Mazzocchi ha debuttato in SerieA a 26 anni con il Venezia dopo aver vinto due campionati di D con Rimini e Parma, dov’è stato uno dei protagonisti della tripla promozione. Diciotto partite in laguna prima di spostarsi un po’ più a Sud, all’Arechi, conquistando una salvezza che sembrava un’utopia. Qualcosa di astratto in cui credevano solo due visionari, Sabatini e Iervolino, i primi a scegliere quel terzino a tutta fascia pieno di energia. Un napoletano eroe a Salerno quindi. Un ragazzo con il volto di Gesù tatuato sulla schiena. "Se non credi in Dio, allora non credi in nulla". Sul cuore, invece, c’è il viso di un bambino. Il suo migliore amico scomparso per una meningite a nove anni. "Eravamo inseparabili - ha raccontato a Fanpage -, se sono diventato un calciatore lo devo anche a lui". La “fuga” da Benevento, i primi calci in strada dribblando i sassi. C’era anche quel bambino, oggi finito sulla pelle insieme a una serie di scritte, ricordi, affetti, o al muso del suo cane Jason. C’è ancora molto spazio. "Mi tatuerei con la maglia dell’Italia". Chissà, in fondo ha 27 anni. Intanto Mancini l’ha già chiamato per uno stage a Coverciano. Del resto il suo motto è chiaro e semplice da sempre: "Testa bassa e pedalare". Al fantacalcio è una sorpresa. Mazzocchi gioca, Nicola si fida, la Salernitana ci punta. In vita sua non è mai stato un bomber - appena 8 gol in carriera, tre in Serie D -, ma ogni tanto elude le difese avversarie con passaggi e tocchi vincenti inattesi. L’anno scorso ha realizzato un paio di assist. Può giocare su entrambe le fasce. Da ragazzino ha incassato diversi no a causa dell’altezza, si è sviluppato tardi, ma la svolta è stata scalare in difesa. Il primo a schierarlo terzino è stato Roberto D’Aversa, a Parma: "Se cambi ruolo arrivi in Serie A". È andata così. Parola di Luigi Lauro, il suo agente, quasi un secondo padre: "Pasquale non ha mai mollato". Neanche quando gli mancavano i genitori. Neanche quando si rigirava nel letto di continuo perché non riusciva a dormire. O quando a Bellaria, in Serie C, gli chiedevano cosa ci facesse a correre su e giù lontano da casa, in Emilia Romagna. "Ho sempre saputo che ce l’avrei fatta. Le persone normali aprono le vele verso la terraferma, io punto il mare aperto". O la porta. Ce lo racconta il primo gol in Serie A.

Sezione: News / Data: Mer 07 settembre 2022 alle 20:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Lorenzo Portanova
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