Nel calcio, come e forse più che in qualsiasi altro campo di operatività professionale, conta molto possedere una profonda e radicata conoscenza delle particolari dinamiche e dei complessi equilibri che regolano l'andamento di questo mondo. Più concretamente se si vuole ricoprire un ruolo dirigenziale apicale nell'area tecnica di un club militante ai vertici del movimento calcistico italiano, non si potrebbe e dovrebbe prescindere dal conoscere a fondo un ampio numero di calciatori e un buon quantitativo di campionati esteri, essendo i primi gli artefici primari delle sorti stagionali di una compagine e i secondi gli ambiti di manifestazione del talento o dell'inadeguatezza dei medesimi attori di campo.Tra De Sanctis e Sabatini intercorre tutta la differenza di questo mondo, per esperienza, conoscenze, contatti e per carisma e credibilità verso gli interlocutori di controparte e del proprio stesso orticello. Il confronto non regge e suona quanto mai impietoso e ad evidenziarlo sono i risultati conseguiti in termini di nuovi tesseramenti nel mercato estivo e in questo invernale appena concluso, con ambedue le sessioni trasferimenti condotte disponendo di un budget estremamente ridotto e tra molteplici condizionamenti. 

Tra tanti limiti e paletti che disseminavano il suo cammino Walter Sabatini ha saputo portare a Salerno ben nove nuovi elementi, che presto potrebbero diventare addirittura dieci, grazie all'ingaggio di uno svincolato che potrebbe riempire l'ultima casella lasciata libera dal tunisino Bronn. I nuovi arrivi non vanno certo giudicati solo dal punto di vista quantitativo ma anche e soprattutto sul piano qualitativo e ancora più sulla rispondenza del loro profilo tecnico-tattico alle reali e prioritarie esigenze della Salernitana. Il dirigente di Marsciano, da consumato conoscitore del calcio e da storico navigante dei mari del calciomercato globale, avrebbe ben presto individuato che i granata necessitavano di innesti diffusi, pressoché riguardanti tutti i reparti, ma che in modo particolare fosse necessario rivoluzionare la difesa della Bersagliera, vero tallone di Achille del club di Iervolino e tra le più perforate del panorama internazionale. La difesa del cavalluccio marino, salvo rari momenti, comunque la si disponesse in campo e qualunque ne fossero gli interpreti schierati , ha sempre sofferto gli attacchi avversari e quasi mai portato in dote clean sheet.

Se è vero che più che di difesa e difensori nel calcio moderno si debba parlare di fase difensiva, ovvero di corretto atteggiamento da parte di una squadra nel frangente del non possesso, nel caso dei granata gli errori individuali a turno commessi dai difendenti del club di Iervolino hanno davvero avuto un peso specifico notevole in termini di punti persi in classifica. Un rinnovamento era qui indispensabile e doveva rispondere ad un rafforzamento del reparto in termini di esperienza, capacità tecniche, tattiche e anche sul piano della cattiveria agonistica, indispensabile nel gestire al meglio i momenti caldi delle sfide, tra cui soprattutto i finali di contesa. Così si è ben mosso Sabatini, assicurando gli innesti migliori e più importanti proprio in difesa, ad iniziare dal colmare una inaccettabile lacuna di organico rappresentata dall'assenza di un vero leader dalla cintola in giù, che alzasse la voce e dirigesse i compagni di reparto nei movimenti e nel tenere la linea, nel salire e nel togliere la profondità agli avversari a seconda dei momenti delle partite. 

Un giocatore Jerome Boateng conosce bene quando e come uscire dalla linea per andare in pressione, quando portare o chiamare un raddoppio o in generale come fare muovere il reparto arretrato in ottica elastico difensivo. L'ex Bayern ha soprattutto tanta personalità e spalle larghe per tollerare le pressioni e per infondere la giusta convinzione ai più giovani ma non meno validi nuovi compagni di linea. Il bravo Pierozzi, talento sicuro , lo ha sottolineato non casualmente, ribadendo quanto lo abbia aiutato avere un compagno del livello e della personalità di Boateng al fianco. Con lui ha fatto bene anche lo sfortunato Pasaridis e con lui hanno ben figurato il veterano Bradaric e la new entry Zanoli, finalmente attori di un reparto che ha giocato di squadra nel limitare le armi degli attaccanti rivali, adeguandosi alle caratteristiche di questi ultimi e dando modo di riconoscere anche ad Inzaghi i giusti meriti per la buona preparazione della gara di Torino. Per il resto l'orizzonte è più roseo anche grazie al rientro di Coulibaly che, con l'ottimo Basic, comporrà una mediana di tutto riguardo e grazie anche alle maggiori alternative presenti sulla trequarti e in attacco, dove Dia e Weismann, bomber sottovalutato, dovrebbero avere più goal nelle gambe dello sciagurato Egidio Simy e dell'acerbo Ikwuemesi

Se l'obiettivo è, tuttavia, quello di colorare nuovamente il cielo di granata a fine campionato non si potrà né dovrà prescindere dai tre punti contro l'Empoli del grande e ancora amato ex Nicola, l'attore protagonista della salvezza miracolosa del 2022. Con il tecnico torinese i toscani sono migliorati molto in termini di solidità difensiva ed efficacia di schemi offensivi, il tutto in nome di un baricentro di squadra e di un'aggressione in pressione più alti. Per la conquista di una vittoria indispensabile i granata devono prendere ad esempio proprio la ferrea determinazione messa in campo dagli empolesi nel giorno dell'esordio di Nicola in panchina per battere il Monza e chiudere il match nei primi trenta minuti di gara. Non sia un alibi né un condizionamento pesante a livello inconscio il cattivo rapporto con la classe arbitrale e gli errori delle giacchette nere subiti sinora dalla Salernitana, equamente ripartiti tra direttori di gara di campo e varisti. La vittoria va conquistata essendo più forti anche di eventuali torti arbitrali e di avversità varie, questo perché venerdì sera è una finale, e non è davvero retorica stavolta definirla in tale modo. 

Chiusura da dedicare a quella appendice di calciomercato rappresentata dalla fiera degli svincolati, dove risaltano nomi dal passato illustre ma che, in qualche caso, possono garantire un miglioramento presente ed attuale delle possibilità dei club che li tesserano di raggiungere i propri obiettivi stagionali. La Salernitana, in coerenza con quanto espresso prima, punta ad innestare un rinforzo di lusso sempre in difesa, con Manolas in pole per vestire la casacca granata. A proposito di calciomercato svincolati questa finestra supplementare resterà aperta fino al 23 febbraio come da comunicato ufficiale F.I.G.C. 186/A al punto 12. Pescare l'atleta giusto e funzionale alle proprie esigenze potrebbe spostare gli equilibri nella corsa salvezza e non solo, basti pensare che tra i portieri figurerebbe De Gea, tra i difensori, oltre al greco ex Roma e Napoli, Sakho, Mustafi e Malcuit, a centrocampo Soriano, M'Vila e Mata e in attacco gente come Lingard, Vela, Santi Mina e Diego Costa. Chi, peraltro, avrebbe più chance di tornare a calcare i campi della massima serie italiana sarebbe Soriano, insieme a Malcuit, Benassi, Stefano Okaka e Felipe Caicedo, in nome di un usato sicuro, o quasi, a prezzo di saldo. 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 07 febbraio 2024 alle 00:00
Autore: Raffaella Sergio
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