Come sempre accade, la settimana della sosta porta pensieri e riflessioni, la gara con la Lazio è sì praticamente alle porte ma in queste due settimane si è parlato molto anche di quello che succede fuori dal campo. E non solo di infortunati e possibili cambi di modulo, e di tutto quello che quei 90' più recupero comportano. Anche se, inutile negarlo, comportano tanto. 

Come ha dimostrato la tiepida risposta di un pubblico caldo alle agevolazioni sui prezzi dei biglietti. Perché alla fine il pensiero generale è di poca sicurezza, la tanto attesa svolta con mister Inzaghi non è arrivata e per quanto siano stati promessi almeno tre rinforzi (di cui uno per reparto) e altri uomini mercato (sono davvero necessarie altre figure dirigenziali?)... a gennaio sarà lunga arrivare. Certo, un girone su altri ritmi è possibile, il rischio retrocessione c'è ma c'è anche la possibilità di salvezza, però la classifica incide sul mercato, e se a gennaio non sarà almeno "meno drammatica" rischia di esser complicato fare un determinato tipo di mercato. Chiunque sia il Ds. 

E soprattutto se c'è il concreto rischio di perdere Dia, per sanare il bilancio. È pur vero che ormai le società di calcio sono aziende a tutti gli effetti ed è giusto che chi mette i soldi abbia a cuore anche il bilancio, ma con questo sottile confine diventa tutto più complesso e pesante. 
Alle volte sembra non si possa far altro che affidarsi a Dio, scomodandolo per così frivole cose, o comunque ad altre celesti entità. Per chi, come me, è atea/o.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 22 novembre 2023 alle 00:00
Autore: TS Redazione
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