Di seguito il focus di tuttoc.com a firma di Laerte Salvini sulle tre capoliste di Serie C, cioè Vicenza, Arezzo e Salernitana, in vetta con approcci diversi. 

Nel quadro della Serie C 2025/26, le tre capoliste dei rispettivi gironi: Vicenza, Arezzo e Salernitana, rappresentano tre modi distinti di interpretare il medesimo obiettivo: provare a raggiungere la Serie B. Sono tre squadre che condividono rendimento e solidità di base, ma differenti nella struttura del gioco, nella gestione dei momenti della partita e nel rapporto tra produzione offensiva e protezione dell’area. Il Vicenza domina nel Girone A con una percentuale di vittorie dell’83% e appena sei gol subiti in dodici giornate: numeri che raccontano una squadra costruita attorno all’ordine, alla gestione e alla pazienza. L’Arezzo, dall’altra parte, nel Girone B ha trovato la propria identità nell'intensità e nella capacità di alzare progressivamente i giri della partita, chiudendo con l’83% di successi e un differenziale reti di +18. La Salernitana, infine, guida il Girone C con un profilo più pratico e meno scintillante, ma efficace: 1.5 gol segnati a gara e una difesa che, pur concedendo di più rispetto alle altre due capoliste, sostiene una squadra solida nei duelli e capace di competere sul ritmo emotivo.

Se il Vicenza rappresenta la squadra che tende a controllare il contesto, l’ Arezzo incarna la formazione che punta a cambiarlo nel corso dei novanta minuti. I veneti segnano un gol ogni 45 minuti di gioco, costruendo occasioni pulite e selezionate, senza sbilanciarsi mai in maniera eccessiva. La loro forza risiede nella simmetria: 2 gol fatti e 0.5 subìti di media, una struttura in cui non esiste frenesia, né la necessità di forzare la giocata. Diversa la traiettoria dell’Arezzo, che pur generando un volume offensivo maggiore — 17 tiri a partita e un xG medio di quasi 2 — sceglie di accelerare soprattutto nella ripresa. Il dato è chiaro: 1.67 gol segnati nel solo secondo tempo, contro lo 0.5 del primo. È una squadra che si carica massa critica con il passare dei minuti, che trova intensità nei cambi e che tende a “rompere” la partita quando gli avversari calano.

La Salernitana, rispetto a queste due, sembra muoversi su binari più verticali. I granata non costruiscono molto, ma sono concreti: segnano ogni 60 minuti e si affidano a riferimenti offensivi esperti come Inglese e Ferrari, capaci di tenere alto il pallone, proteggere campo e fare salire la squadra. La differenza sta però nella fase difensiva: 1.08 gol subiti a gara e il 55% dei gol incassati nell’ultimo terzo di partita suggeriscono una squadra che vive la gara rallentando, più che crescendo. È un modello che funziona finché l’intensità tiene, ma che, sul lungo periodo, richiede profondità di rotazione o adattamenti nella gestione dei ritmi.

Sezione: News / Data: Gio 06 novembre 2025 alle 19:30
Autore: Lorenzo Portanova
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Caporedattore dal 2023
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