Combattivo in campo, umile nella vita di tutti i giorni. Nolano di nascita, salernitano d’azione, lui che sogna di diventare un calciatore professionista ad alti livelli e che sta giganteggiando con la formazione Primavera collezionando 7 in pagella e gli applausi di tanti addetti ai lavori che hanno annotato il suo nome sui taccuini. Continuasse così sarà destinato ad una carriera importante, merito anche della Salernitana che da sei anni lo ha blindato indicandolo come fiore all’occhiello del vivaio. In estate ha avuto modo di lavorare brevemente con la prima squadra, chissà che in futuro non possa toccare a lui che sta mostrando doti estremamente rare per un ragazzo così giovane: anticipo, scivolata, contrasti, stacco di testa, una buona tecnica di base, un ottimo fisico e la “cazzimma” che non lascia scampo a nessun attaccante avversario. Stiamo parlando, naturalmente, di Gioacchino Galeotafiore, capitano sabato scorso nel derby con la Juve Stabia a nostro avviso già pronto per allenarsi stabilmente con i più grandi. Intervistato dalla redazione di GranataCento, il muro granata ha rilasciato un’intervista che servirà a conoscerlo anche come persona e a far capire ai tifosi quanti sacrifici facciano questi ragazzi per alimentare il grande sogno.
Partiamo da queste ultime partite. Buone prestazioni, risultati che stanno iniziando ad arrivare…
“E’ vero, ci stiamo disimpegnando bene. Purtroppo molte volte la nostra superiorità e supremazia non è premiata dal risultato, ci manca il cinismo utile a chiudere le partite. Nelle ultime settimane abbiamo cambiato modo di giocare, per aumentare la pericolosità offensiva il baricentro è più alto e pressiamo a tutto campo. Anche noi difensori centrali dobbiamo essere pronti ad impostare il gioco aprendo sui quinti, mi fa piacere aver dato un buon contributo. Mister Rizzolo è un allenatore molto preparato, sta contribuendo alla crescita collettiva e individuale e mi fa estremamente piacere. I miei miglioramenti? Ho acquisito autostima e consapevolezza dei miei mezzi. Mi sento veramente bene, ma non mi monto la testa: sono a disposizione della società e della squadra”.
Quanto fa male sentire tante critiche nei confronti del settore giovanile?
“I tifosi non vengono a vedere le nostre partite e quindi si basano sui risultati. Da questo punto di vista, purtroppo, negli ultimi anni le cose non sono andate benissimo e quindi possono pensare che non stiamo lavorando nella direzione giusta. Se avessero voglia di venirci a sostenere dal vivo noteranno invece un gruppo che onora la maglia, che gioca un buon calcio e che non è stato messo sotto da nessun avversario. Le vittorie devono essere una conseguenza del lavoro”.
Parlaci un po’dei sacrifici che stai facendo per coronare il tuo sogno…
“Sono di Nola, ma ormai salernitano d’adozione. Non mi sono trasferito in città, quindi ogni giorno arrivo in macchina per fare gli allenamenti ed essere a disposizione dell’allenatore. Chiaramente i ragazzi della mia età possono fare un po’ quello che vogliono, io invece devo dire di no ad una pizza, ad una birra e alla serata in discoteca. Il venerdì prima della partita non esco di casa, sono attentissimo all’alimentazione e seguo alla lettera la dieta anche di domenica o durante le festività natalizie. Mi rendo conto che è dura, in alcuni momenti il sacrificio può pesare, ma nella mia testa c’è soltanto il calcio e ho una voglia matta di emergere. Tutto quello che sto seminando oggi lo raccoglierò domani, proprio per questo mi preme ringraziare la mia splendida famiglia e mio fratello Giuseppe, nonchè Raimondo e Giuseppe che sono i miei migliori amici e mi danno una carica pazzesca ogni volta che scendo in campo con il loro affetto”.
Parlaci invece di Gioacchino ragazzo: hobby, passioni e vita oltre il calcio…
“Sono un ragazzo molto umile, il calcio occupa un ruolo fondamentale nella mia vita. Ho preso il diploma di geometra con un voto alto, considerate che andavo a scuola quattro volte a settimana e che ero costretto a fare tante assenze per motivi sportivi. Non sono fidanzato, nel tempo libero mi piace uscire con i miei amici e trascorrere delle ore con la mia famiglia. Sono una persona semplice, che prova a costruirsi un futuro giorno dopo giorno con la massima disponibilità e riconoscenza nei confronti delle persone che mi sostengono”.
Hai svolto parte del ritiro con la prima squadra. Ti senti pronto per il grande salto?
“Sinceramente sì, e da diverso tempo. In prima squadra sono stato davvero poco, una settimana. Poi andai via, vorrei chiarire che non c’è stato mai nessun problema con Casasola: interruppi il ritiro nel giorno in cui ci fu il suo addio e si erano diffuse voci non veritiere. Ho avuto modo di tastare con mano la bravura di mister Ventura, sono convinto che abbia molto da insegnare soprattutto a noi giovani. Non so a gennaio cosa succederà, sono concentrato esclusivamente sul campo e sul mio percorso con la formazione Primavera. Con mister Colantuono ho esordito in coppa Italia contro il Rezzato ed è stata una bellissima emozione, se la Salernitana mi dovesse chiamare sarei onorato e felice. Scendere in campo all’Arechi e in serie B sarebbe meraviglioso, il coronamento di un percorso che mi ha fatto legare tanto alla città, alla maglia granata e alla tifoseria”
Tifoseria purtroppo molto distante dall’Arechi. Quanto può pesare?
“Senza dubbio il pubblico granata è sempre un’arma in più, ma bisogna capirli. Ho letto uno striscione sabato scorso, facevano riferimento ai campionati in fotocopia. E’ chiaro che se si parte bene e poi c’è un calo la gente si allontana, mi dispiace perchè un Arechi gremito trasmette una carica e un’adrenalina particolare. Sono convinto che la squadra sia buona e che ci sono tutti i presupposti per riprendere il cammino e ricreare entusiasmo”.
Sabato scorso hai giocato in coppia con Heurtaux, uno che ha giocato 200 partite in serie A. Che sensazioni hai provato?
“Molto positive, è un ragazzo da apprezzare perchè nonostante i suoi trascorsi si è calato nella nostra realtà con la mentalità giusta e senza un velo di presunzione. Lui ha dato tanto a noi, noi abbiamo dato tanto a lui. Un’esperienza molto bella, lo ringrazio e gli faccio i complimenti”.
C’è un giocatore a cui ti ispiri?
“Il mio idolo è Bonucci, mi piace molto perchè gioca d’anticipo, è bravo in marcatura e imposta il gioco come i difensori moderni. Il mister mi chiede di avere un atteggiamento tattico simile, tutte le squadre del settore giovanile sono impostate sul 3-5-2. Ribadisco un concetto: credo di essere cresciuto molto e mi sento pronto per la prima squadra, ma resto umile e pronto a seguire le indicazioni della società e dell’allenatore”.
Allora ci vediamo presto in prima squadra…
“Magari, sarei felicissimo. Sarebbe un onore rappresentare la maglia granata”.
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