Il mondo del calcio, a volte, sa essere davvero romantico e incredibile. Spesso chi fa questo mestiere si trova a raccontare storie meravigliose, che vanno oltre l'aspetto meramente tecnico e che toccano le corde dei sentimenti. Prendiamo l'esempio di Pasquale Mazzocchi. Due anni fa scendeva in campo al Maradona con la maglia della Salernitana e la fascia di capitano al braccio. Gli azzurri, vincendo, avrebbero festeggiato lo scudetto in casa, dopo 33 anni di attesa e al culmine di un campionato dominato da Spalletti e in cui i partenopei sciorinarono un calcio spettacolare.

Quel pomeriggio, però, si trasformò in una grande festa a tinte granata, visto che Dia pareggiò a 6 minuti dalla fine consegnando alla Bersagliera quel punto che serviva per avvicinarsi all'aritmetica salvezza. E il numero 30, al solito motorino sulla fascia, meritò un voto alto in pagella per aver fronteggiato a testa alta e senza timori reverenziali un calciatore del calibro di "Kvara". Del resto fummo forse i primi, dopo un Salernitana-Milan nel 2022, a rimarcare quanto l'ex terzino del Venezia si esaltasse a cospetto dei campioni del calcio europeo. All'epoca toccò a Theo Hernandez e Leao, nell'aprile del 2023 a giocatori che avevano stracciato il campionato, ma che soffrirono contro i granata di Paulo Sousa.

Ieri, invece, Mazzocchi ha festeggiato lo scudetto in quello stesso stadio, con la maglia azzurra e quelle lacrime che hanno commosso il web. Lui che è stato protagonista in campo, ma soprattutto in uno spogliatoio nel quale ha saputo trasmettere valori imprescindibili come senso d'appartenenza e identità. La sua è una storia che va raccontata perchè è un messaggio di speranza per quei giovani che hanno smesso di credere nei loro sogni. Mazzocchi è partito da zero, tra mille difficoltà, con una gioventù fatta di guadagni irrisori e di sacrifici e un destino che gli ha restituito tutto e con merito.

Bravo l'ex agente, Luigi Lauro, a chiudere l'operazione tra Salernitana e Napoli un anno e mezzo fa, una trattativa lampo che consentì ai granata di fare una plusvalenza e al giocatore di coronare il sogno di una vita pur senza mai rinnegare l'affetto per Salerno e per la Salernitana, come testimoniato dalla presenza ai funerali del compianto Gerardo, magazziniere col quale aveva un rapporto speciale.

Complimenti dunque a un calciatore che vince nel suo stadio, con la maglia della sua città e che, anche grazie ai colori granata, si prepara a scendere in campo l'anno prossimo col simbolo del tricolore sul petto. Ma anche con la salvezza del 7% nel cuore. 

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 24 maggio 2025 alle 12:06
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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