruolo naturale Bene De Boer in cabina di regia: caratteristiche diverse rispetto a Capomaggio, ma testa alta, verticalizzazioni e un grande spirito di sacrificio. In crescita Tascone, vicino al secondo gol consecutivo e incisivo in interdizione fino a quando fisicamente ha retto. E infine Ferraris, un talento puro che ha qualità, rapidità e intelligenza tattica.

Lo avevamo scritto da subito: è destinato ad essere un titolare inamovibile, in caso di B la Salernitana preleverebbe a titolo definitivo dal Pescara un giocatore che può costituire un patrimonio tecnico ed economico non indifferente in prospettiva futura. Veniamo poi alle note dolenti. Ferrari ha ragione quando dice che "c'è molto da migliorare in fase difensiva". Del resto è evidente che non si possa ambire alla promozione diretta se, mediamente, si subiscono dieci tiri a partita nello specchio della porta. Non sempre Donnarumma farà il miracolo o il palo grazierà i granata, insomma.

Di qui la riflessione: problema tattico o di interpreti? Raffaele fu chiaro da subito: "Dovremo essere bravi a vincere anche le partite sporche, adattandoci all'avversario e al momento. Però a me piace una Salernitana propositiva, che giochi un certo tipo di calcio, che entri in campo con la voglia di fare gol pur concedendosi qualche rischio nell'uno contro uno". D'altronde, soprattutto in C, è difficile immaginare esistano squadre che attaccano e spingono senza mettere in preventivo qualche ripartenza. T

uttavia è evidente che la scarsa copertura dei centrocampisti amplifichi le difficoltà di una difesa lenta, forse non consona al tipo di gioco del mister che avrebbe avuto bisogno di almeno un elemento rapido. Coppolaro ad oggi fa fatica, Frascatore ha commesso errori decisivi, Anastasio ha perso il duello con un 2004 e Golemic, encomiabile per spirito di sacrificio, non ha ancora fatto la differenza. Anche su altri giocatori ci sono riflessioni da fare. Perchè Ferrari, pur impeccabile dal dischetto, ha sbagliato 2-3 occasioni nitide e appare ancora lontano dalla forma migliore. Facile prevedere che contro la Cavese, reduce dalla bella vittoria di Monopoli e carica d'entusiasmo per un derby che torna dopo quasi 20 anni, l'ex Vicenza tornerà in panchina a favore di capitan Inglese.

Sezione: News / Data: Mar 30 settembre 2025 alle 15:30 / Fonte: La Città
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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