Foggia: "Situazione in B che non ha senso. Qualcosa di imbarazzante. Sarà dura per chi retrocede, la C è un inferno"

L'ex attaccante della Salernitana, attuale ds del Pescara, Pasquale Foggia è intervenuto a 'TuttoSalernitana', trasmissione in onda su SeiTv: "La promozione del Pescara è merito di tutti, vedere 20 mila tifosi in C non è cosa di tutti i giorni. Una cosa costruita col tempo".

Sul caos della Serie B.
"Quando si dice che il calcio italiano è indietro, di strutture e dirigenti, stiamo perdendo di credibilità. Il giorno prima del playout far uscire tutto quello che è uscito, con gli organi che ci hanno messo sei mesi per decidere. Chi ne paga sono i tifosi e le società che investono milioni di euro. È qualcosa di sbagliato, viene penalizzato tutto il sistema calcio italiano nonostante ci siano tante persone passionali a lavorare. In passato abbiamo insegnato agli altri, è un vero peccato".

Salernitana parte lesa, come detto anche da capitan Ferrari.
"Non ha senso niente, è illogico. Capisco lo stato d'animo dei giocatori, si trovano in difficoltà per una partita da dentro o fuori. Devi cambiare tattica tra una squadra e un'altra. È qualcosa di imbarazzante".

Alla fine si giocherà?
"Alla fine si, poi diventa dura per chi non ce la fa perchè la C è un inferno".

Ti sta a cuore anche la Samp con cui hai vinto il campionato.
"Sono due grandi piazze che si giocano qualcosa che non doveva esistere".

Più volte accostato alla Salernitana.
"Fa piacere, è una società e una piazza importantissima. Spero che le cose si sistemino. Vedere la Salernitana giocare un playout non è quello che la gente si aspetta".

Sui settori giovanili.
"Nelle Primavere è stata introdotta la retrocessione e la promozione ed è normale che si pensi al risultato. Prima c'era la strada e si dribblava, ora ci sono i libri dove al centro dell'attenzione c'è l'allenatore e non il ragazzo. Parliamo di strutture, siamo anni luce indietro ma abbiamo tirato fuori talenti dalla strada anche senza le strutture. Il settore giovanile è visto oggi più come un peso per i costi, che un vantaggio. La Campania ha sempre tirato fuori talenti nonostante non ci siano strutture. C'è però qualità".