E' iniziata ufficialmente l'era Inzaghi e, per certi aspetti, non poteva esserci scelta migliore. In questo momento non occorrono scienziati, alchimisti o strateghi, quelli che pensano di risolvere tutto con la tattica, i moduli o gli schemi. 4-4-2, 4-3-1-2, 3-5-2, 3-4-2-1. Numeri, nient'altro. Perchè la Salernitana vista all'opera fino alla scorsa settimana e che è stata presa a pallonate da avversarie assolutamente modeste soffrirebbe anche se si schierasse con il 5-5-5 di "Oronzocaniana" memoria. Una difesa da film horror, un autentico “salone delle feste” per gli avversari. Inzaghi può essere l'uomo giusto al posto giusto perchè è carico, motivato, incarna i valori della piazza, ha voglia di riscatto dopo alcune esperienze negative ed è consapevole che è all'ultima chiamata in A dopo gli esoneri di Milano e Bologna e la retrocessione per certi aspetti clamorosa col Benevento. Chi lo conosce e ne analizza pregi e difetti lo descrive come un ex grande attaccante da 300 gol in carriera che, però, predilige un gioco difensivo.

Del resto, in B, Venezia e Benevento erano solidissime e raggiunsero traguardi importantissimi proprio grazie alla capacità di subire poche reti. Cosa che a Salerno, dal ritorno in A ad oggi, non è mai accaduta. Considerando che, tra Cabral, Dia, Candreva e Kastanos, tutto sommato il potenziale offensivo è di spessore e che, alla fine, il gol lo si può sempre trovare, chissà che non basterà trovare l'assetto giusto e migliorare sulle palle inattive per vedere una squadra meno bella, meno propositiva, meno coraggiosa ma tremendamente concreta ed efficace. Quello che serve in questo momento. Perchè contro il Cagliari non si può più sbagliare e un pareggio equivarrebbe a una mezza sconfitta. Perchè a Genova sarà tostissima ma non si può perdere. Perchè poi all'Arechi, in uno stadio che sarà spettacolare, arriverà un Napoli non irresistibile, che già si è arreso alla legge di Dia e che speriamo non troverà il tappeto rosso come accaduto nella passata stagione. A proposito di Arechi, il dato della prevendita è deludente. Chi vi scrive non è appassionato di numeri e statistiche relative al botteghino, a nostro avviso è la qualità e non la quantità a fare la differenza. E quando la Sud spinge coinvolgendo gli altri settori sembra per davvero di giocare in dodici a prescindere.

Tuttavia vien da chiedersi come sia possibile che Salernitana-Cagliari, due anni fa, richiamava sugli spalti 30mila spettatori e oggi, con lo stesso obiettivo in palio, si preferisca restare a casa. E' vero, siamo alla nona e non c'è ancora la percezione del pericolo. Fosse capitato a marzo, forse parleremmo di sold out, caccia al biglietto e necessità di riaprire la Nord. Consentiteci però di constatare con tristezza che il famoso zoccolo duro si è mantenuto stabile pur con una società solida e con il terzo anno di A. Davvero lontani i tempi dell'Arechi stracolmo a prescindere dal riscaldamento, del "gioca la Salernitana e tanto basta": social, crisi economica, restrizioni e recenti fallimenti hanno cambiato la mentalità e allontanato quelle nuove generazioni che vanno assolutamente riconquistate. Tocca ad ognuno di noi, certo, ma anche e soprattutto alla società che, sotto questo aspetto, non ha mantenuto le promesse che andavano nella direzione del sinallagma e dell'osmosi. Ad ogni modo oggi gli ultras hanno lanciato un messaggio chiaro alla squadra: Sousa è stato esonerato e non saranno tollerati - sportivamente parlando - altri atteggiamenti passivi e remissivi o le lamentele di qualche "prima donna" che, dopo una stagione discreta, forse pensava d'esser pronta per Real Madrid e Barcellona e che magari vede Salerno come un ripiego. Sia chiaro a tutti, dal capitano all'ultima delle riserve: la Salernitana è prestigio a prescindere. Chi non se la sente è libero di andare altrove già ora, senza aspettare gennaio.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 20 ottobre 2023 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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