Salernitana prima in classifica, ma fare i salti di gioia significherebbe descrivere una realtà diversa da quella che è sotto gli occhi di tutti. Intendiamoci: siamo felici dell'ottimo campionato disputato sin qui dai granata, nessuno si aspettava un rendimento così costante da una squadra costruita da zero dopo due vergognose retrocessioni consecutive e finalmente abbiamo un gruppo che, con tutti i suoi limiti, suda la maglia e ha voglia di vivere in simbiosi con la gente quello che deve essere necessariamente il campionato del riscatto. Bravo Faggiano, che ha ottimizzato lo scarno budget a disposizione destreggiandosi tra mille difficoltà pur lasciando numericamente sguarnito il centrocampo. Bravissimo Raffaele, allenatore di categoria a volte oggetto di critiche strumentali che servono solo a fornire alibi a chi, pubblicamente, lo aveva messo in discussione già dopo la gara di coppa Italia col Sorrento pur di spostare l'attenzione su quelle che sono le reali problematiche. Non è destabilizzare, ma voler bene alla Salernitana rimarcare ogni giorno che a gennaio bisognerà investire. Ribadiamo: investire. No prestiti, no svincolati, no attendere la cessione di qualcuno per risparmiare qualche euro e poi intervenire.

Se davvero Iervolino e Milan vogliono riacquisire un minimo di credito agli occhi di una piazza che ha accettato "passivamente" la doppia retrocessione dalla A alla C, sarà necessario presentare il due gennaio almeno tre calciatori di categoria superiore e in grado di fare la differenza. Il Ravenna, neopromosso dalla D, ha preso Viola, uno che pochi mesi fa contribuiva a salvare il Cagliari in massima serie. A Catania, anche a causa degli infortuni gravi di Aloi e Cicerelli, hanno già promesso 2 innesti di qualità assoluta pur avendo allestito in estate un'autentica corazzata. Il Benevento ha una proprietà che, pur commettendo tanti errori, non è mai venuta meno quando ha dovuto spendere e lo stesso Cosenza potrebbe provare a ricucire il rapporto con la gente inserendo tasselli in tutti i reparti. Insomma, ora occorre essere credibili e ripagare l'affetto di un pubblico non calorosissimo come in passato (anche domenica col Potenza tanti momenti di silenzio e stadio tutt'altro che "dodicesimo uomo"), ma che - nei numeri - sta facendo addirittura meglio di quanto accadeva in B, con 12500 presenti in media tra le mura amiche e 2000 in trasferta.

Il derby con i giallorossi ha, sempre un sapore diverso. Non dimentichiamo i duelli di mercato del 2014, le parole un po' fuori luogo di Brini e qualche rigorino, fino allo scontro diretto all'Arechi culminato con la super prestazione della Salernitana in uno stadio popolato da 22mila spettatori. Ora si gioca in trasferta, con tante defezioni (rosa corta in tutti i reparti, altro che corazzata! Raffaele sta facendo un miracolo sportivo), qualche calciatore che sembra stia giocando controvoglia (e che a gennaio può fare tranquillamente la valigia, nessuno ne sentirebbe la mancanza) e il rischio teorico di ritrovarsi al quarto posto visti gli impegni agevoli di Catania e Cosenza. Solo un risultato positivo darebbe forza a quanto fatto sino a questo momento. Viceversa, dopo aver perso nettamente a Catania e pareggiato col Crotone, sarebbe inevitabile una riflessione approfondita. Non sarà decisiva, manca ancora un'eternità. Ma una vera capolista può far punti contro chi ha pareggiato con Sorrento e Picerno perdendo 4 gare in trasferta. Diamo un segnale a questo campionato, torniamo a macinare punti dopo aver fatto tre pareggi nell'ultimo mese. Ma la sostanza non cambia: a prescindere da come finirà il derby la vera partita si giocherà a gennaio. E lì capiremo tutto. Il partito del "grazie Iervolino" ("Piazza patologica" diceva Fulvietto, e quanto aveva ragione) da dove ricava tutta questa fiducia dopo campagne di rafforzamento con Weismann, Cerri, Guasone, Pellegrino, Vignato, Pasalidis e Girelli?
 

Sezione: Editoriale / Data: Ven 28 novembre 2025 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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Editorialista dal 2024
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