C’è davvero poco da dire sul Napoli di Luciano Spalletti. La squadra ha sorpreso per risultati ma soprattutto per la grande capacità di trovare la via del gol. Il secondo anno di Lucianone sulla panchina azzurra premiando la scelta fatta lo scorso anno da patron De Laurentis. La squadra ha cambiato pelle in alcuni uomini e ruoli chiave, uno per reparto: Koulibaly, Fabian Ruiz e Insigne ma ne ha praticamente giovato con gli innesti di Kim e Kvara, e la crescita di Lobotka, versa sorpresa di questo avvio insieme al georgiano. 

IL MODULO DI GIOCO 

Luciano Spalletti è fermo credente del 4-2-3-1, rivisitato e reso camaleontico soprattutto in fase offensiva dove spesso prende le connotazioni di un 4-3-3 con il trequartista centrale più basso e i due esterni più alti. Sono proprio questi ultimi la chiave tattica del toscano, che ama farli giocare a piede invertito e tagliare dentro l’area per trovare la conclusione a rete. Il centrocampo è un mix di qualità e forza fisica, che ha trovato nell’ultimo arrivato Zambo Anguissa il tassello giusto. Quest’ultimo si inserisce spesso nella manovra offensiva, dialogando con il trequartista centrale (Zielinski o Elmas) che gioca tra le linee. In difesa i terzini sono molto alti in fase di possesso, sulla linea dei mediani, e invitano alla sovrapposizione gli esterni di attacco in maniera sistematica per aprire le maglie difensive avversarie.

LA FASE DI POSSESSO

Costruzione e Sviluppo.  La fase di possesso coinvolge sempre la difesa e soprattutto i centrali, i quali se non pressati vanno spesso ad accompagnare la manovra offensiva fino alla trequarti. I due centrali, in caso di pressing invece, allargano subito per i terzini, che si alzano sistematicamente e affondano il campo, sovrapponendosi con gli esterni con dei rapidi scambi in velocità ed arrivando spesso al cross o al tiro. Se le corsie esterne sono bloccate, chiamano in causa uno dei due mediani per lo scarico. Il loro movimento permette ai due esterni alti di accentrarsi e di sfruttare il piede invertito per le conclusioni a rete. Tra le due catene la più utilizzata è quella di sinistra con Mario Rui, autore di numerosi assist vincenti, che porta spesso il duo ai cross o alle conclusioni a rete. Fondamentale è il trequartista centrale: il suo galleggiare tra il centrocampo e l’attacco non da punti di riferimento agli avversari e le sue caratteristiche di velocità e di capacità di inserimento rappresentano una vera e propria spina nel fianco per le difese avversarie. Altra alternativa per la costruzione è l’abbassamento di Lobotka, che arriva sulla linea dei centrali difensivi a prendere palla per far partire la manovra.

Rifinitura e Finalizzazione. In caso di linee chiuse, specie contro le squadre che applicano un pressing alto, si prova anche la costruzione diretta verso Osimhen. In fase offensiva le soluzioni sono tre: traversone per l’accorrente taglio sul secondo palo dell’esterno opposto, filtrante per la velocità e l’inserimento del centravanti o accentramento per il tiro a giro degli esterni. A queste si aggiunge ovviamente la conclusione da fuori, che vede in Zielinski un interprete molto importante. L'avvento di Kvara però ha dato quella imprevedibilità con i suoi dribbling e i suoi movimenti a tagliare fuori la difesa. 

LA FASE DI NON POSSESSO 

Fase Difensiva. In fase di non possesso il Napoli si caratterizza per un pressing alto, in genere portato dai tre uomini più avanzati e da Anguissa che sale fino alla trequarti. L’obiettivo è quello di recuperare palla per sfruttare le transizioni positivi di Osimhen o per costringere gli avversari al lancio lungo, dove Kim & C. possono sfruttare forza fisica e abilità aerea. Saltato il primo pressing, in caso di attacchi per vie centrali, Lobotka copre le linee di passaggi mentre Anguissa porta pressing sul portatore di palla, supportato da uno dei trequartisti in zona. In caso di attacchi dell’esterno, il meccanismo è lo stesso, con i due terzini che rientrano in posizione sulla linea dei centrali di difesa. In fase difensiva dunque alla linea da quattro si aggiunge la linea da due composta dai mediani, a quali si aggiungono due dei tre trequartisti che ripiegano, lasciando in avanti solo Osimhen e l’altro trequartista per un’eventuale ripartenza.

Transizione Negativa e Positiva. Le due transizioni sono caratterizzate dalla velocità: quella positiva si basa sul recupero e sul lancio rapido per sfruttare la velocità in campo aperto di Osimhen. Quella negativa è caratterizzata dal contropressing rapido e in caso di superamento dal rapido ricompattamento dietro la linea della palla.

PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA

Plus: ritmo elevato e intensità di gioco, gioco sulle fasce e pressing a tutto campo

Malus: calo fisico nella seconda metà della gara, troppa esposizione alle transizioni negative

LA CHIAVE DI LETTURA

Il derby è derby e non è mai pronosticabile. Inoltre il fattore "Nicola out Nicola in" potrebbe rappresentare la variabile impazzita in grado di stravolgere le sensazioni della vigilia. Nicola avrà dalla sua il pubblico, l'adrenalina e il fatto di partire svantaggiati, e quindi non avere nulla da perdere. Squadra corta e compatta e pronta a ripartire per sfruttare le transizione negativa degli uomini di Spalletti e far male agli azzurri. Importanti saranno gli episodi e i calci piazzati. 

Sezione: News / Data: Ven 20 gennaio 2023 alle 22:30
Autore: Roberto Sarrocco
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