Nelle scorse settimane abbiamo provato a gettare acqua sul fuoco, memori della passata stagione che tanto ci ha fatto tribolare. Abbiamo provato a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno invitando la gente a sostenere la Salernitana sempre e comunque anche a costo di prenderci qualche insulto social. Oggi, però, ci sentiamo di rimarcare quanto il progetto targato Gian Piero Ventura sia sull'orlo del fallimento. Il mister, inchiodato da numeri impietosi e talvolta contraddittorio nelle sue dichiarazioni, aveva in teoria due obiettivi: far divertire e riportare la gente allo stadio. Se la missione era questa possiamo dire sia stata fallita: domenica ci saranno sì e no tremila persone e la Salernitana ha giocato bene solo col Pescara e a sprazzi con Frosinone, Chievo e Livorno. Per il resto costante involuzione, gestione discutibile di alcuni giocatori, un pizzico di nervosismo e la divergenza con Lotito rispetto agli obiettivi. Oggi tutti abbiamo pensato alle dimissioni quando si è isolato dal contesto gara, la versione ufficiale parla di una indisposizione. E' certamente così, sia chiaro, ma la sensazione è che il giocattolo si sia rotto. Del resto Ventura era arrivato qui per il salto di qualità, non per ricordarci i due playout in tre anni. Altri allenatori, per molto meno, sarebbero già stati esonerati. Lo score parla di 5 sconfitte di fila in casa, una vittoria in nove gare, +2 dai playout e difesa puntualmente perforata. 

Se, però, ogni anno si verificano le stesse situazioni non può essere sempre colpa degli allenatori. La società ha avuto il demerito di non rispettare il patto messo per iscritto ad aprile e che parlava di lotta per la promozione in serie A. Manca il bomber sebbene oggi gli attaccanti abbiano segnato (ma che errore Giannetti, anche lui voluto da Ventura come Cerci!), manca il regista, manca il difensore centrale (perchè puntare su Heurtaux fermo da un anno sapendo che Billong e Mantovani erano infortunati e che Karo e Pinto sono giovani che hanno bisogno di tempo?), ma soprattutto manca l'entusiasmo. E' questo il vero campanello d'allarme: la freddezza della piazza. Quando segna la Salernitana a stento si esulta, lo stadio è vuoto come nemmeno in D con la maglia a strisce rosse e blu, in tantissimi non vanno all'Arechi da anni e fa male incontrare giovani per le strade di Cittadella amareggiati e delusi dopo aver lasciato le famiglie per assistere ad un ko meritatissimo. Stavolta non ci sono alibi di arbitraggi ed infortuni, un bel segnale sarebbe indire una conferenza stampa atta a spiegare il perchè in C si sia sempre vinto mentre in B la giostra ha smesso di girare. 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 07 dicembre 2019 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
vedi letture
Print