E' Giuseppe Raffaele uno dei protagonisti di quest'ottimo avvio di stagione della Salernitana. Al netto di qualche critica eccessiva e di una serie di cose oggettivamente da registrare, il trainer granata ha grossi meriti per una cavalcata sin qui trionfale e per una classifica che consente alla Bersagliera di guardare tutti dall'alto verso il basso e di stazionare in vetta dalla prima giornata con un +3 sul Benevento e un +4 su Catania e Casarano. Considerando che l'organico è stato completamente stravolto e che il ritiro è stato svolto in modalità cantiere aperto anche a causa delle restrizioni economiche della società, Raffaele sta facendo un lavoro incredibilmente importante.

E' merito suo se il gruppo è compatto e granitico, è merito suo se la squadra ha una capacità straordinaria di reagire alle difficoltà e di trasformare una situazione di svantaggio in successi entusiasmanti e tali da riaccendere la passione di un pubblico che, al pari dei giocatori, domenica pomeriggio lo ha chiamato per la prima volta sotto la curva Sud per tributargli un meritato applauso. "Per me questa è un'occasione professionale importantissima, Salerno in C è come la Juventus in A e non so cosa intendiate per pressione: io sono carichissimo e avere alle spalle un tifo del genere non può che essere un vantaggio" disse nel giorno della presentazione.

E a chi dice che non sia un allenatore che cura la fase difensiva possiamo replicare con i numeri della passata stagione. Il parallelo è con il suo Cerignola e fa riferimento alle prime otto giornate, quando i pugliesi (che sulla carta dovevano salvarsi) ottennero 4 vittorie, tre pareggi e una sconfitta per un totale di 15 punti. Balza all'occhio il dato delle reti subite: tre nella prima giornata contro la Juventus23 e poi appena due nelle restanti sette partite, a testimonianza del fatto che Raffaele sa produrre un gioco offensivo pur garantendo quell'equilibrio tattico che, alla lunga, fa la differenza. E' evidente, dunque, che qui il problema sia costituito principalmente da errori individuali (vedi Frascatore col Cerignola, viceversa Raffaele sarebbe imbattuto) e dalle caratteristiche dei centrali, sicuramente esperti e possenti fisicamente ma anche lenti e non molto adatti - Cabianca a parte - ad impostare il gioco.

Per non parlare del centrocampo. Tascone e Capomaggio, con l'Audace, erano liberi di agire a ridosso delle punte perchè avevano le spalle coperte da un altro mediano di interdizione e con esterni ottimi in entrambe le fasi. A Salerno, invece, la mediana è scarna e non riesce a garantire adeguata copertura, al punto che risulta mossa intelligente e non azzardare adattare un quinto come mezzala per avere maggiore efficacia sulle preventive e nell'uno contro uno.

E non è nemmeno vero che c'è integralismo tattico, visto che con la Cavese abbiamo visto il 3-4-1-2, il 4-4-2 e il 3-5-1-1, con cambi azzeccati e una squadra che per un'ora non ha concesso ripartenze ad un avversario totalmente arroccato nella propria metà campo. Infine una curiosità. Ora la Salernitana affronterà Monopoli e Catania e Raffaele se la vedrà con i colleghi Colombo e Toscano. L'anno scorso, con i biancoverdi, X in trasferta e vittoria in casa, idem col Catania e con gol di Capomaggio a ritorno. Sia di buon auspicio...

Sezione: News / Data: Mer 08 ottobre 2025 alle 17:30 / Fonte: La Città
Autore: Gaetano Ferraiuolo
vedi letture
Print