Era il 26 giugno 1991, stadio Adriatico di Pescara. In palio, nello spareggio salvezza tra Salernitana e Cosenza, c’era un’intera stagione e un pezzo di storia. A deciderla, nei tempi supplementari, fu il gol di Gigi Marulla sotto la Curva calabrese. In mezzo a quegli ultras in festa c’era anche lui: Padre Fedele Bisceglia, frate francescano e volto amatissimo del tifo rossoblù.

Quel pomeriggio, per i granata, fu un incrocio doloroso con una figura che, negli anni, sarebbe diventata simbolo di passione, carità e vicinanza agli ultimi.  Padre Fedele se n’è andato a 87 anni, dopo una lunga degenza nel reparto di Geriatria dell’Inrca. Religioso, volontario instancabile, fondatore dell’associazione “Il Paradiso dei Poveri”, ha dedicato la vita agli emarginati, agli invisibili, a chi non aveva voce. Nel 2004 fu persino nominato presidente onorario del Cosenza Calcio, suggellando un legame indissolubile con la squadra e la sua gente.  

La notizia della sua scomparsa ha commosso il mondo ultras di tutta Italia, compreso quello granata. I tifosi della Salernitana lo hanno salutato con parole cariche di rispetto: “La croce nel cuore e la mano tesa alla sofferenza. Gesti concreti e non concetti astratti. Fratellanza e solidarietà, quando tutti parlano di individualismo. Amico degli ultras, già nell’85 capì che con quei ragazzi bisognava dialogare e comprenderli”.

 Il destino lo fece incrociare con Salerno nel momento più amaro di una generazione di tifosi. Oggi, a distanza di oltre trent’anni, lo ricorda come si fa con chi, pur dall’altra parte della barricata, ha saputo incarnare valori universali. Perché certe figure vanno oltre il calcio. E Padre Fedele, per molti, lo resterà per sempre.

Sezione: Pillole di Storia / Data: Mer 13 agosto 2025 alle 17:30 / Fonte: liratv
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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