Lo striscione esposto dai tifosi granata è eloquente: “Salerno non si piega”. Il problema è che la decisione assunta dai vertici del calcio non si spiega. Loro, purtroppo, quando il caso lo richiede sono sempre pronti a fare “a chi figlio e chi figliastro”, sono sempre più padroni del vapore sempre pronti a modificare regole chiare, maneggiare le vicende a seconda del vento che tira e mortificare la passione dei tifosi. Se si cerca un punto di domanda a tutto questo, se ne trovano tanti altri: innanzitutto, perché a pagare i debiti insoluti di Cellino dovrebbe essere Salerno e la Salernitana?

E poi: perché, a pagare per i disastri sportivi e non solo della Sampdoria, retrocessa meritatamente sul campo al termine di una stagione disastrosa, dovrebbe essere Salerno e la Salernitana? Inoltre, ci si chiede perché – in un modo o nell’altro – una tra Sampdoria o Frosinone debba avere il piccolo vantaggio di conoscere l’eventuale avversaria ai play-out con la Salernitana costretta a lavorare in previsione delle classiche “ipotesi A” e “ipotesi B”. Tutto questo, è sport?

La linea tracciata dal Palazzo del pallone è bella storta, sembra andare da tutt’altra parte rispetto al fatto sportivo così come quello giuridico. Troppo spesso, i magheggi geo-politici e le spintarelle da dare a qualche società amica finiscono col penalizzare centinaia di migliaia di tifosi, oltre che società che versano regolarmente emolumenti e contribuiti. Salerno non si piega, restiamo in attesa che dal Palazzo decidano di spiegare meglio certi scriteriati criteri.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 25 maggio 2025 alle 19:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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