La sosta nazionali è ormai alle spalle, con l'Italia qualificata con sofferenza ai prossimi Europei e tanti calciatori in giro per il mondo rientrati alla base per il rush finale di questo anno calcistico solare. Non tutti, perchè qualcuno si è "perso" in questa sosta, come capitato ad Ochoa, tra infortuni e affaticamenti muscolari. Si riprende sabato all'Arechi, alle 15, con il match che aprirà la tredicesema giornata di Serie A e che vedrà di fronte passato e presente dei colori granata, ovvero Lotito versus Iervolino. Da un lato il presidente che ha rilevato la squadra granata in serie sconosciute per portarla fino alla serie A, e dall'altro il patron che ha rilevato la squadra granata sull'orlo del fallimento causa incompatibilità proprio di Sor Claudio già presidente della Lazio. 

Due filosofie di vita diverse a confronto, due modi di intendere il calcio e il management societario completamente opposti, ma una caratteristiche identica che li accomuna: il protagonismo. Da un lato quello spocchioso e a volte anche esagerato del patron laziale che per manie di protagonismo e cocciutaggine stava per mandare all'aria anni di sacrifici suoi e di una piazza, quella granata, che era risalita dal baratro del calcio fino agli onori della cronaca nazionale; dall'altro quello eccentrico e a tratti disconnesso dal contesto del presidente napoletano che per voglia di apparire e di comparire sui principali rotocalchi e sulle pagine web e cartacee, si ostina nelle sue battaglie morali in un calcio che è destinato a non cambiare. In entrambi i casi a rimetterci è la Salernitana: nel primo con un quasi fallimento, scongiurato solo al fotofinish, nel secondo con una stagione iniziata malissimo e che sembra avere pochi sbocchi di ripresa.

Il tempo questa volta c'è per raddrizzare il tiro e porre rimedio agli sbagli fatti in estate, figli di superbia e forse di poca esperienza, ma urge un bagno di umiltà ed un ammissione di colpevolezza, se cosi possiamo definirla, apporre i giusti correttivi agli errori commessi. E occorre farlo presto, già da ora con un cambio di guida tecnica societaria che possa operare in tutta serenità e con il giusto tempismo per portare alla corte di Inzaghi, o del suo alterego, il miglior roster a disposizione per tentare un'altra salvezza che ad oggi sembra a dir poco miracolosa. 

Lotito contro Iervolino nel momento più buio della presidenza dell'ex proprietario e fondatore di Unipegaso: quasi un gioco beffardo del destino che metterà di fronte passato e presente in un momento più che delicato per la squadra col cavalluccio sul petto. Un incontro che però, paradossalmente, potrebbe rappresentare la svolta morale e mentale per la troupe di Pippo Inzaghi, alla ricerca di quella scintilla che possa far scattare la risalita che in tanti si augurano, proprio per scongiurare un corri corri da Gennaio a Maggio come visto qualche campionato fa. Lotito contro Iervolino, si, ma alla fine quello che conta è il bene della Salernitana: che si chiami Claudio o Danilo a noi poco interessa, l'importante è che il calcio a Salerno continui ai livelli a cui siamo stati abituati di recente e che per anni abbiamo meritato riempiendo gli stadi di tutta Italia.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 23 novembre 2023 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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