Il campionato di Serie C Girone C ci sta regalando emozioni forti, e domenica la Salernitana affronterà uno degli avversari più insidiosi nella tana più calda: il Catania di Domenico Toscano al Massimino. I siciliani occupano il secondo posto con 18 punti in 9 partite, frutto di 5 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta. Numeri importanti che raccontano la storia di una squadra fortissima tra le mura amiche.
Due facce della stessa medaglia
Perché il Catania è una squadra Jekyll e Hyde, capace del meglio e del peggio a seconda del campo. Al Massimino è una macchina da guerra: 12 punti su 15 disponibili in cinque partite casalinghe, con 15 gol fatti e zero subiti. Imbattibilità assoluta. Numeri da grande squadra, supportati dal pubblico etneo che sa essere il dodicesimo uomo in campo.
Lontano dalla Sicilia, invece, gli etnei diventano improvvisamente umani. Anzi, vulnerabili. Solo 6 punti raccolti in trasferta su 12 disponibili (1 vittoria e 3 pareggi), con appena 3 gol segnati e ben 5 subiti. Una differenza abissale: media di 2,4 punti a partita in casa contro 1,5 in trasferta.
Ma domenica noi saremo ospiti al Massimino, dove il Catania non ha mai perso e non ha mai subito gol. Una sfida durissima che richiederà la prestazione perfetta.
Il sistema di gioco: solidità e verticalità
Toscano schiera il suo Catania con un collaudato 3-4-2-1, che può trasformarsi in 3-5-2 quando serve maggiore compattezza. Il portiere Andrea Dini è il titolare indiscusso, protagonista di prestazioni di altissimo livello soprattutto in casa dove mantiene l'imbattibilità.
La difesa a tre è guidata dal capitano Matteo Di Gennaro, affiancato dal leader tecnico e carismatico Mario Ierardi (già 2 gol all'attivo) e da Alessandro Celli. Sulle fasce, Tiago Casasola a destra garantisce spinta costante e cross precisi, mentre a sinistra il veterano Daniele Donnarumma porta esperienza e piede educato, anche se accusa un calo fisico.
In mezzo, Alessandro Quaini è il titolare inamovibile, l'equilibratore e primo costruttore della manovra. Al suo fianco Francesco Di Tacchio porta esperienza e leadership quando disponibile, mentre Andrea Corbari è il nuovo innesto di qualità ancora in fase di adattamento.
Il reparto è però numericamente corto, con Toscano costretto spesso ad adattare i trequartisti.
L'attacco: il settore più prolifico
18 gol in 9 partite (media di 2 gol a partita) dimostrano la pericolosità offensiva degli etnei. Ma c'è una netta dipendenza dalle prestazioni individuali.
Gabriel Lunetta è la stella assoluta: 6 gol e prestazioni da top player lo hanno reso il protagonista indiscusso di questo avvio di stagione. Velocità devastante, tecnica e finalizzazione letale lo rendono praticamente imprendibile, soprattutto al Massimino.
Al suo fianco, Francesco Forte (3 gol) porta esperienza e peso nell'area di rigore, ma risulta discontinuo. Sulla trequarti operano Kaleb Jiménez, tecnico ma ancora discontinuo negli inserimenti, ed Emmanuele Cicerelli (2 gol).
L'infortunio di Cicerelli
Ed è proprio qui una possibile buona notizia per noi: Cicerelli ha subito un infortunio contro il Giugliano e potrebbe essere assente, anche se i sanitari etnei hanno escluso una lesione muscolare e sperano di recuperarlo per domenica. La sua assenza sarebbe una perdita gravissima per creatività e imprevidibilità. Senza di lui, la manovra offensiva perde qualità.
I punti di forza: quando il Catania morde
L'imbattibilità casalinga è devastante. 15 gol fatti e 0 subiti in 5 partite al Massimino rappresentano numeri eccezionali. L'ambiente del pubblico etneo esalta le prestazioni della squadra.
Lunetta è in stato di grazia e sta vivendo la stagione della consacrazione. Velocità, tecnica e finalizzazione lo rendono imprendibile, soprattutto davanti ai suoi tifosi.
Toscano vanta una solidità tattica invidiabile. Sa leggere bene le partite e ha dichiarato di avere "16 giocatori pronti a entrare e decidere". Le sostituzioni sono quasi sempre azzeccate.
Al Massimino il Catania non sbaglia mai, con atteggiamento aggressivo sin dal primo minuto. La pressione alta coordinata sui portatori di palla, la ricerca della superiorità numerica attraverso gli inserimenti dei trequartisti, le transizioni verticali rapide dopo il recupero palla e la compattezza difensiva con linea a 5 in fase di non possesso sono i principi di gioco che hanno portato ai risultati straordinari tra le mura amiche.
Le crepe nel muro: cosa possiamo sfruttare
Non facciamoci illusioni: al Massimino il Catania è una corazzata. Ma alcune vulnerabilità esistono e vanno sfruttate con intelligenza tattica.
L'eventuale assenza di Cicerelli rappresenta la nostra principale speranza. Il fantasista è un elemento fondamentale per creatività e imprevidibilità nella manovra offensiva etnea, e la sua assenza priva Toscano di un'arma importante. Senza di lui, la qualità del gioco sulla trequarti inevitabilmente si abbassa.
