Notti insonni per i tifosi della Salernitana. Preoccupati, arrabbiati e delusi per una situazione che non si sblocca. C’è chi se la prende con chi ha parlato di multiproprietà falso problema ,girando la questione come gli conviene: noi rimarcavamo quanto la proprietà ha sempre detto e rispondevamo a chi diceva che in B non si poteva vincere il campionato. Che poi Lotito dovesse cedere nessuno lo ha mai messo in discussione. A oggi c’è lo scenario peggiore possibile: nessuna offerta (tesi confermata da tutti, c’è anche la smentita di Della Valle e di altri imprenditori fantasiosamente accostati al club), un paio di proposte al ribasso di persone che nel calcio hanno fatto male, il muro contro muro con FIGC e Lega e tante squadre che vogliono chiedere il ripescaggio. Un caos clamoroso, quando mancano 17 giorni per chiudere il discorso. L’avvocato Gentile ostenta tranquillità, ma può essere soltanto un modo per calmare la piazza. Mezzaroma si  è chiuso nel silenzio, Lotito litiga con tutti, Fabiani non può fare mercato fino a luglio e Castori non ha notizie di alcun tipo dall’ultima cena promozione con i tifosi. Incredibile.  Così come è incredibile che la tifoseria si continui a dividere in guelfi e ghibellini proprio ora che, memori del passato, si dovrebbe essere uniti. Lo diciamo chiaramente: la Salernitana rischia di non iscriversi al campionato. Ma diciamo altrettanto chiaro e forte che queste regole – da rispettare – favoriscono chi acquista e non chi cede, un qualcosa che potrebbe avere strascichi in tribunale. Se oggi ci dicessero di scommettere sull’iscrizione andremmo cauti, pur sapendo che la Salernitana non è in mano agli sprovveduti e che quindi una soluzione si potrà trovare. Che sia un fondo estero, una cessione a prezzo basso del pacchetto azionario o una terza strada ad oggi sconosciuta non lo sappiamo, ma perdere la serie A dopo tanti sacrifici di tutte le componenti sarebbe una mazzata tale da far finire il calcio a Salerno. Solo garantendo la partecipazione al torneo di A Lotito e Mezzaroma verrebbero ricordati come una società di spessore, viceversa il giudizio sarebbe esclusivamente negativo. Una macchia che mette i brividi solo a pensarci. Ribadiamo quanto abbiamo detto ieri: occorre un comunicato, magari un bando pubblico di vendita come accadde nel 2011. Perché siamo certi che, in extremis, qualcuno si farà avanti ma alle proprie condizioni. Brutto da dire e da pensare, ma era prevedibile. E in quel caso meglio perdere qualche milione che la categoria. Una soluzione si troverà, vogliamo ostentare ottimismo e lanciare un messaggio distensivo. Ma il tempo stringe e c’è una squadra da attrezzare. Ma con quali soldi?

Sezione: Editoriale / Data: Mar 08 giugno 2021 alle 00:17
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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