La premessa è d'obbligo, utile anche a prevenire eventuali commenti dei soliti noti che continuano a ritenersi depositari di verità dimenticando le figuracce collezionate sui social negli ultimi anni: anche i più critici sono felicissimi delle vittorie della Salernitana. Con una differenza sostanziale, però. C'è il partito di chi balla, canta e festeggia a prescindere ritenendo che vada tutto bene e che ormai la Salernitana abbia iniziato la fuga verso la B, chi invece ha un po' di sale in zucca e predica equilibrio proprio per il bene dei colori granata. Un anno fa, dopo quattro giornate, la Bersagliera era seconda in classifica con sei punti e, sul web, si parlava del super lavoro di Petrachi, di Martusciello come allenatore rivelazione del campionato, del tandem Verde-Soriano come uno dei più forti della categoria e di un gruppo che onorava la maglia combattendo su tutti i palloni. Poi sappiamo perfettamente come sia andata a finire e quanto tutti i protagonisti della retrocessione abbiano scritto una pagina nera della nostra storia disonorando la maglia e mettendo da parte orgoglio e dignità anche a cospetto dello scandalo pro Sampdoria. Quest'anno è un'altra storia e siamo tutti d'accordo, ma prima di esaltarci e di pensare che daremo 20 punti di distacco a Catania, Cosenza, Crotone e Benevento sarebbe opportuno valutare le prestazioni con oggettività e senza farci condizionare dai 12 punti su 12 e da un primo posto che, a metà settembre, ha una valenza prossima allo zero.
Col Siracusa abbiamo vinto con un calcio di rigore di Knezovic, soffrendo contro una banda di ragazzini di belle speranze che non giocava nemmeno in serie D. A Cosenza siamo stati messi sotto per tutto il primo tempo e il 2-2 annullato ai padroni di casa lasciò in eredità numerosi dubbi. Con il Sorrento san Donnarumma ha evitato la seconda brutta figura di fila dopo quella rimediata in coppa Italia, mentre ieri il palo ha graziato una difesa che continua a destare preoccupazioni. Se poi non ci si rende conto che dietro si balla e che gente come Matino, Coppolaro e Anastasio non dà garanzie, allora cambiamo sport o accodiamoci al partito degli ottimisti a prescindere scrivendo che siamo fortissimi, che stracceremo il campionato, che a Giugliano vinceremo 4-0 e che possiamo già iscriverci al prossimo torneo cadetto. Una nota a parte per Villa, un trascinatore sulla propria corsia. A vederlo viene in mente Dimarco, paragone irriverente ma non troppo. Per carità, qui nessuno vuole riproporre il tormentone del bel gioco. Menichini, nel 2014-15, pur disponendo di una vera corazzata rischiò l'esonero più volte per lo spettacolo tutt'altro che esaltante offerto dalla squadra, ma in B si può andare anche a suon di 1-0 come insegna il mitico Castori. E non è che con Agostinelli, Perrone e Brini (tanto per citare chi la C l'ha vinta a Salerno) ci stropicciassimo gli occhi per il calcio champagne: palla a Di Napoli o a Ginestra, Salernitana in vantaggio e poi tutti dietro a difesa dei tre punti.
Ma le lacune dell'organico attuale sono evidenti. Retroguardia lenta, centrocampo con poche soluzioni anche dal punto di vista numerico, in avanti il "colpaccio" Ferrari è ancora a quota zero presenze da titolare e non si può dipendere soltanto da un Inglese non più giovanissimo. Ci sarebbe modo per aggiungere all'organico uno svincolato, ma la società si tira indietro quando si tratta di investire e Faggiano ha rimandato il discorso a gennaio. In ottica gestione del gruppo forse è anche giusto così. Vedremo in questo tour de force che condurrà entro un mese alla super sfida di Catania quali siano le reali potenzialità di una Salernitana che, comunque, sta sopperendo alle lacune con un cuore enorme. Proprio quello che chiede la gente. A proposito dei tifosi. 4500 spettatori per l'amichevole con la Reggina a inizio agosto, 13mila col Sorrento, 11mila di mercoledì sera con l'Atalanta23 e 5300 abbonati. Numeri che battono quasi tutte le piazze di B e qualcuna di A. Iervolino e Milan, per i quali ci sono tifosi che continuano a stravedere dimenticando lo scempio calcistico a cui abbiamo assistito, dovrebbero fare una sola cosa: andare sotto la curva, chiedere scusa e assicurare impegno e INVESTIMENTI seri per riportare la Salernitana dove è stata presa. Tornare in B è difficile, ma sarebbe minimo sindacale. Lo ricordino tutti. Il passato non si cancella e chi lo dimentica è tifoso della società e non del cavalluccio marino. Quello che oggi si esalta per aver battuto la Primavera dell'Atalanta mentre appena 2 anni e mezzo fa batteva la "prima squadra" estromettendola dalla corsa Champions con eurogol di Candreva. Che fine...
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