In occasione del terzo appuntamento della nuova rubrica in onda sulla pagina Instagram di TuttoSalernitana, Due chiacchere con, abbiamo avuto l’onore di intervistare Domenico Franco. Ex. Centrocampista granata, tra il 2010 e il 2011, attualmente in forza al Cesena in Lega Pro. Il calciatore ha risposto a molte domande su varie tematiche, interagendo anche con i tanti tifosi che hanno seguito la diretta. Ecco alcune delle sue dichiarazioni:
Come sta vivendo questa situazione di stop forzato, senza potersi allenare?
“Innanzitutto ci tengo a dirvi che sto bene, seppur sono rimasto bloccato da solo a Cesena lontano dalla mia famiglia. Voglio ringraziare la società che ci ha fornito uno specifico piano di allenamento individuale, che sto seguendo alla lettera per cercare di rimanere in forma. Naturalmente non è la stessa cosa dell’allenamento in campo, però è l’unica cosa che si può fare sperando di tornare in campo al più presto”.
Come nasce la passione per il calcio? Non avesse fatto il calciatore, quale lavoro le sarebbe piaciuto fare?
“La passione per questo sport nasce in famiglia diciamo, mio padre infatti era calciatore e fin da piccolo mi portava in giro per i campi. Quindi fin da bambino sognavo di fare questo mestiere e di calcare i migliori campi d’Italia. Per quanto riguarda un possibile lavoro alternativo, da ragazzo mi sarebbe piaciuto diventare un cameriere o un chef. Infatti ho frequentato l’istituto alberghiero alle superiori, seppur ti ripeto che ho sempre sperato di fare il calciatore”.
Arrivando ora alla sua esperienza a Salerno, le chiedo di descriverci le emozioni del suo esordio in maglia granata allo Stadio Arechi a soli 17 anni.
“Esordire in prima squadra è un sogno di ogni ragazzo che fa parte della Salernitana primavera. Feci il mio ingresso in campo in un Salernitana Sassuolo del campionato di Serie B 2009/2010. Purtroppo un’annata negativa per la squadra, che infatti era già retrocessa in occasione di quel match di metà Maggio. Nonostante ciò, però, calcare il terreno di gioco dell’Arechi fu una grande emozione e non ti nascondo il mio desiderio di poterlo rifare ora da giocatore più maturo“.
Rimanendo su quegli anni, l’anno dopo fa parte della Salernitana di Roberto Breda. Le chiedo un parere su di lui e di descrivercelo come allenatore.
“Breda è un tecnico di cui ho un grandissimo ricordo e che ringrazierò sempre, perché mi diede la possibilità di allenarmi in un grande gruppo come quello del 2010/11. È un allenatore preparato, umile e soprattutto molto legato a Salerno e alla Salernitana. Quella stagione, anche per il suo grande lavoro, doveva finire diversamente, ma ci sono state alcune circostanze sfortunate che non ci hanno permesso di andare in B. Tra l’altro la società era in grande difficoltà, infatti non percepivamo lo stipendio, ma nonostante ciò abbiamo continuato a giocare soprattutto per la gente sugli spalti. I tifosi apprezzarono molto questo e fu una grande soddisfazione per noi calciatori e tutto lo staff della Salernitana“.
Del gruppo della Salernitana di Breda, a quali giocatori si affezionò di più e quali erano i suoi punti di riferimento?
“Eravamo davvero un bel gruppo e avevo un grande rapporto con tutti, io tra l’altro ero il più piccolo. Ricordo con piacere Falzerano, Neglia, De Palma, ragazzi con cui sono cresciuto e tutt’ora ci sentiamo. Per quanto riguarda i punti di riferimento della squadra, non posso non citare Carrus. Un calciatore di grandissima qualità e molto umile, era sempre un onore osservarlo e poter imparare da lui. Però ripeto, tutti mi volevano bene e quello fu uno dei migliori gruppi di cui ho fatto parte in carriera“.
C’è un po’ di rammarico per non essere rimasto a Salerno più tempo? Quanto le manca la gente di Salerno?
