La fortuna ci abbandona. E' come se in 90 minuti il destino abbia voluto toglierci quando ci aveva concesso nelle cinque gare precedenti, vinte anche grazie al sempre gradito sostegno della dea bendata. Stavolta episodi esclusivamente negativi, tra "fattori imponderabili" e la solita capacità della Salernitana di complicarsi la vita. Sostituzioni sbagliate, gol annullati, rigore scandaloso contro e un arbitro che farebbe bene a cambiare mestiere. Ciliegina sulla torta la prossima partita senza Capomaggio, Inglese, Cabianca e Liguori e senza la nostra guida tecnica in panchina. Entrando nel dettaglio di quanto accaduto nella surreale gara dell'Arechi, diciamo subito che puntiamo anzitutto il dito sui "nostri". Sulla società, che in estate ha allestito l'organico al singhiozzo badando anzitutto a risparmiare e a cedere dimenticando che la condizione fisica e l'amalgama si trovano in ritiro. Se Raffaele rimarca più volte che diversi giocatori sono in ritardo e fanno fatica, è chiaro che sta mandando un segnale a chi ha allestito la rosa e si arrogava anche il diritto di contestare pubblicamente lo staff tecnico dopo una gara di coppa Italia. Lo diremo all'infinito: la Salernitana ha una discreta squadra con margini di miglioramento, ma non è la corazzata che bisognava pretendere dopo due stagioni calcisticamente parlando vergognose.

Invece è bastato battere le riserve del Siracusa e le giovanili dell'Atalanta per veder riemergere dagli abissi quei fan di Iervolino e Milan che, evidentemente, in questo biennio hanno vissuto sulla luna. Ci sono poi gli errori individuali. Donnarumma ne fa due buone e tre sbagliate: non si può prendere quel gol su un tiro goffo e sul palo di competenza. Capomaggio, forse emozionato per la prima da ex, si è fatto espellere ingenuamente per un intervento di mano istintivo quanto inutile. Frascatore ha combinato una frittata degna della Gialappas e non riusciamo a capire come un calciatore della sua esperienza, al 98', in 10 contro 11 e con i compagni tutti in avanti, si avventuri in un dribbling pericoloso spianando la strada al Cerignola per una "rapina" sportiva senza precedenti. E poi Raffaele. Togliere Tascone, finalmente discreto, e De Boer tenendo in campo Capomaggio - ammonito e nervoso - non ha senso. E' vero che stava giocando bene, ma eravamo 2-0, l'atteggiamento dell'arbitro era chiaro e un tecnico più esperto si sarebbe regolato di conseguenza. Non bisogna fare "alla Simone Inzaghi" che sostituiva chiunque ricevesse un giallo, ma con doppio vantaggio, gara in cassaforte, Capomaggio stanco e forse fresche in panchina sarebbe stato un qualcosa di assolutamente logico.

Sull'arbitro potremmo dire tante cose, ma ormai siamo rassegnati. Abbiamo fatto battaglie per anni, alzando la voce e contribuendo dietro le quinte anche alla compilazione di dossier nell'anno della promozione in A (ma che ne sanno gli haters da tastiera?). Purtroppo il caso Sampdoria-Frosinone e l'arbitraggio di Doveri confermano che siamo soltanto spettatori impotenti di uno spettacolo che allontana i tifosi dagli spalti e che ci farebbe venir voglia di trascorrere diversamente le nostre giornate. Un rigore inventato, 7 gol annullati in 6 partite, distribuzione a senso unico dei cartellini: dobbiamo aggiungere altro? Milan è ancora convinto di voler fare pace con Gravina o agirà da presidente alzando la voce anche pubblicamente per tutelare quella squadra che, anche grazie a lui, è passata dalla A alla C? Ad ogni modo, pur felici per aver mantenuto il primo posto, ora bisogna tornare con i piedi in terra. Altro che "la capolista se ne va". I troppi presuntuosi professori di calcio a Salerno hanno caricato oltre misura una squadra rispettabile ma non ammazzacampionato. Anzi, con tanti doppioni e molte lacune in tutti i reparti. La C è dura e per una promozione diretta ci vuole ben altro. Soprattutto una proprietà che abbia voglia di investire. Ahinoi...

Sezione: Editoriale / Data: Ven 26 settembre 2025 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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