La passione per la “mitologia norrena” e quella per il calcio. Due stelle polari della vita di Alessandro Musumeci che ha unito questi due “amori” trasformandole in un lavoro: fare il “cercatore di talenti” per alcune agenzie di procuratori italiane fra la Scandinavia e la Danimarca. Il coronamento di un sogno per il 28enne di Messina, da diversi anni di base a Lione e con il Lyngby (squadra della serie A danese) nel cuore, che da tempo - grazie ai social - racconta quel mondo sconosciuto del Calcio Nordico. Tramite la sua curatissima pagina Facebook, oltre 20mila seguaci negli ultimi mesi hanno conosciuto le gesta, ad esempio, del Bodo Glimt in Norvegia ma pure degli altri campionati “più settentrionali” d’Europa. O l’esplosione di talenti come l’implacabile bomber Haaland. Gli arrivi alla Salernitana, uno dopo l’altro, del danese Riza Durmisi e del norvegese Julian Kristoffersen hanno fatto sì che anche la Scandinavia si sia un po’ colorata di granata. Attirando anche la sua attenzione sulla Bersagliera.
Musumeci, l’ingaggio di Kristorffesen ha colto un po’ tutti di sorpresa. Che calciatore è?
"È un giocatore che fa del fisico la sua principale arma. Centravanti di quasi due metri, non eccelle per tecnica di base o iniziativa. Può però essere interessante per una squadra che gioca palla lunga e che punta molto sulla massiccia presenza in area di rigore. Insomma è un attaccante fisico, capace di fare sponde per i compagni e far salire la squadra ma che per rendere in fase realizzativa ha davvero bisogno di avere la palla giusta e possibilmente sulla testa".
Ritiene sia un calciatore “pronto” per un campionato difficile come la serie B?
"Oggi collocherei come elemento che deve dimostrare di essere all’altezza del torneo cadetto".
Ci aiuti a ricostruire un po' la sua carriera.
"Da ragazzino si parlava molto bene di lui: essere ben strutturati fisicamente è un requisito che soprattutto nelle giovanili ti fa avanzare agevolmente. Tra FC København e Djurgårdens IF, due settori giovanili importanti tra Danimarca e Svezia, aveva mostrato ottime cose senza però ottenere mai delle reali possibilità in prima squadra".
Poi cosa è accaduto?
"La grande occasione è arrivata all’Hobro, in Superligaen (la serie A danese, ndr) e seppur abbia sempre lottato, 6 gol in 50 presenze non sono esattamente un grande bottino. Successivamente è andato a giocare in seconda divisione coreana e anche lì non ha convinto davvero. Non mi va di essere necessariamente pessimista, le esperienze passate non devono condizionare il presente. È un ragazzo che ha voglia di lavorare, ritengo questo ancor più importante".
Non è l’unico scandinavo in rosa. Castori può contare anche su Durmisi...
"La sua questione è complicata: Durmisi è una scommessa. Tutto dipende dalle sue condizioni fisiche. Tre anni fa era un calciatore che nella Nazionale danese ci stava senza problemi, il fatto è che le sue condizioni fisiche soprattutto riguardanti la schiena, mi lasciano grossi dubbi. Non ho più avuto la possibilità di vederlo giocare con continuità a causa di queste noie fisiche per cui il mio giudizio si basa chiaramente su ipotesi".
Eppure la prima prestazione con i granata ha fatto ben sperare.
"Se dovesse tornare ad essere il calciatore visto al Betis Siviglia, sarebbe da squadra di fascia media in serie A. Se dovesse essere ancora il Durmisi ammirato a Roma, non credo che riuscirebbe a fare realmente la differenza".

Sezione: News / Data: Sab 06 febbraio 2021 alle 11:00 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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