“A Salerno ho amici, persone a cui voglio bene e ci ritornerei mille volte a giocare nella Salernitana. Purtroppo dopo la stagione 2010/2011 ci fu il fallimento e quindi decisi di andare a fare un importante esperienza al ChievoVerona. Però si, Salerno e i salernitani mi mancano moltissimo. Sono un vero e proprio tifoso della Salernitana, seguo tutte le partite e quindi spero di ritornarci in futuro”.
Passando invece ora alla sua carriera generale, le chiedo di indicarci quello che considera il suo gol più bello dal punto di vista tecnico e quello più importante/significativo.
“Allora per quanto riguarda quello più bello, in realtà ne citerei 2. L’anno scorso in un Rende Francavilla su punizione e quest’anno contro la Fermana, con un gran tiro a giro da fuori area che si insaccò all’incrocio. Mentre per quello più significativo ti direi quello di questa stagione contro l’Arzignano, un gol non bellissimo ma molto importante per il risultato finale. Venivamo infatti da una pesante sconfitta in casa e dovevamo vincere per forza, fortunatamente proprio grazie alla mia rete riuscimmo a conquistare i tre punti grazie al mio gol”.
Attualmente gioca al Cesena, come procede la stagione? Siete in linea con gli obbiettivi prefissati dalla società ad inizio stagione?
“Sai in una piazza con grande passione per il calcio come Cesena non è facile accontentare tutti. Inoltre contro di noi tutti gli avversari cercano di fare la partita della vita, essendo il Cesena una squadra molto prestigiosa. La rosa è stata costruita per fare un campionato tranquillo, quindi in linea con i risultati ottenuti fino ad ora. Abbiamo iniziato la stagione con Modesto allenatore, alternando alti e bassi a livello di prestazioni, poi c’è stato il cambio in panchina. Con il nuovo mister le cose sono leggermente migliorate, con tre risultati utili consecutivi e una sconfitta contro il Vicenza. Certamente potevamo fare anche di più, però il campionato di Serie C non è facile e presenta molte insidie. In caso di ripresa del campionato, cercheremo di salvarci il prima possibile e poi, perché no, tenteremo di conquistare un posto nei play-off”.
Rimanendo sul personale, lei ha una scuola calcio. Potrebbe descriverci come nasce questo progetto e le iniziative principali della struttura?
“Mio padre ha sempre allenato, anche in categorie dilettantistiche come l’eccellenza, inoltre aveva anche una sua scuola calcio. Solamente che quattro/cinque anni fa ci sono state delle divergenze con dei collaboratori e così abbiamo deciso di aprirne una tutta nostra. Abbiamo infatti investito sul nostro territorio, trasformando un campetto in brutte condizioni in un vero e proprio centro sportivo. La nostra filosofia è quella di mettere al centro del progetto i bambini, facendoli divertire e senza mettergli troppe pressioni addosso”.
Vorrei ora chiederle un giudizio sulla Salernitana di Giampiero Ventura. Come giudica la stagione dei granata e pensa possa davvero puntare alla Serie A la squadra?
“Io ho visto una Salernitana giovane e che gioca un buon calcio, certo in una piazza esigente come Salerno non è semplice fare bene. La gente pretende molto ed è molto legata ai risultati, ma come è giusto che sia in un posto così passionale come Salerno. Con pazienza, un progetto serio e con un allenatore come Ventura si può fare bene. Anche se non ci sono grandi nomi, nel calcio con un bravo allenatore e un buon contesto di squadra i calciatori riescono sempre a rendere al meglio. Quindi sì, secondo me la Salernitana ha tutte le carte in regola per puntare alla Serie A”.
In chiusura, qual è il sogno che vorrebbe realizzare nei prossimi anni di carriera?
“Non ti nascondo che a me piacerebbe molto tornare a giocare a Salerno. Quindi questo è uno dei miei desideri, che posso tranquillamente mettere nel mio cassetto di sogni. Poi in generale, come ogni calciatore, ambisco al meglio e vorrei continuare a giocare in piazze importanti come Cesena".
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