Chi legge i miei editoriali conosce perfettamente il mio punto di vista. Riuscire a entusiasmarsi per un primo posto in C, in condominio con Catania e Benevento e dopo appena due giornate, è un qualcosa che proprio non mi riesce. Per chi si stava piacevolmente abituando alle trasferte a San Siro e al cavalluccio marino che fronteggiava le big del calcio italiano dopo un percorso record di 4 promozioni e due coppe in nove anni e mezzo è davvero dura immaginare che Potenza e Cerignola possano essere dirette concorrenti in chiave playoff. E non è un discorso di categoria, anche questo lo ribadisco per l'ennesima volta. Ho vissuto con orgoglio e passione i tempi del Vestuti, creando il primo magazine ufficiale distribuito sugli spalti e condividendo l'amore smisurato per i colori granata con tantissimi amici che mi hanno accompagnato in questo percorso fatto di più dolori che gioie, ma che ci ha sempre reso orgogliosi della nostra squadra del cuore. Il discorso è molto più ampio. Una società che ci ha promesso la luna e che impiega due mesi per prendere il Tascone di turno dopo averci portato in C a suon di errori clamorosi e inspiegabili non riesce a godere della mia credibilità. E se davvero esiste ancora qualcuno che si lascia coinvolgere dalle dichiarazioni di Iervolino, allora alzo bandiera bianca e mi rassegno all'evidenza che Salerno pecca di memoria corta e, in alcuni casi, di malafede.

Se questo scempio calcistico lo avessimo visto ai tempi di Soglia, Aliberti, Lombardi e Lotito cosa avremmo letto sui social? Davvero immaginate che sottoscrivere 4700 abbonamenti sia un gesto d'amore nei confronti della Salernitana? La verità è che la stragrande maggioranza dell'ambiente ha ormai abdicato al proprio compito, vivendo con indifferenza il biennio peggiore della nostra storia pur con numeri, statistiche e decisioni che avrebbero meritato quantomeno un Arechi vuoto e la creazione di un corpo unico tra tutte le componenti utile a far uscire allo scoperto chi prospettava Salerno in Europa e oggi ha chiuso il mercato senza il grande colpo che avrebbe restituito entusiasmo e credibilità. Se nemmeno in Lega Pro si parte con i favori del pronostico e con una corazzata (ma non tutti i dirigenti sono in grado di prendere Di Napoli, Pinna, Gori, Colombo, Gabionetta, Pestrin, Moro e Calil), allora non ha nessun senso parlare d'altro. Poi magari il campo ci smentirà e ne saremo felicissimi, ma il ritorno in B sarebbe meno del minimo sindacale per chi ci ha tolto quel sogno chiamato serie A senza chiedere scusa e senza metterci la faccia sotto la curva Sud e con la stampa locale.

Anche quella che qualche volta può fare qualche domanda un pochino più scomoda. C'è anche qualcosa di positivo, ci mancherebbe. Vincere a Cosenza è sempre una soddisfazione, farlo in rimonta ha un sapore speciale. La Salernitana, nel suo complesso, ha un gruppo fatto di gente che ha già vinto campionati, che ha voglia di emergere e con tanti elementi presi a titolo definitivo che potranno costituire la base di partenza per il futuro senza ricominciare sempre da zero. A tal proposito il vero "colpo" è aver mandato via chi qui ha solo preso milioni di euro palesando insofferenza e limiti tecnici in alcuni casi imbarazzanti. A mai più rivederci, che presto vengano applicati regolamenti che prevedano la decurtazione dello stipendio o la rescissione automatica per chi retrocede e non ha nemmeno la dignità di farsi da parte senza nulla a pretendere. Sosteniamo, dunque ,i nuovi arrivati con la consapevolezza che va scisso il discorso societario da quello tecnico. L'auspicio è che i vari Inglese, Ferrari, Capomaggio, De Boer, Golemic, Ferraris, Coppolaro, Cabianca e Villa possano prendere per mano questa squadra, trascinare la gente e onorare la maglia, sudandola gara dopo gara. Dopo aver assistito a un tale scempio negli ultimi due anni sarebbe già un grosso passo in avanti. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 07 settembre 2025 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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