La vittoria contro la Cavese rende felici quei tifosi con i capelli bianchi che, come me, hanno vissuto l'epoca del Vestuti e di una rivalità che trasformava gli spalti in catini infuocati. Oggi, grazie agli errori clamorosi di questa società, abbiamo ridato voce e fiato a squadre che ci potevano guardare soltanto con il binocolo e che sembrava appartenessero definitivamente a un passato che avevamo accantonato volentieri godendoci appieno il pallonetto di Candreva all'Olimpico di Roma, il rigore di Piatek allo Stadium con la Juve e la magia di Dia che ammutolì il Maradona costringendo a riporre nel freezer quello spumante che aspettava solo di essere stappato. Oggi la realtà parla di una Cavese che viene qui a fare la partita della vita e che si toglie anche lo sfizio di segnare due gol e per rammaricarsi per un mancato pareggio che, parlando con onestà e svestendo i panni del tifoso, certo non sarebbe stato uno scandalo.

A proposito di "vestire i panni del tifoso". Se qualcuno preferisce che ci mettiamo le fette di prosciutto davanti agli occhi e cantiamo "la capolista se ne va" lo facciamo senza problemi, ma sarebbe deontologicamente scorretti e faremmo del male alla nostra squadra del cuore. Se invece vogliamo analizzare tutto con lucidità allora consentiteci di dire che, pur felicissimi per un avvio di stagione ben al di sopra delle aspettative, non riusciamo a guardare al futuro con totale ottimismo. Perchè la Salernitana ha limiti palesi, non sempre colmabili col cuore e con l'attaccamento che questo ottimo gruppo sta denotando dando un calcio - questo sì - al recente passato fatto di mal di pancia, certificati medici, capitani che baciano la maglia sognando di firmare per una rivale e gente che rifiuta di scendere in campo. Una difesa che prende tutti questi gol non è pronta per farci andare in B direttamente. Le reti incassate con la Cavese, soprattutto la prima, sono la galleria degli orrori da mostrare nelle scuole calcio per insegnare come NON si marchi. In generale i granata subiscono mediamente otto tiri in porta a partita e Donnarumma, che pure alterna miracoli a qualche errore, non potrà sempre metterci una pezza.

Il centrocampo desta altrettante perplessità: Varone ad ora non pervenuto (ma già visibilmente attaccato alla maglia), Tascone atteso due mesi anche se sembra un giocatore normalissimo, Capomaggio bravino ma niente di straordinario, De Boer è infortunato e Knezovic (calciatore talentuoso) è un ragazzino che viene dalla Primavera del Sassuolo. Chi parla di corazzata ricorda la rosa del ‪2014-15‬ o legge - ad esempio - i nomi con cui l'Avellino stracciò il girone un anno fa? Intendiamoci. Faggiano, con i pochi soldi a disposizione, ha fatto bene e, dopo tempo, forse abbiamo un ds all'altezza. Raffaele, pur con qualche errore, sta gestendo con saggezza un gruppo totalmente rinnovato. I calciatori ci mettono cuore e magari in B avessimo avuto Inglese, Ferrari, Ferraris e Villa al posto di Gentile, Guasone, Cerri, Raimondo e Girelli. Ma non basta. Ora il mese verità. Se dopo questo ciclo di fuoco saremo ancora primi o, comunque, a ridosso della vetta allora chapeau e scuse pubbliche. Credeteci, saremmo felicissimi di sbagliarci. Viceversa la società reciti mea culpa e a gennaio investa senza badare a spese, nel rispetto di 14mila persone che continuano a seguire la squadra dopo un imbarazzante doppio salto all'indietro.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 10 ottobre 2025 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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