Strettamente collegata a questo problema c'è la dipendenza eccessiva da Lunetta. Il numero 23 è il terminale offensivo principale, e se riusciamo a fermarlo l'attacco rossazzurro perde gran parte della sua pericolosità. Le alternative non sono dello stesso livello, e questo può diventare un problema serio per loro nel corso dei novanta minuti.
A centrocampo, poi, la rosa è numericamente corta. Toscano è costretto a continui adattamenti, spesso utilizzando i trequartisti in posizioni non naturali, e questo ha ripercussioni sull'equilibrio generale della squadra. È un limite strutturale che può emergere soprattutto quando il ritmo della partita si alza.
Nonostante i miglioramenti stagionali, la difesa presenta ancora incertezze sui calci piazzati, in particolare sui corner e sulle punizioni laterali. Quando manca la concentrazione massima, gli spazi si aprono e possono nascere occasioni pericolose per noi.
Un altro aspetto da considerare è la resistenza fisica. Nelle fasi finali delle gare l'intensità del Catania può calare, rendendo la squadra più vulnerabile ai contropiedi. È un momento della partita in cui possiamo trovare spazi preziosi.
Infine, c'è la pressione mentale. Al Massimino il Catania gioca con l'obbligo di vincere davanti al proprio pubblico, e questo crea un'aspettativa altissima. Se le cose non girano subito bene, può subentrare il nervosismo, e noi dobbiamo essere bravi a sfruttare ogni momento di incertezza.
Come affrontarli al meglio
Mister Raffaele, domenica ci aspetta una delle trasferte più difficile del campionato. Il Massimino è un fortino inespugnato, ma noi siamo la capolista e abbiamo gli strumenti per fare risultato.
La priorità assoluta sarà annullare Lunetta. Il numero 23 è il terminale offensivo più pericoloso, soprattutto davanti al pubblico amico, e dovremo predisporre una marcatura asfissiante con raddoppio sistematico. Non possiamo mai lasciarlo solo negli spazi, perché la sua velocità nei contropiedi diventa devastante quando ha campo aperto davanti a sé. Ogni pallone che arriva dalle sue parti deve trovare almeno due nostri giocatori pronti a contrastarlo.
Se dovesse essere assente Cicerelli Jiménez rimane l'unico vero trequartista a disposizione di Toscano, e questo significa che dovremo creare densità nella trequarti per limitare gli spazi alla creatività. Senza Cicerelli manca anche un riferimento importante per i recuperi delle seconde palle, quindi dovremo essere aggressivi in quella zona di campo per impedire loro di ricostruire azioni pericolose.
Sul fronte dell'impostazione avversaria, sappiamo che Di Gennaro e Celli sono i centrali meno tecnici della retroguardia etnea. Un pressing intelligente può portarli a commettere errori sotto pressione, costringendoli al gioco lungo e impedendo che costruiscano dal basso con la calma che preferiscono. Disturbare Dini nelle ripartenze può aumentare il nervosismo generale della squadra.
I calci piazzati rappresentano un'altra arma a nostra disposizione. La difesa del Catania può andare in difficoltà su corner e punizioni laterali, quindi dovremo preparare variazioni efficaci e cercare inserimenti dalla distanza per sfruttare le seconde palle. I duelli aerei contro la linea difensiva a tre possono regalarci occasioni preziose se affrontati con la giusta aggressività.
Fondamentale sarà resistere alla tempesta iniziale. Nei primi venti minuti il Catania spingerà forte per sfruttare il fattore campo e l'entusiasmo del pubblico. Dovremo essere compatti, ordinati, senza concedere ripartenze facili che potrebbero esaltarli ulteriormente. Se superiamo quella fase mantenendo la porta inviolata, potremo far nascere i primi dubbi nella loro testa e approfittare di eventuali cali di tensione.
La gestione intelligente della partita sarà decisiva per tutti i novanta minuti. Serve pazienza tattica, senza mai concedere le transizioni verticali rapide che sono il punto di forza del gioco di Toscano. Dovremo essere bravi a controllare i ritmi, a non farci trascinare in una gara caotica che favorirebbe le loro caratteristiche. Gli ultimi venti minuti saranno cruciali: è lì che la loro intensità potrebbe calare, ed è lì che i cambi mirati potranno fare la differenza per sfruttare gli spazi che si apriranno.
Ma soprattutto, mister, servirà la mentalità da grande squadra. Non dobbiamo avere paura del Massimino né del blasone del Catania. Siamo la capolista del campionato, abbiamo qualità e consapevolezza dei nostri mezzi. Se scendiamo in campo con personalità e giochiamo la nostra partita senza timori reverenziali, possiamo mettere in difficoltà chiunque, anche in uno stadio caldo come quello etneo.
Il Catania in casa è fortissimo, questo è innegabile. Servirà la prestazione perfetta, lucidità nei momenti chiave e cattiveria agonistica per novanta minuti. Ma noi siamo la Salernitana e siamo in testa alla classifica per un motivo preciso: sappiamo vincere le partite difficili.
Forza Granata, andiamo a prenderci il Massimino!
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