Dai tempi in cui era tutto da buttare all'osanna a prescindere il passo è stato breve, del resto era assolutamente immaginabile che il successore di un trio vincente ma che poco o nulla aveva trasmesso sul piano emotivo avrebbe trovato terreno fertile in un ambiente che riconosce a giusta ragione enormi potenzialità alla società potenzialmente migliore della storia e alla quale qualche errore si deve perdonare in virtù dell'inesperienza. Ma fare una osservazione un tantino più critica andando oltre luoghi comuni e frasi fatte non vuol dire disconoscere la miracolosa salvezza conquistata a maggio, l'investimento da 10 milioni quasi a scatola chiusa che ha evitato l'estromissione al campionato e la bontà dell'organico allestito in estate con tanto di +10 sulla zona retrocessione. Iervolino e tutti i suoi collaboratori erano e restano una garanzia, una mana dal cielo, per certi aspetti anche un colpo di fortuna. Un anno fa, del resto, si sperava nella cordata di Agnello, ci si aggrappava alla lodevole iniziativa del notaio Orlando o si provava a dare credibilità alle parole di tale Nuccilli pur di non arrendersi a una evidenza che parlava di deadline vicina e zero acquirenti all'orizzone. Per fortuna è solo un lontano ricordo: Salerno ha accolto un imprenditore serio, facoltoso, ambizioso, intelligente, lungimirante, vincente e coraggioso e deve tenerselo stretto, sostenendo la squadra soprattutto nei momenti difficili evitando polemiche stucchevoli.
Ma anche i complimenti diventano più credibili se, quando necessario, si cerca di aprire un dibattito rispetto ad una situazione oggettiva come il costo dei biglietti per la sfida con il Milan che battezzerà il 2023. Sul web abbiamo letto cose che riteniamo allucinanti: chi rievoca i fantasmi del passato mostrando ossessione patologica (del resto c'è qualche ebete che ha associato anche le notizie di mercato a un voler elogiare la vecchia dirigenza, follia), chi ricorda che gli abbonati vadano tutelati, chi ricorda che siamo in A e a tutte le latitudini c'è un sostanziale aumento quando arrivano le big, chi infine la mette sul "classismo" asserendo che "se non te lo puoi permettere ti stai a casa e non ti lamenti". Una sorta di "superlega del tifo", laddove è giusto non prendere in considerazione le esigenze e le difficoltà di chi quell'abbonamento tra i più cari d'Italia - con tanto di spezzatino indigesto - proprio non poteva permetterselo. E' assolutamente legittimo che una società che vive di introiti voglia guadagnare dal botteghino, così come si invocano acquisti e investimenti è altrettanto giusto contribuire affinché i conti possano quadrare. Ma se oggi questa scelta fa storcere il naso è perchè la promessa di riportare le famiglie allo stadio è stata fatta direttamente da Iervolino dieci minuti dopo l'inizio della sua prima conferenza stampa. E, con un settore popolare chiuso al pubblico e un altro che sarà sold out tra meno di 24 ore, è inammissibile che un tifoso debba mettere in preventivo una spesa minima di 60 euro. Quanti padri di famiglia non potranno portare i figli? Si è pensato che, in meno di 20 giorni, la Salernitana giocherà in casa tre volte e non tutti possono permettersi cifre così elevate? Con il rischio di vedere il pienone - a tinte rossonere - il 4 gennaio e uno stadio mezzo vuoto col Torino quando invece il fattore pubblico poteva - e può - contare tanto. "L'incasso dell'occasionale viene prima della passione del tifoso granata" scrivono in tanti sul web, anche molti possessori di abbonamento hanno reputato esagerati i prezzi e invocano un parziale dietrofront prima dello start della prevendita.
Se poi per qualcuno, che dà fiato alle proprie frustrazioni sul web, tutelare le centinaia di persone che vorrebbero esserci ma non possono vuol dire essere "vedove" o "destabilizzare" non importa: la nostra non è una polemica, ma una riflessione costruttiva che nasce da una promessa fatta pubblicamente. E' stata l'ennesima occasione per i soliti noti a caccia di click per riprendere "l'attacco ai più attaccati", senza coraggio di fare nomi e con l'unico obiettivo di nascondere sotto la sabbia le fake news e le bugie raccontate per due anni. Loro, sì, che dovrebbero pagare un biglietto salatissimo per assistere alle partite della Salernitana di Della Vall...pardon, di Iervolino. L'ennesima perla risale a pochi giorni fa, quando pur di smentire notizie vere sono andati contro i pochi coraggiosi masochisti che danno loro un minimo spazio su un giornale. D'altronde, quando non si hanno fonti, cosa c'è di più semplice che inventare notizie lette su atti notarili inesistenti e poi spostare il tiro su "babà, gastronomici e romani" per cambiare argomento e salvare quel poco di faccia che resta? A proposito: la notizia di Djuric è assolutamente vera, riportata da tutte le testate nazionali e confermata dalla società granata. In merito ci siamo già espressi: il calcio è materia opinabile, ci mancherebbe, ma chi è contro il potenziale ritorno del bosniaco evidentemente non ha visto nè lo scorso campionato, nè quello attuale in cui le lacune di Nicola hanno già costretto la squadra a basarsi sui lanci lunghi. L'organico è stato già depotenziato abbastanza dall'allenatore, è ora di non fare troppa filosofia e di sperare per davvero che possano arrivare elementi funzionali. Magari trattenendo i migliori. Perchè un progetto che punta all' "Europa in tre anni" non può prescindere dal creare uno zoccolo duro riconfermato a prescindere da eventuali offerte importanti.
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